Enigma rosso
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Voto:
Il detective Di Salvo (Fabio Testi) indaga in seguito al ritrovamento del cadavere di una ragazza che ha subito violenza sessuale. L'indagine porta al Santa Teresa, un college femminile esclusivo. La piccola Emilia (Fausta Avelli), sorella della vittima, ha parecchie cose da rivelare a Di Salvo, il quale a poco a poco scopre un intreccio fatto di sesso, omertà e omicidi.
LA RECE
Chiusa della Trilogia delle Studentesse inaugurata da Dallamano. Un po' argentiano, un po' Twin Peaks anzitempo, molto sleaze con le allettanti collegiali. Stuzzichevole.
Ultimo angolo a chiusura della “Trilogia delle Studentesse” che il regista Massimo Dallamano aveva inaugurato con Cosa avete fatto a Solange? (1972) e proseguito con la Polizia chiede aiuto (1974). La morte di Dallamano, avvenuta il 4 novembre 1976 in un incidente stradale (ma c’è chi dice per tumore), portò al timone Negrin, regista di rodata esperienza televisiva, che non fece un lavoro pessimo ma si assestò su una regia imitativa che spizzicava, in primo luogo, dai due film precedenti della trilogia, poi dai canoni argentiani (il titolo richiama palesemente Profondo rosso, 1975) e pure dal Bava di 5 bambole per la lunda d’agosto (1970) con le sfere di vetro che rotolano dalle scale. Non passa inosservato è il livello sleaze del film che mette in bella mostra cadaveri con capezzoli provvidenzialmente turgidi, gaudenti ragazze del college che si fanno gioiose docce, e flashback di violenze carnali compiute con dildo enormi (off-screen). Tutto questo eros, benché renda un po' pecoreccio il dramma, non distoglie da un plot che, a più riprese, ricorda il serial Twin Peaks, il quale arrivò, però, una decina di anni dopo: la minorenne morta, un diario, un gruppo di persone misteriose, una frase dal sapore arcano. Benino il lavoro degli attori, soprattutto di Fabio Testi, presente anche nel giallo del '72, qui duro ispettore con un certo gusto per la critica sociale che strapazza i gestori del college, ipocriti e perbenisti. Scena cult: l'interrogatorio che Testi compie sulle montagne russe ai danni di un sospettato il quale, non si capisce perché, spiffera tutto, forse terrorizzato dal saliscendi o dal divertimento. Con il pubblico ormai in cerca di altro, Enigma rosso finì per essere uno dei tardi gialli all'italiana senza particolari guizzi, figlio di un genere ormai in parabola discendente.
TRIVIA
Alberto Negrin (1940) dixit: “Noi siamo in un’epoca di censura assoluta. Viviamo in una quasi totale chiusura espressiva. Anche se c’è la libertà di espressione, si tratta di una libertà che non può uscire da certi binari. Questo senza che venga detto esplicitamente. […] Oggi se facessimo un film con un poliziotto corrotto, si solleverebbero tutte le associazioni… non esistono i poliziotti corrotti! Un prete pedofilo? Non esistono i preti pedofili! Esistono in Olanda, in America, in Germania: l’Italia è un Paese preservato da queste cose” (Nocturno 114, 2012).
⟡ Nessun dato, per ora.
Regista:
Alberto Negrin
Durata, fotografia
85', colore
Paese:
Italia, RFT, Spagna
1978
Scritto da Exxagon nell'anno 2009; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0
