Darling
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Voto:
Darling (Lauren Ashley Carter) viene assunta da una gran signora (Sean Young) per prendersi cura di uno degli stabili più antichi di New York City, però anche sede di drammatici eventi: la precedente custode si è suicidata. Darling verrà progressivamente portata alla follia da una serie di suggestioni, la prima delle quali è una porta chiusa a chiave in fondo a un corridoio.
LA RECE
Chiare le sue influenze, il film, una piccola operazione indie, ha una sua interessante sinistra umoralità. Ben fatto.
Indie horror domestico, addomesticato dalle influenze polanskiane provenienti da Repulsion (1965), per la protagonista che scivola nella psicosi, e da l’Inquilino del terzo piano (1976) per lo stabile che si fa entità. La discesa nelle tenebre psichiche di Lauren Carter e dei suoi occhioni espressivi viene scandito in sei capitoli (Lei, Invocazione, Fremiti, Demone, Inferno, la Custode) che vanno a disegnare una narrazione circolare che instaura fra l’individuo e l’ambiente, così come fu per Shining (1980), una fatalistica e fatale connessione. Tramite una telefonata sul finale veniamo a sapere che Darling, a posto di testa, non lo era neppure prima di trovare lavoro come custode. D’altro canto, in quell’antico stabile, si trovano croci rovesciate e la Madame che assume le giovani donne ripete ad ognuna, come un mantra, la storia dei suicidi precedenti, quasi a voler mettere un seme maligno nella mente delle poverette. Bianco e nero, montaggio flemmatico con strappi d’inserti inquietanti, qua e là momenti di paura, non troppe spiegazioni date e anche un momento di sangue incisivo. L’operazione è piccola, né, come detto, particolarmente originale, ma gli si riconosce un’interessante sinistra umoralità. Certo, suona un po’ troppo come una lettera d’amore a un certo cinema, un esercizio di stile; tuttavia, non lascia la sgradevole sensazione di aver perso del tempo a guardarlo. Lontano dall’essere una visione fondamentale, Darling può offrirsi come valido spunto per chi voglia iniziare a girare cose proprie, studiando, qui, soluzioni visive ed angoli di ripresa.
TRIVIA
Mickey Keating (1990) dixit: "Lauren mi ha chiamato e mi ha detto che aveva degli amici che avevano questa casa e mi ha chiesto se preferivo fare il film in una vecchia villa spaventosa, e ho colto subito l'occasione al volo. Il film è diventato ciò che è mentre lo giravo, quindi la casa mi ha essenzialmente aiutato a dirigere il film. È stata proprio una bella coincidenza" (bloody-disgusting.com).
⟡ Nel film compare il regista Larry Fessenden (Wendigo, 2001; ABC’s of Death 2, 2014) e l’attrice Sean Young, la fu Rachael di Blade runner (1982).
Titolo originale
Id.
Regista:
Mickey Keating
Durata, fotografia
78', b/n
Paese:
USA
2015
Scritto da Exxagon nell'anno 2019; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0
