il Giardino delle streghe
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Voto:
papà Oliver Reed (Kenth Smith) e mamma Alice (Jane Randolph) sono preoccupati perché la loro piccola Amy (Ann Carter) è una bimba solitaria ed emarginata dagli amici, e con una fervida fantasia che ricorda quella di Irina (Simone Simon), la prima moglie di Oliver, morta tragicamente; i genitori si preoccupano ulteriormente quando Amy dice loro che la sua nuova amica immaginaria è Irina.

LA RECE
Pseudo-sequel de Il Bacio della pantera che abbandona il tema della maledizione felina per esplorare la psicologia infantile attraverso Amy, bambina solitaria che comunica con lo spirito di Irena come "oggetto transizionale" nel passaggio verso l'età adulta. Lewton trasforma il potenziale horror in dramma familiare e studio psicologico.
Seguito non-seguito de il Bacio della pantera (1942), il cui soggetto, scritto da Val Lewton, avrebbe dovuto intitolarsi “Amy e la sua amica” ma i dirigenti della RKO insistettero per il titolo The Curse of the Cat People al fine di attirare la platea che era stata piacevolmente impressionata dal film del ’42. Il titolo italiano, poi, deraglia completamente. In realtà, della pellicola originaria, abbiamo solo la presenza degli stessi attori nei loro precedenti ruoli ma la trama è totalmente disconnessa dal racconto del popolo felino e della maledizione che colpiva Irina. Il film, primo credito registico di Robert Wise (gli Invasati, 1963) chiamato a completare il debutto del regista di cortometraggi Gunther von Fritsch che andò lungo sui tempi, viene oggi rivalutato dai cinefili ma, a suo tempo, non solo godette di poco richiamo nelle sale ma venne anche avversato dalla critica che si lamentò della mancanza del tema della maledizione, perdendo di vista la sottigliezza psicologica del lavoro di Lewton. Quest’ultimo non fece altro che riportare su schermo molta della sua personale attitudine; la storia dell’albero come cassetta delle lettere, per dire, faceva parte dell’esperienza infantile dell’artista con il proprio padre, e la tensione tra Amy e Oliver pare rispecchiasse il vero rapporto di amore/odio che intercorreva fra Val Lewton e sua madre Anna "Nina" Leventon. Inoltre, la moglie di Lewton, Ruth Knapp, pittrice e insegnante per bimbi autistici, reputava il marito un uomo che non avesse mai del tutto varcato la soglia che separa l’infanzia dal mondo reale. Tramite il dramma della solitudine di una bimba, Lewton e lo sceneggiatore DeWitt Bodeen (la Settima vittima, 1943) generarono una storia che funziona simultaneamente come dramma familiare, studio psicologico e critica implicita del conformismo sociale. Lo psicodramma di Amy è una meditazione sui "fenomeni transizionali" dei quali Donald Winnicott scrisse in "Gioco e Realtà" (1971), ovvero fenomeni di attività infantile che, detto in parole molto povere, mediano il passaggio dall’infanzia all’età adulta (per chi voglia approfondire); su questa base s’innesta la scrittura di Lewton, il quale, difendendo la facoltà immaginativa come essenziale alla salute psicologica, suggerisce che l'immaginazione infantile contenga più verità della razionalità adulta. L'amicizia di Amy con lo spirito di Irena, quindi, rappresenta non patologia ma saggezza, infine accettata dagli adulti, se non condivisa. Ma le sequenze psicologicamente più audaci del film si giocano nella magione della misteriosa Mrs. Farren (Julia Dean) e di sua figlia Barbara (Elizabeth Russell), un sinistro tableau gotico che Shirley Jackson avrebbe successivamente sfruttato per la scrittura del romanzo del 1962 “Abbiamo sempre vissuto nel castello” e che sembra riecheggiare in Che fine ha fatto Baby Jane (1962). In casa Farren, il trauma familiare si riflette negli ambienti, con questa algida Barbara intrappolata in un'infanzia perpetua e perpetuamente frustrata nel suo desiderio essere amata da un madre che, invece, sembra persa in un mondo fantastico che rimpiange la gloria passata. Barbara e sua madre sembrano funzionare come ombre junghiane di Amy, il suo doppio finito male in quanto, per quelle donne, l’immaginazione ha del tutto prevalso sulla capacità d'integrazione sociale, skill manchevole in Amy. Ma Irina, nel film del ’42 donna psicolabile invece qui angelico spirito, funge da oggetto transizionale pacificante e vivente nello spazio liminale tra memoria e fantasia, utile ad Amy come guida attraverso il complesso labirinto che connette l'infanzia all'età adulta. Spettacolo, quindi, assolutamente meritevole, pur pronti ad affrontare una pellicola non priva di passaggi melò, dialoghi naïve e anche sequenze di pedagogia un po’ bizzarra; ma tutto va contestualizzato ai propri tempi. Sequel più che interessante e meritevole di recupero. Perfetto per un pomeriggio autunnale o alla serata sotto il plaid. Spiace, oltretutto, per la piccola attrice Ann Carter che contrasse la poliomielite in età adolescenziale e, per questo, vide la sua carriera arrestarsi.
TRIVIA
Elizabeth Russell (1916-2002) dixit, a proposito degli anni '90': “Non hanno avuto altro che caos da quando Dio è stato tolto dalle scuole, e non avranno mai nient'altro che caos fino a quando non ce lo rimetteranno.” (IMDb.com).
⟡ Il personaggi di Irina è di origine serba, come mostrato nel film del '42 ma canta ad Amy un tradizionale canto natalizio francese "Il Est Ne, Le Divin Enfant", questo perché l'attrice Simone Simon era francese.
⟡ Il libro intitolato "Il mondo interiore dell'infanzia" citato da Miss Callahan, l'insegnante di Amy, è una vera e propria opera scritta dalla psicologa americana Frances Wickes intorno al 1930. Questo lavoro fu molto ammirato da Carl Gustav Jung, che ne scrisse un'introduzione nel 1931.
⟡ Il dipinto raffigurante gatti e un bambino, esposto nella casa dei Reed e descritto come l'opera d'arte preferita di Irina, è l'opera di Francisco Goya "Don Manuel Osorio".
⟡ Dato il budget limitato, si usarono i set di L'orgoglio degli Amberson (1942) di Orson Welles
⟡ La poesia citata da Miss Callahan è "The Unseen Playmate" di Robert Louis Stevenson da "A Child's Garden of Verses" (1913).
Fast rating
Titolo originale
The Curse of the Cat People
Regista:
Robert Wise, Gunther von Fritsch
Durata, fotografia
70', B/N
Paese:
USA
1944
Scritto da Exxagon nel settembre 2025 + TR; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0