la Polizia chiede aiuto
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Voto:
Una giovane ragazza viene trovata impiccata in soffitta. Il commissario Silvestri (Claudio Cassinelli) e il procuratore Vittoria Stori (Giovanna Ralli) indagano e vengono a capo di un giro di prostituzione minorile ad uso e consumo di viscidi ricconi. Tutti coloro che ne sanno qualcosa, però, cadono sotto i colpi della mannaia di un misterioso killer motociclista.
LA RECE
Buona mescola di giallo argentiano e poliziottesco. Non il Dallamano migliore ma comunque buon ritmo e anche qualche eccesso visivo... e pure verbale. Validissimo lo score musicale di Cipriani.
Interessante mix di giallo argentiano e poliziottesco quando questo secondo genere andava di gran moda e il primo era in cerca di una nuova identità che lo porterà ad aumentare il livello di violenza approssimandosi più e più all'horror e al nascituro slasher. Scritto da Ettore Sanzò che deve aver letto con grande attenzione il racconto "A scopo di libidine" di Massimo Felisatti da cui verrà tratto il film A tutte le auto della polizia (1975), quindi, i due film hanno molto in comune. Dallamano, però, era più raffinato di Mario Caiano e, grazie alla bella musica di Stelvio Cipriani, a un po' di nudi spudorati, ad attori validi e a scene crude, riesce a confezionare un film interessante. Secondo film della "Trilogia delle Studentesse" inaugurato con Cosa avete fatto a Solange? (1972) e chiuso da Enigma rosso (1978), la Polizia chiede aiuto è un giallo in cui, per una volta, la polizia non è ridicolizzata ma viene messa sotto accusa insieme a una borghesia corrotta poiché invischiata nella prostituzione minorile. A riabilitare gli Organi di Stato, il commissario Silvestri, sveglio e gagliardo. Giovanna Ralli, benché non pratica di questo genere, ne esce a testa alta grazie a un'interpretazione misurata ed elegante, quandanche un po' rigida. Da segnalare l'attore Franco Fabrizi, sempre in ruoli ambigui, questa volta fotografo voyeur come sarà l'anno dopo in l'Ultimo treno della notte (1975). La fusione fra i due generi permette di scardinare la formula usuale del giallo pur mantenendone gli stilemi: il killer è guantato, misterioso e spietato ma la sua identità è superflua poiché il thrilling ruota intorno al crimine e non al criminale. Forse, per l'appassionato di giallo argentiano, è proprio nella non-identità del killer, nel suo essere un benemerito sconosciuto, il vero minus di questa pellicola che incentra il dramma sull'impotenza del piccolo poliziotto che si scontra con l'istituzione sorda, corrotta, criminale. Apice, la mano mozzata con la mannaia e il cadavere fatto a pezzi in obitorio ricomposto diligentemente dai patologi; notare l’exploitation dell'unica parte anatomica che si vede bene, cioè quella corredata di pene e testicoli. Per quanto riguarda l'azione, più tipica del poliziottesco, c'è dato di vedere un lungo inseguimento fra polizia e killer in moto. Re-gia dinamica, buoni momenti di tensione e l'eccezionale musica di Stelvio Cipriani presa da la Polizia sta a guardare (1973), forse la migliore fra i poliziotteschi dopo quella del celeberrimo Milano calibro 9 (1972).
TRIVIA
⟡ Pare che Dallamano abbia girato anche sequenze pornografiche da insertare nelle versioni del film da vendere all’estero, scene, tuttavia, mai utilizzate.
Regista:
Massimo Dallamano
Durata, fotografia
90', colore
Paese:
Italia
1974
Scritto da Exxagon nell'anno 2009; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0
