Yakuza's law

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Voto:

Primo episodio: periodo Edo (1603-1868), Tomoso ruba e va a trafficare con la donna di altri, due cose che non avrebbe dovuto fare. Secondo episodio: anni '20 del ‘900, Shuji Ogata, uscito di prigione, va dal boss della gang rivale e dà vita a una disputa territoriale. Terzo episodio: anni ‘60; un furto ai danni della famiglia Hashiba porta a una serie di vendette assortite.

LA RECE

Crime sulla Yakuza in tre periodi storici diversi, con un eccesso di scene di tortura. Un film di Teruo Ishii che sacrifica la trama diversi quadretti di violenza grafica, creando un exploitation con buoni costumi e scenografie.

Sarà per il suo rigido sistema morale o per un certo folklore fatto di tatuaggi, fratellanza, donne, katana e film che tutte queste cose hanno esaltato, ma la Yakuza ha sempre solleticato l'immaginazione dello spettatore. Nel Giappone degli anni '60, esplose la moda dei film che vedevano come protagonista un antieroe affiliato alla Yakuza e perennemente scosso da dilemmi interiori: onore, dovere, amore. Come conciliarli? Nel tempo, l'immaginario connesso alla Yakuza si modificherà, così come nuovi registi proporranno nuovi approcci al fenomeno: ad esempio, le meditazioni minimaliste di Kitano (Brother, 2000) o la regia più dinamica e fumettistica di Miike (Ichi the killer, 2000). Teruo Ishii (1924-2005), negli anni '60, ebbe un ruolo non indifferente nella costruzione del mito della Yakuza con diverse pellicole violente ma efficaci, anche se poi rimarrà più noto per il crudo japan-kinky i Piaceri della tortura (1968). Da quest'ultima pellicola, il regista mediò l'attitudine a mostrare con gran compiacimento scene di tortura che, in un film strutturato a episodi come Yakuza's law, assumono un ruolo troppo centrale; l'impressione, quindi, è che la storia sia un riempitivo necessario a tener insieme le sequenze di tortura. Già all'inizio della pellicola, ci viene mostrata una carrellata di brutalità che, grazie a un casereccio effetto visivo di split-screen, possono essere presentate a tre a tre in un sol colpo: estrazione di bulbi oculari, uomini arrostiti come maiali allo spiedo o sbudellati, e altro; Ishii non difetta in fantasia. Il film seguita come un portmanteau composto da tre episodi che illustrano come la Yakuza, in tempi storici differenti, abbia sempre punito duramente coloro che tradivano le regole. Le storie, prese per quello che sono, non risultano particolarmente avvincenti e la preferenza cade in base ai gusti; il primo episodio, che si svolge nel periodo Edo, è il più squisitamente tradizionale e affascinante. Il terzo episodio, il più lungo e banale, è forse, però, il più creativamente violento: uomini appesi a un elicottero, accendini per bruciare gli occhi, autovetture con all’interno persone schiacciate nella pressa idraulica. La scelta della struttura a episodi mina sia la profondità dei personaggi, sia lo spessore di ciò che viene narrato senza lasciare nessun dubbio sul fatto che Yakuza's law sia un exploitation che mira all'accumulo; a differenza di molti altri prodotti consimili, però, il film tenta la costruzione di una cornice narrativa: il più delle volte gli attori fanno un discreto lavoro e, dato l’elevato investimento produttivo, sono pregevoli i costumi e le scenografie. Molto euro-pop lo score musicale che suona come quelli presi dai nostri film di genere dello stesso periodo. Nel complesso più esotico che interessante. A mente fredda, Yakuza's law è una pellicola buona per coloro che amano i mafia-movie e l'atmosfera camp che si respira nel cinema bis. Le numerose torture, a motivo di un’effettistica alla buona, non dovrebbero risultare troppo disturbanti.

TRIVIA

Teruo “Ishii” Kitagawa (1924-2005) dixit: “Sono sempre stato un grande appassionato di film. Da giovane i miei genitori mi portavano spesso al cinema e ricordo che, all'epoca, si potevano vedere molti film francesi. Ero davvero affascinato da questi film, ne ho visti moltissimi e, di conseguenza, mi sono interessato a lavorare nel cinema. Ho iniziato come assistente cameraman e gradualmente mi sono avvicinato alla regia. […] Quando la gente si riferisce al cinema come al mio lavoro, sono sempre un po' imbarazzato perché non considero quello che faccio come qualcosa di più che divertirmi. Quando guardo gli impiegati che lavorano nel loro ufficio tutti i giorni dalle 9 alle 5, provo una sorta di senso di colpa perché riesco a guadagnarmi da vivere semplicemente divertendomi” (midnighteye.com).

⟡ Nessun dato, per ora.

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Titolo originale

Yakuza keibatsu-shi: Rinchi!

Regista:

Teruo Ishii [Teruo Kitagawa]

Durata, fotografia

96', colore

Paese:

Giappone

Anno

1969

Scritto da Exxagon nell'anno 2014 + TR; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0

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