the Eyes of my mother
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Voto:
La strana pace della strana famiglia di campagna nella quale vive la piccola Francisca viene scossa dall’omicidio di sua madre (Diana Agostini) per opera del folle Charlie (Will Brill). Il padre di Francisca segrega l’omicida nella stalla e Francisca (Kika Magalhães) se ne prenderà cura per anni.
LA RECE
Bianco e nero, prima di tutto. Poi una storia backwood brutality ma dagli afflati intimisti con al centro la figura femminile. Formalmente interessante. Formalmente.
Ambizioni autoriali per l’esordiente Nicolas Pesce che decolora un suo stesso soggetto non troppo discostato da tanti backwood brutality con famiglia folle di estrazione campagnola. Questo il tema. La resa, invece, si fa ricca di un bianco e nero elegante, silenziosità e un certo grado di mistero mai svelato circa la storia dei protagonisti. La graziosa Kika Magalhães viene catapultata in una fiaba nera atemporale nei panni di Francisca, oscuro personaggio dichiaratamente affine alla protagonista di Repulsion (1965) e, più recentemente, Darling (2015), innestata nella realtà “ameircan gothic” di Non aprite quella porta (1974) a compiacere un poco, per spirito alternativo e post-femminista, la platea del Sundance dove fu presentato il film. Il gioco riesce in parte. Perfetta la scelta della Magalhães per rappresentare un Leatherface sui generis, fragile e bello ma non meno folle e letale. Sfortunatamente, tutto il film poggia sulle spalle dell’attrice e sull’estetica del bianco e nero che cerca di drammatizzare e gettare una monocromatica aria arty su un lavoro che, tuttavia, non ha moltissimo da dire a parte il modo in cui lo dice. Certo, potrebbe essere un fattore non da poco ma la ripetizione dell’assunto anche nel seguente lavoro di Pesce (Piercing, 2018), ovvero la supremazia della forma sulla sostanza, lascia un margine di perplessità benché, sia chiaro, il significante può essere significato. Ad abbandonarsi alla suggestione visiva e a questa strana storia che sembra dipingere la protagonista come una strega cattiva causa solitudine, ci si può attendere una ragionevole dose di doloroso incanto ma il rischio di sopravvalutazione non si scampa.
TRIVIA
Nicolas Pesce dixit: “C'era un equilibrio costante che dovevamo mantenere per percorrere questa linea tra simpatia e disgusto. Per noi, si trattava di mostrare al pubblico ogni aspetto della vita del personaggio, buono e cattivo. Potreste non essere d’accordo con le azioni di Francisca, ma uno sguardo di comprensione aiuta a rendere il personaggio più simpatico. Il film non parla di una donna malvagia. Parla di una donna sola, ed è così che l'abbiamo sempre gestita” (afi.com).
⟡ Nessun dato, per ora.
Titolo originale
Id.
Regista:
Nicolas Pesce
Durata, fotografia
76', b/n
Paese:
USA
2016
Scritto da Exxagon nell'anno 2010; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0
