la Casa
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Voto:
Un gruppo di giovani adulti si isola in un cottage sperduto nelle foreste del Michigan. C'è una ragione: Mia (lane Lavy) è una tossicodipendente che ha deciso di smettere la pessima abitudine, e chiede al gruppo di assisterla nel momento di maggior fragilità psicofisica. Ad aiutare Mia c'è suo fratello David (Shiloh Fernandez), l'infermiera Olivia (Jessica Lucas) l'alternativo Eric (Lou Taylor Pucci) e la fidanzata di David, Natalie (Elizabeth Blackmore). Lo scantinato del cottage rivela subito la natura sinistra del luogo; in esso, i ragazzi trovano il solito buon vecchio libro maledetto che Eric non tarderà a leggere, scatenando un demone che farà di Mia un'ossessa contagiosa.
LA RECE
Remake necessario in anni di remake non necessari. Nulla di memorabile, e siamo certo distanti dall'originalità dell'originale, ma l'intrattenimento c'è.
Sul perché si debbano remeccare i must-see del genere horror è presto detto: ragioni di mercato, e nessuno si stupisca troppo. Di certo non si sono risentiti Sam Raimi e Bruce Campbell, rispettivamente regista-produttore e star de la Casa (1981); i due artisti compaiono in questo rifacimento come produttori, in nome di un ragionevole guadagno. Quindi vediamoci il re-Ash del capolavoro raimiano affidato alla regia di quel Fede Alvarez divenuto noto su YouTube per aver realizzato un cortissimo (Panic attack, 2009) che vede alcuni robot distruggere Montevideo, esercizio di stile con pochi mezzi a disposizione esattamente come ai tempi fece Raimi. Al regista uruguaiano si affianca in sceneggiatura l'amico Rodo Sayagues, evidentemente autoctono della Terra di Mezzo. La storia che scrivono presenta qualche variazione rispetto a quella nota. Il primo elemento di divergenza che si palesa è la finalità della combriccola. Negli anni Ottanta, Campbell e compagni si nascondevano in tana per bere e fumare ganja. Ora siamo un passo oltre rispetto l'uso di droghe: siamo all'abuso e alla dipendenza. I ragazzi della Casa 2013 si stringono intorno all'anello debole e relazionalmente "tossico" che, in quanto tale, verrà prescelto dal Maligno. Il film, tuttavia, deve andare oltre il dramma e non può (?) disegnarsi come una metafora della tossicodipendenza ma saltare direttamente alle asperità di un crudo intrattenimento che giunge atteso dopo il rimaneggiamento della famosa scena dello stupro dell'albero, qui resa con un taglio un po' più fantascientifico, diciamo così, da penetrazione aliena. Il vero minus del film, comunque, risulta essere l'assenza di un protagonista tanto carismatico quanto fu Bruce Campbell. Questi, infatti, con il suo viso caratterizzato da un mento pronunciato pre-Tarantino, vestendo alla perfezione la cifra cartoonesca iniettata da Raimi, aveva fatto di un rutilante pezzo horror uno spettacolo surreale e comico. Nel remake manca la star e manca, quindi, l'immedesimazione o il parteggiamento per il buono di turno, per l'eroe, in definitiva per il Bene che deve contrastare il Male evocato. Qui si assiste a uno spettacolo sicuramente curato ma privo di un'anima propria, a metà fra il tentativo di fare l'inchino all'originale (cosa che ora sappiamo essere a rischio naufragio) ed emanciparsi tramite l'introduzione di spunti moderni. Di certo, come l'originale, questo film riesce a trasmettere una grande dinamicità: lo spettacolo, se con ciò s'intende animazione per gli occhi e le orecchie, non manca. Ciò che di moderno sembra aver introdotto Alvarez è la grossa quantità di sangue e violenza con non celati rimandi alla cinematografia horror mainstream più cruda, vedi Hostel (2005) e