Fantasmi da Marte

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Voto:

Anno 2176. Marte è ampiamente colonizzato dagli umani con tanto di terraforming. Un treno della polizia arriva a Chryse dalla colonia nella quale è stato recuperato l'assassino James "Disperazione" Williams (Ice Cube). Dalla missione, però, torna vivo solo il tenente Melanie Ballard (Natasha Henstridge) che ricostruisce gli avvenimenti passati. Dopo essere arrivati nella zona della miniera, i poliziotti avevano scoperto che quasi tutti gli abitanti del paesino attiguo erano stati uccisi brutalmente e Williams era uno dei pochi sopravvissuti. Il gruppo era stato poi attaccato dal restante della popolazione posseduto dagli spiriti dei marziani risvegliati dal loro sonno eterno a causa di scavi minerari. Melanie, James e un piccolo manipolo di poliziotti e criminali si erano coalizzati per sopravvivere alla minaccia dei fantasmi di Marte.

LA RECE

Western in chiave sci-fi. Il film ebbe poca fortuna ai suoi tempi e continua convincere poco tuttora. Non il Carpenter migliore.

Dalla metà degli anni ’80, dopo grandissimi hits quali Halloween (1978), 1997: Fuga da New York (1981), the Fog (1981) e la Cosa (1982), Carpenter scivolò giù dallo stardom andando incontro a un periodo di stasi negli anni ’90, periodo, in effetti, critico per l’horror in generale. Fantasmi da Marte non rappresentò un cambiamento positivo nella carriera di un regista il cui valore, tuttavia, non è mai stato messo in dubbio. Pensato durante la new wave del cinema marziano (Mars attacks!, 1996; Mission to Mars, 2000; Pianeta rosso, 2000) ma posticipato per problemi produttivi, Fantasmi da Marte ebbe, fin da subito, poco impatto sul pubblico che vide nella pellicola una sorta di remake fanta-horror di Distretto 13: le brigate della morte (1976) con i suoi poliziotti alle prese, là, con malavitosi, qui con corpi posseduti da spiriti marziani, idea in debito con la fantascienza anni ’50. Di fatto, non è difficile vedere nei cattivi di questo pianeta rosso, e soprattutto nel loro capo, una gang di strada con tanto di look street-metal che suona all’unisono con lo score musicale del film. Ma, a un livello più profondo, è facile vedere in questo fantahorror un moderno western: la miniera, il paesino di frontiera, i bianchi sfruttatori, i criminali messicani e i "fantasmi" come una tribù indiana, con tanto di disegni sulla faccia e scalpi presi. Metafora interessante però non nuova. Inoltre, viene gestito troppo superficialmente uno dei punti più originali del plot, cioè la società matriarcale che governa la vita su Marte. Sul perché le donne su Marte siano tutte ai posti di potere, e gli uomini, numericamente inferiori, siano messi a lavorare, non è mai chiarito del tutto. L’escamotage dà la possibilità di porre al centro dell’azione la Henstridge, modella prestata al cinema ma non senza qualità attoriali. Predatrice sessuale aliena in Specie mortale (1995), la Henstridge non è certo Sigourny Weaver di Alien (1979) ma si fa valere mettendo in ombra i comprimari maschili. Questo accade a Jason Statham, non ancora la star attuale, al quale viene dato un ruolo scritto in maniera grezza; il personaggio ha una serie di rozzissimi dialoghi che portano incoerentemente la protagonista a baciarlo (... eh, ma cosa vuoi capirne tu?!). Riguardo al sesso maschile, maluccio anche per il tarchiato Ice Cube, il quale dovrebbe avere un ruolo speculare a quello di Vin Diesel in Pitch black (2000), film coevo simile ma migliore. In Fantasmi da Marte, Carpenter è, inoltre, ben distante dalla capacità di costruire tensione che aveva caratterizzato i suoi film di maggior successo e, in questa sorta di remake fantascientifico di pellicole già scritte e già viste, le occasioni di fare paura sono risolte con banalità. Fantasmi da Marte, con il suo aspetto da B-movie, non convince, come ai tempi non convinse il pubblico che disertò le sale. Fosse un film girato da un regista meno quotato, probabilmente avrebbe ricevuto più clemenza e il risultato finale sarebbe parso competente ma, dal creatore de la Cosa, ci si sarebbe aspettati giustamente di più.

TRIVIA

⟡ Il film fa due riferimenti a la Cosa. Pam Grier chiede (in inglese) “Who goes there” (chi va là?) che altro non sarebbe se non il titolo originale del racconto da cui è tratto il film dell’82. Inoltre, il nome della dottoressa Arlene Whitlock è preso dall’Albret Whitlock supervisore degli effetti visivi dello stesso film. 

⟡ Il supervisore degli effetti speciali è accreditato come Monkey Overlord, il Signore delle Scimmie. 

⟡ Per arricchire lo score musicale gestito da Carpenter, che mentre girava si dice traesse ispirazione ascoltando i Metallica, lo stesso convocò gli Anthrax, Steve Vai, Buckethead dei Guns n’ Roses, Robin Finck ed Elliot Easton dei The Cars. 

⟡ Il ruolo di James William sarebbe dovuto andare a Jason Statham, attore d’azione ma agli inizi. Si preferì Ice Cube che, al tempo, andava molto di più. Statham, comunque, in questo film dà il suo primo bacio cinematografico. 

⟡ Il film fu girato interamente di notte. 

⟡ Molte delle scene della miniera furono girate presso una miniera di gesso vicino ad Albuquerque (New Mexico). Poiché il gesso è bianco, per dare un’atmosfera marziana il minerale fu spruzzato con un colorante alimentare rosso. 

⟡ Il ruolo andato a Natasha Henstridge doveva andare a Courtnney Love che, però, dovette rinunciare per un incidente: le andarono sul piede con una macchina. 

⟡ Le riprese furono interrotte per due settimane a causa dell’esaurimento psicofisico della Henstridge al terzo film girato uno dietro l’altro. 

⟡ Dopo questo film, Carpenter ebbe un esaurimento nervoso e s’allontanò da Hollywood. Tornò nove anni dopo con the Ward (2010).

Titolo originale

Ghost of Mars

Regista:

John Carpenter

Durata, fotografia

98', colore

Paese:

USA

Anno

2001

Scritto da Exxagon nell'anno 2008; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0

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