Virus - l'Inferno dei morti viventi
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Voto:
Da una fabbrica chimica si sprigiona un vapore tossico che trasforma le persone in zombi bramosi di carne umana. Un team di militari con l’outfit da elettrauto incontra una giovane giornalista (Margie Newton) che sa come muoversi in Nuova Guinea, cioè a seno nudo. Dopo varie peripezie, il gruppetto finisce per essere sopraffatto dagli zombi.
LA RECE
Zombi-virus de noantri per il quale molti provano molto affetto, nondimeno trattasi di film sgangherato, paradigmatico delle logiche DIY che dominavano il panorama cinematografico degli anni '80. Visto per ciò che è, è anche spassoso.
Bruno Mattei s’appioppa lo pseudonimo Vincent Dawn in onore di Zombi (Dawn of the dead, 1978), mescola il cinema dei non-morti al genere cannibal e confeziona il tutto con qualche immagine da mondo-movie; per l'esattezza, il regista pesca un po' da la Vallée (1972) di Schroeder, dal mondo-movie giapponese di Akira Ide (Nuova Guinea, l'isola dei cannibali, 1974) e usa le musiche dei Goblin già utilizzate in Buio omega (1979) e Contamination (1980). Risultato? "Uno dei più dementi e sgangherati zombi-movie mai girati" (Giusti, 2004). In realtà, l’idea originale voleva che si raccontasse di un Terzo Mondo zombizzato che aggredisce l’opulento Occidente, ma i soldi erano troppo pochi per dare seguito ad ambizioni alte. La Nuova Guinea ricostruita da Mattei alle porte di Barcellona potrebbe anche generare qualche interesse se gli attori del film avessero provato a recitare, evitando di sgranare gli occhi di continuo, soprattutto la Newton, oppure avessero agito in una maniera sensata nei confronti degli zombi, il che è un problema di script (di Claudio Fragasso) e non di recitazione. Il trucco dei morti viventi, cioè due dita di fard verde sulle guance, è pietoso, e la camminata trascinata dei non-morti verso la cinepresa non ha per nulla la stessa forza che possiamo ritrovare nelle pellicole di Romero. Il sottofondo antinucleare, antimperialista e proto-noglobal è solo di facciata, e il guaio è che, dietro la facciata, non si nasconde neppure una sana volontà exploitation. Chi è in cerca di roba forte, comunque, avrà l'occasione di vedere un bambino preso a fucilate e, negli inserti presi dallo shockumentary giapponese, un rito funerario con morto gonfio e una donna che spilucca i vermi da un cadavere e se li mangia. Scene bizzarre e disgustose a parte, la trama annoia, gli interpreti scandalizzano e l'azione è perlopiù comica. Il team di militari è composto da squilibrati in tuta da meccanico che non usano mai le armi quando dovrebbero e, se lo fanno, non le usano mai nel modo giusto: se si è capito che gli zombi si uccidono solo con un colpo in testa, perché ci si ostina per tutto il film a sventagliare il mitragliatore ovunque senza mirare mai alla testa? Pochi momenti veramente gore, il migliore alla fine, ma molti momenti trash: dai lampi in cielo fintissimi stile pellicola anni '40, alle crisi di nervi del militare Santoro. A Virus, però, si riconosce una bella energia nei lombi, nel senso che il livello è quello. A qualche revisionista appassionato di cinema di genere italiano è piaciuto moltissimo; non condivido ma comprendo senza nessuna difficoltà l'affetto per questo o quel film del nostro cinema bis. A ciascuno il suo.
TRIVIA
Bruno Mattei (1931-2007) sugli attori del film, Margie Newton e Franco Garofalo: “Lei è una ragazza di Bolzano, si chiama Margherita Lenzbetter, mi pare… [in realtà il vero nome era Margit Gansbacher] Me la consigliarono e la presi. Mi sono trovato bene con lei. Ha cercato di fare disperatamente un mucchio di cose, Margie, ma purtroppo non ha concluso nulla. Adesso ha una figlia e sta tranquilla. [Garofalo, deceduto nel 2019] Personaggio stranissimo, un uomo senza morale e un attore maledetto. Scomparso. Se n’è andato a Napoli, dice che apriva una scuola di attori […] So che aveva mandato a monte un matrimonio: aveva una moglie inglese, una figlia… un casino infernale ha fatto. Bravo, però, molto bravo […] Noi lo volevamo usare molto, solo che non si poteva perché era un pazzo…” Claudio Fragasso conferma: “Degli attori, ricordo particolarmente Franco Garofalo, un napoletano incasinato con se stesso, con la vita. L’ho anche ospitato a casa mia per un certo periodo di tempo: andava in giro con il pigiama sotto i vestiti e si mangiava i tappini delle biro di mia figlia…” (Nocturno dossier 45, 2006).
⟡ Nessun dato, per ora.
Regista:
Vincent Dawn [Bruno Mattei]
Durata, fotografia
99', colore
Paese:
Italia, Spagna
1980
Scritto da Exxagon nell'anno 2006 + TR; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0
