1921 - il Mistero di Rookford

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Voto:

Londra, 1921. Florence Cathcart (Rebecca Hall) collabora con la polizia al fine di smascherare medium e storie di fantasmi. La donna, colta e atea, riceve la visita di Robert Mallory (Dominic West), insegnante al collegio Rookford che lui dice essere infestato dal fantasma di un bambino. Florence scopre che dietro la storia del fantasma si celano alcuni ragazzi e un professore. Tuttavia, iniziate le vacanze, la donna decide di rimanere nel collegio, in quanto non è più così sicura del giudizio espresso in precedenza.

LA RECE

Ponte fra l'old dark house e la ghost story classica ed una sensibilità post-moderna, con una donna che esprime sia emancipazione e scientificità sia solitudine (forse che ci sia una relazione?) ad incarnare perfettamente quello che la storica Diane Purkiss chiama "la crisi dell'empirismo di fronte all'ineffabilità del dolore", esatta effige del lutto collettivo del dopoguerra.

Uno dei tanti film stranieri dal titolo the Awakening (ce ne sono circa una ventina) ma una delle poche ghost story moderne che sembrano aver convinto la maggior parte della critica e del pubblico. Girato dall'inglese Nick Murphy e sceneggiato da Stephen Volk, entrambi con maggiori crediti in ambito televisivo, 1921: il Mistero di Rookford si fa notare, prima di tutto, per l'eleganza visiva ottenuta attraverso una fotografia desaturata e una scenografia vittoriana che ben si presta ai racconti di spiriti e affini. Regista e sceneggiatore sembrano conoscere bene la materia che trattano e come trattarla: siamo nel novero delle storie che vedono l'investigazione di fenomeni paranormali da parte di un coraggioso protagonista come in 1408 (2007), ESP: fenomeni paranormali (2011) ma, in questo specifico caso, innestate in un'atmosfera retrò come sarà per the Woman in black (2012). Con elegante ricorso a ben noti stratagemmi cinematografici per instillare paura, il film non gioca, tuttavia, le sue migliori carte in termini di spaventi. Ciò che rende merito alla pellicola, e la distingue da buona parte delle consuete ghost story, è la volontà di tratteggiare la sofferenza e la fragilità dei personaggi come connesse all'inquietudine degli spettri, trovandosi, quindi, nella posizione d'indagare l'animo dei protagonisti e mostrarne la loro umanità che, in questo film, e con pari eleganza rispetto al contesto, significa anche rappresentare un intrigante momento di autoerotismo della protagonista; un atto masturbatorio che assume forte valore di emancipazione, benché il personaggio di Florence, che nel 1921 comanda poliziotti e viene riverita dai maschi come una grande ricercatrice, sia quasi irreale, dato che in quegli anni le donne inglesi non avevano neanche il diritto di voto. Ancora, un autoerotismo espressione della solitudine affettiva dei protagonisti che vivono nel presente ma infestati da antichi sensi di colpa: i fantasmi sembrano essere presenze di un trauma mai elaborato, a propria volta disperati poiché nessuno pensa più a loro. Per il cinefilo in cerca di sobrietà già questo sarebbe stato sufficiente, mentre il film, dovendo piacere al mainstream, tenta la carta del colpo di scena alla Shyamalan (il Sesto senso, 1999), per cui tutto dovrà essere riletto secondo un particolare fondamentale espresso solo in conclusione, in questo caso non così banale. Certo, questo desiderio di stupire a tutti i costi sembra distrarre dall'atmosfera generale e implica il tapparsi il naso circa certe forzature narrative. Al contempo, però, permette di completare il ritratto biografico dei personaggi principali e di dare spazio alla recitazione dell'eccellente Imelda Staunton. Ne esce un horror di buono spessore con un cast del tutto calato nella parte e la volontà di dar vita ad una sintesi fra vecchie suggestioni orrorifiche in una old dark house che ricordano Suspense (1961) e modernismi ormai un po' inflazionati. Per Murphy, tuttavia, solo un futuro televisivo.

TRIVIA

Nick Murphy dixit: “Si capisce dalla reazione che la gente ha avuto al nostro film che è un po' stufa del sangue negli horror. Non che quel genere di film devasti il genere ma il pubblico ne ha visti molti. Non sono un esperto del genere soprannaturale o dell’horror ma davvero non mi piace questo stile. Non sto dicendo che Roth non avrebbe dovuto farlo, dico solo che l’idea di Hostel o roba simile non fa per me” (denofgeek.com).

⟡ Il dipinto preferito dai ragazzi che ritrae due donne che uccidono un uomo è “Giuditta che decapita Oloferne” realizzato da Artemisia Gentileschi nel 1620. Pare che diverse opere della Gentileschi, fra le quali questa mostrata nel film, siano state influenzate dal trauma dello stupro subito nel 1611 da parte del pittore Agostino Tassi al quale era stata affidata come discepola artistica. 

⟡ La location usata per la scuola è la Mansion di Lyme Park nel Cheshire. 

⟡ Florence è chiamata con il soprannome “Mausi” che in tedesco significa “topolino”, nomignolo usato sovente nei rapporti affettuosi, come da noi “tesoro”.

Titolo originale

The Awakening

Regista:

Nick Murphy

Durata, fotografia

107', colore

Paese:

UK

Anno

2011

Scritto da Exxagon nell'anno 2015 + TR; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0

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