the Lodge
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Voto:
Eleganti silenzi nevosi e buoni movimenti di camera vanno a silenziare un soggetto filmico che va compreso bene nella sua demenzialità. Richard Hall (Richard Armitage), papà di Aiden (Jaeden Martell) e Mia (Lia McHugh), fra tante donne da frequentare dopo la separazione con mamma Laura (Alicia Silverstone) sceglie la giovane Grace (Riley Keough) uscita di fresco dalla setta suicida fondata da un padre folle. Alla notizia del nuovo legame sentimentale, mamma Laura non si fa scrupoli a spararsi in bocca lasciando i due giovani figli nella disperazione. Grace, ancora non ripresasi dai sui personali traumi, e sotto psicofarmaci, pensa sia cosa buona e giusta isolarsi in un cottage in mezzo al nulla per conoscersi meglio coi figli del suo uomo, il quale non trova affatto contrindicato lasciare due figli turbati e rabbiosi da soli con una donna scompensata mentre lui è al lavoro, distante sei ore di macchina. Ah, l’ho detto che la piccola Mia, incapace di stare tranquilla senza la sua bambola oggetto-transizionale, è comunque capace di organizzare trappoloni col fratello esercitandosi con le miniature? Che ne esca un horror da premesse tanto artificiose non ci sono dubbi, ma questa scrittura illogica e strumentale affossa il thrilling di un horror che palleggia suggestioni fra Shining (1980), Hereditary (2018) e il palesemente citato la Cosa (1982) per l’isolamento e la paranoia del rifugio nevoso. Fiala e Franz, affezionati alle diadi fraterne dalla psiche sconvolta, come nel loro precedente e migliore Goodnight mommy (2014) fanno errori di scrittura che rivelano troppo e manipolano narrazione e pubblico in direzione di una tesi che in the Lodge è altresì confusa. Chi è, qui, il cattivo? Sembra sia Grace che, invece, finisce per fare molta compassione perché, dopo la sua disgraziata famiglia, rimane impigliata nella tela nera della famiglia Hall che è un accrocco di matti e sconsiderati, partendo dalla madre suicida, passando da due bimbi psicopatici e finendo al padre demente. Ho il dubbio, tuttavia, che il duo registico volesse dire altro. La tecnica camuffa tante idee e tutte confuse.

Titolo originale
Id.
Regista:
Severin Fiala, Veronika Franz
Durata, fotografia
108', colore
Paese:
USA, UK, Canada
2019
Scritto da Exxagon nell'anno 2021; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0