accoliti. Questo porta a categorizzare il film dell'81 e il remake in due settori dell'horror diversi: il primo film è un horror dai toni eccentrici e sinistramente comici; la Casa 2013 è uno splatter e, ahimè, poco altro. Per quanto il film funzioni come esercizio di terrore, i 190.000 litri di sangue e i 300 litri di vomito finti utilizzati annegano qualsiasi serio anelito e riducono tale remake a un'esplosione di (dis)gusto pensato per le nuove generazioni iperattive-disattente. L'impressione è che la Casa di Alvarez imbocchi la proverbiale strada lastricata di buoni propositi finendo per realizzare qualcosa di esagitato per conquistare una fetta di nuovi fan ai quali, però, viene somministrata una pellicola che non sembra presentare punti iconici che possano fare di essa un cult, come fu per quella del '81. Ma non tutti gli horror devono essere pezzi di cinema memorabile, consci che doppiare il successo di un film culto e, soprattutto, sondare terreni narrativi già ampiamente battuti non sia cosa facile ma, come ha dimostrato Quella casa nel bosco (2011), neppure impossibile. Quest'ultimo film è riuscito a rileggere con ironia e competenza il sub-genere di appartenenza, finendo per dare nuova linfa al vecchio e potersi, così, definire il vero remake postmoderno de la Casa di Raimi. Nel 2023 si prosegue con La casa - Il risveglio del male (2023).
TRIVIA
Federico Àlvarez (1978) dixit: "Provengo da un gruppo di amici che fanno film da quando eravamo bambini e siamo tutti appassionati di cinema. Quindi, conosciamo bene i film horror, conosciamo abbastanza bene il genere.[ ... ] Non credo che la gente abbia qualcosa contro i remake. Penso che tutti ce l'abbiamo contro i film brutti e, a volte, i remake sono brutti; così, quando sentono parlare di un remake, dicono subito: non un altro film brutto!" (indielondon.co.uk).
⟡ Il cottage del film si trova a Muriwai Beach (Woodhill Forest, Woodhill, Auckland, Nuova Zelanda).
⟡ Se si prendono le prime lettere dei nomi dei protagonisti (David, Eric, Mia, Olivia e Natalie) si ottiene la parola DEMON.
⟡ Nella scena in cui una collana viene trovata fuori dal cottage, essa è posizionata in forma di teschio.
⟡ Mia indossa una maglietta dello stato del Michigan. Anche nel film originale, all'inizio, il protagonista indossa una maglietta del Michigan. Si tratta di un omaggio a Sam Raimi che è nato in quello Stato.
⟡ Diablo Cody, benché non compaia nei credits, ha lavorato alla sceneggiatura per rifinirla e americanizzarla.
⟡ In una delle prime scene, appoggiata sul tavolo, si può vedere di sfuggita la bandiera di una squadra di calcio uruguaiana della quale il regista è tifoso.
⟡ La macchina in cui Mia è seduta all'inizio del film è una Olsmobile Delta 88 del 1973, la stessa macchina di Raimi usata nel film originale, ne l'Armatadelle tenebre (1992), in Drag me to hell (2009); in effetti, in quasi tutti i suoi film.
⟡ Per il film furono usati 190.000 litri di sangue finto, per l'originale del 1981 ne furono usati 950.
⟡ Il film è stato bandito in Ucraina per il suo livello di violenza. Questo prima della guerra. Dopo, immagino abbiano avuto altri problemi dei quali occuparsi.
⟡ Al termine dei credits, appare Bruce Campbell che, rivolto verso la telecamera, dice: "Groovy".
⟡ La pistola sparachiodi che usa il demone è pneumatica ma manca sia di un tubo sia di una bombola di aria compressa.
⟡ Nel libro "Naturom Demonto" compare disegnata la Lamia di Drag me to hell.
Titolo originale
Evil Dead
Regista:
Fede Alvarez
Durata, fotografia
91', colore
Paese:
USA
2013
Scritto da Exxagon nell'anno 2013; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0
