Cell Block 99 - Nessuno può fermarmi

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Voto:

Bradley (Vince Vaughn) perde il lavoro e scopre pure che l'amata moglie Lauren (Jennifer Carpenter) lo tradisce. Per cercare di ricostruire benessere economico e serenità familiare, Bradley si piega a lavorare come corriere per un narcotrafficante, decisione che lo porterà in prigione, luogo in cui dovrà affrontare soprusi e ricatti tali da scatenare la sua ira per poter difendere chi gli sta a cuore.

LA RECE

Quel ragazzone di Vince Vaughan entra in una parte adatta a lui e ne sortisce un dramma carcerario da incubo, anche parecchio violento visivamente, quindi attenzione agli ipersensibili.

Quell'omone di Vince Vaughan, un metro e novantasei di marcantonio, non poteva non essere convertito, prima o poi, a qualche ruolo drammatico, dopo le tante partecipazioni guascone con il frat pack capeggiato dall'amico Ben Stiller. In realtà, l'attore aveva già dato prova del potenziale drammatico nel remake Psycho (1998) e, tempo dopo, nel serial True detective (2015) ma è il factotum Zahler che lo ingaggia per cucirgli addosso Bradley, antieroe dal cuore d'oro che, se perde la pazienza, fa a pezzi a mani nude la macchina della fidanzata infedele. Zalher, che oltre dirigere, scrive e compone lo score musicale, dopo aver riletto il western in chiave brutale con il pregevole Bone tomahawk (2015), passa al dramma carcerario ma lungi dai comuni modelli catartici che hanno come pietre miliari pop, pezzi quali Sorvegliato speciale (1989). La parabola di Bradley è prevedibilmente negativa e intuiamo anche che sarà violenta, molto violenta, vedendo come sfuria pestando un'automobile. Ma è solo l'inizio della discesa negli inferi di quest'uomo dal volto monocorde che spacca ossa ma che sa amare e che, per amore, finirà a regolare i conti in modo iperbolico, regalando allo spettatore sequenze decisamente splatter. Come per il film del 2015, il regista si prende i suoi tempi prima di portarci nella tana del lupo a recuperare in stile e, soprattutto, con gli effetti speciali, un certo gusto retrò per il cinema grindhouse anni '70. Monta la violenza, mica poca, e monta l'empatia per la missione di morte del protagonista, anche se quella fotografia slavata, la croce sulla testa rasata, e Don Johnson nella parte del villain col sigaro in bocca ci dicono che le cose finiranno maluccio. Capito il gioco della rilettura speciale di un genere, dell'eccesso che a tratti diverte e in altri casi disgusta, Brawl in Celi Block 99 ripaga anche del minutaggio non propriamente limitato, e Zahler si conferma regista parecchio interessante. Poi, certo, la distribuzione italiana deve sempre dire la sua con sottotitoli evidentemente scelti dal figlio adolescente di chissà chi. Non che gli ingredienti siano i medesimi ma, già che siamo in un brutto carcere, si serva in abbinamento con Bronson (2008) e Story of Ricky (1991).

TRIVIA

⟡ In effetti, questo film fu scritto prima di Bone tomahawk benché quest'ultimo troverà poi realizzazione per primo.

⟡ Vince Vaughn mise su sette chili di muscoli e si sottopose a un allenamento di box per tre mesi prima delle riprese.

⟡ Si dice che Vince Vaughn non ami affatto i cellulari e che non ne possieda uno proprio. Quando lavora, le varie produzioni gliene procurano uno che lui, puntualmente, smarrisce.

Titolo originale

Brawl in Cell Block 99

Regista:

Craig Zahler

Durata, fotografia

132', colore

Paese:

USA

Anno

2017

Scritto da Exxagon nell'anno 2019; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0

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