Mandy
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Voto:
Il boscaiolo Red Miller (Nicholas Cage) vive una vita semplice e incantata al fianco della compagna Mandy (Andrea Riseborough), illustratrice fantasy. La setta dei Bambini della Nuova Alba passa nei paraggi e il capo del culto, Jeremiah Sand (Linus Roache), vista Mandy, la fa rapire da un gruppo di motociclisti demoniaci. Quando Mandy non accetterà le profferte sessuali di Jeremiah, quest’ultimo deciderà di bruciarla viva davanti agli occhi del disperato Red che, creduto poi morto, si risolleverà e si scatenerà in una tremenda vendetta.
LA RECE
Strano e con un Cage che pare fuori posto; tuttavia, la visione di Cosmatos ha un suo affastellato perché. Autoriale, weird, eccessivo. Non per tutti ma interessante e, comunque, più approcciabile del precedente lavoro.
In sostanza, un rape & revenge ma con la presenza di Nicholas Cage che parrebbe voler richiamare il pubblico mainstream. Il film, però, è di Panos Cosmatos, quindi dice male a coloro che da Mandy si aspettano le narrazioni lineari e d’intrattenimento tipiche delle pellicole che ospitano Cage. Mandy non è fanta-weird-lisergico come Beyond the black rainbow (2010) ma siamo comunque nel campo del cinema in cui la forma soverchia il contenuto, e l’impronta autoriale del regista la dice lunga e la dice tutta. Cromatismi, simbologie, animazioni, effetti sonori, psichedelie, post-apocalisse, fantasy e pure i cenobiti in motocicletta. Mandy del titolo è la bella Riseborough resa scialba e un po’ terrificante come Shelley Duvall in Shining (1980), con una cicatrice sul volto, marchio di predestinazioni sfigate, e raminga nei boschi dove trova cuccioli di Bambi morti. Brutto segno pure questo. Cage è sempre Cage, coi suoi dentoni nella bocca stretta e la faccia di quello che è buono come il pane ma se lo fai incazzare… E infatti, la novella Manson Family porta Red allo scompenso e a forgiare una sciabola con la quale menerà fendenti fra foreste trasformate in un mondo un po’ Mad Max, un po’ Ken Shiro, un po’ iconografia metal, un po’ Lovecraft, un po’ fantascientifico trash anni ’80 e altre pellicole legate al satanismo assortito. Se la trama è flebile e risaputa, il film, tuttavia, ha i suoi momenti o, almeno, i suoi quadri visivi meritevoli, e anche questa capacità di costruire e saper trasmettere le sensazioni di un mondo avulso da ogni contesto, disperato e opprimente. Poi, esplosioni di violenza coerenti con il tutto. Coerente anche la presenza incoerente di Cage, sopra le righe per ragioni di copione ma anche perché trasudava, così lui stesso riferì, il malessere per l’improvvisa fine del suo matrimonio con Alice Kim durato quattordici anni; le sue facce, i suoi pianti, le sue battute sono veicolo del potenziale trash della pellicola, anch’esso ben previsto da Cosmatos. Alla larga coloro che pensano che il cinema autoriale sia solo quello con gente sull’orlo del climaterio che bisbiglia le proprie depressioni per una vita che doveva andare così e invece è andata cosà.
TRIVIA
⟡ L’arma forgiata da Red omaggia il logo della band metal Celtic Frost.
⟡ Nicholas Cage venne approcciato da Cosmatos per vestire i panni del villain Jeremiah Sand ma all’attore non piaceva quel ruolo. Il regista gli fece notare che il film era incentrato sullo scontro fra giovani e vecchi e che il personaggio di Red non era adatto a lui, ma non si arrivò a un accordo. Un anno dopo, l’attore Elijah Wood, qui produttore, fece in modo che i due si incontrassero ancora; il focus dell’attenzione venne spostato sul tema dell’amore perduto, cosa per la quale Cage poteva ben interpretare il ruolo di Red.
⟡ Il libro che legge Mandy s’intitola "Seeker of the Serpent's Kiss"; si tratta di un libro inesistente che prende il nome dal brano musicale composto da Jóhann Jóhannsson che si sente, appunto, nella scena che vede la donna leggere.
⟡ Il film, che Cosmatos ha descritto come allegoria della morte dei suoi genitori, è dedicato al compositore Jóhann Jóhannsson (Last and the first man, 2020) deceduto a 48 anni, nel gennaio 2018, per un’overdose di cocaina combinata con altri farmaci.
⟡ Alla fine del film, Red dice al capo della setta: “lo psicotico annega dove il mistico nuota”. Si tratta di una variazione della frase: “The psychotic drowns in the same waters in which the mystic swims with delight” (lo psicotico annega nelle stesse acque nelle quali il mistico nuota con diletto) scritta da Joseph Campbell nel libro “Psychology of the future: lessons from modern consciousness research”. La frase sottolinea la sottile linea che divide spiritualità e follia ma anche il fatto che gli psicotici, pur cogliendo alcuni elementi della realtà, ne vengono soverchiati e travolti, motivo per cui, e ciò vale per molti individui non solo psicotici, lo squilibrio mentale viene non di rado confuso con la sensibilità.
⟡ Vi sono delle similarità fra il capo del culto Jeremiah Sand e Charles Manson (1934-2017): entrambi sono stati musicisti falliti e molto suscettibili circa la loro arte, entrambi chiamano “maiali” le loro vittime, entrambi usano droghe psichedeliche prima dei loro atti di violenza.
⟡ La canzone che Jeremiah fa sentire a Mandy per sedurla si intitola “Amulet of the Weeping Maze" ed è diventata un bestseller sul sito Bandcamp dopo l’uscita del film: la canzone, che dura 17 minuti, contiene anche un dialogo in cui Jeremiah parla della sua visione della vita, del mondo e di Dio.
⟡ La canzone con la quale il film si apre, “Starless” dei King Crimson, era stata diffusa nel 1974 con l’album “Red”, nome del protagonista maschile.
⟡ Il film si svolgerebbe lo stesso anno degli eventi narrati nel primo film di Cosmatos, Beyond the black rainbow.
⟡ La luce verde che, nell’animazione, Mandy estrae da un cadavere è un omaggio alla sfera verde di Heavy metal (1981).
⟡ La strana daga con la quale Fratello Swan pugnala Red è chiamata dal primo, il Tainted, la Lama della Notte Pallida forgiata negli Strati Abissali, riferimento al gioco di ruolo Dungeons and Dragons in cui Pale Night è la Madre dei Demoni e Signora degli Abissi. L’adattamento italiano del film, tuttavia, si è preso una certa libertà nella traduzione, dato che la frase detta da Swan nella versione originale è: “This is the tainted blade of the Pale Night”, questa è l’infetta lama della Notte Pallida; “tainted” è aggettivo della Pale Night blade, mentre nella versione italiana diventa nome proprio della lama.
Titolo originale
Id.
Regista:
Panos Cosmatos
Durata, fotografia
121', colore
Paese:
USA, Belgio, UK
2017
Scritto da Exxagon nell'anno 2020; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0
