Luca il contrabbandiere

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Il Marsigliese (Marcel Bozzuffi) vuole spazzare via tutta la vecchia guardia camorrista di Napoli che traffica solo in sigarette, e sostituirsi ad essa per smerciare droga. Luca Iello (Fabio Testi), contrabbandiere, non ci sta, e con l'aiuto dei vecchi boss prepara la resistenza.

LA RECE

Esordi del cinema italiano: il genere storico in costume, l'esaltazione delxxxxxxxxxxxxxdità. Più di un secolo fa, più creatività e cazzimma di oggi.

Com'è che Lucio Fulci, uno degli storici maestri dell'horror italiano, ha compiuto questa incursione in un genere tanto distante dalle sue consuete pellicole, finendo per avere a che fare con personaggi quali Francuccio, Patané e Alfonsino? "Io avevo letto un'inchiesta giornalistica sul contrabbando e la trasferii con Mariuzzo in un film nero all'italiana. Ci divertimmo molto a farlo" (Giusti, 2004). Il divertimento del regista e degli sceneggiatori Giorgio Mariuzzo, Ettore Sanzò e Gianni de Chiara è anche quello dello spettatore se quest'ultimo partecipa allo stile Fulciano, infatti l'abso di sangue e violenza nel film diventa l'elemento d'interesse. Per una pellicola che avrebbe dovuto intitolarsi appropriatamente Violenza, Fulci trasferisce metodi e mezzi dell'horror in quel di Napoli per raccontare una guerra fra le nuove leve della malavita che non si fanno scrupolo a vendere droga, mentre la vecchia guardia ha un cuore e un codice d'onore e ritiene che l’unica droga salutare sia la nicotina; la camorra del "quando c'eravate Voi queste cose non succedevano", la camorra narrata romanticamente anche in alcuni film di Mario Merola, una malavita da carezza in un pugno. Magia del cinema. Fatto sta che, in questo crime all'italiana, Fulci butta dentro tutto un arsenale di violenza, sangue e sesso bonificando il terreno per l'appassionato di horror più che per il patito de il Padrino (1972); non stupisce, dato che la penna di Sanzò è la stessa che scrisse l’Ultimo treno della notte (1975). Corpi bolliti, facce ustionate, teste esplose, colpi di pistola in bocca, fucilate dilanianti e la sodomizzazione di Adele (Ivana Monti), moglie di Luca, mentre quest’ultimo ascolta impotente al telefono le fasi dello stupro. Non troppo diversamente da uno spaghetti western regolato dal diktat "fuorilegge ma con onore", Fabio Testi prima subisce, poi s'incazza e, senza scordare il suo passato di stuntman, ci regala qualche salto attraverso le finestre e altre acrobazie. A prescindere dalle scene di sangue e violenza che hanno reso famosa la pellicola, ciò che rimane è un consueto film di mafia all'italiana, cosa che potrebbe risultare indigesta ai non avvezzi. Il ritmo, però, è buono e la recitazione non è male, confermando che Testi avrebbe meritato una carriera più cinematografica e meno televisiva. Di sicuro, il più truce mafia-movie prodotto nello Stivale; difficile che si possa fare ancora un film del genere. Quindi, non perdete l'occasione di vedere le proposte di Fulci per eliminare la piaga della droga.

TRIVIA

Il film, come racconta lo stesso Fulci, ebbe peculiari finanziatori: “Un giorno, per la scena di un funerale, mi seguono otto motoscafi, anziché tre come di consueto. Scendono alcuni uomini e mi dicono che dobbiamo andare a parlare con delle persone […] mi fanno entrare in un enorme night vuoto: lì, vedo quattro uomini seduti in fondo e un signore, un certo “Gianni Brilcream”, il quale, gentilissimo, mi offre tutta la sua disponibilità per risolvere qualsiasi problema che eventualmente si verifichi durante le riprese. Testi, che aveva minacciato di lasciare il set se non avesse avuto la diaria, immediatamente fu accontentato: questi uomini fecero una colletta nei negozi e noi pensavamo che i negozianti fossero loro amici che prestavano soldi… […] Tanto carucci, correttissimi. La produttrice Infascelli, invece, non pagò” (Nocturno dossier 3, 2003).

⟡ Fulci compare nei panni di un camorrista che usa il mitragliatore contro il Marsigliese. 

⟡ La donna senza mutande in discoteca che ci prova con Luca è Ajita Wilson, attrice trans presente in molte produzioni di cinema bis-eros (le Notti porno nel mondo n°2, 1978; Femmine infernali, 1979; Orinoco, prigioniere del sesso, 1980; Perverse oltre le sbarre, 1983; Detenute violente, 1985). 

⟡ Guido Alberti, l'attore nei panni di Don Morrone, è stato il fondatore del famoso premio letterario Strega.

Regista:

Lucio Fulci

Durata, fotografia

100', colore

Paese:

Italia

Anno

1980

Scritto da Exxagon nell'anno 2013; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0

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