Mio caro assassino
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Voto:
Il commissario Luca Peretti (George Hilton) indaga sulla morte di un investigatore di assicurazioni che è rimasto decapitato presso una cava. Altre persone iniziano a morire e tutto sembra riportare al rapimento di una bambina avvenuto tempo prima.
LA RECE
In mano a Valerii, Leoni e Bucceri, la combo giallo argentiano e classico whodunnit assume un'interessante prospettiva e complessità narrativa.
Notevole giallone italico del Valerii più pratico di western (Il Prezzo del potere, 1969; una Ragione per vivere e una per morire, 1972; il Mio nome è Nessuno, 1973) che si cimenta col genere portato in auge da Bava e Argento, e sembra averne appreso così bene le regole da scegliere una strada autoriale che dia vita a una sintesi d’impatto maggiorato per l’affiancamento di suggestioni argentiane e whodunnit più classico ma, soprattutto, privilegiando la verosimiglianza della narrazione. Il soggetto di Roberto Leoni e Franco Bucceri si rivela un solido meccanismo d’indagine, così come rigorosa è la messa in scena di Valerii, senza che i tre debbano rinunciare a colpi bassi di violenza grafica non indifferente, il primo dei quali si ha all’inizio tramite la scena della decapitazione praticata con uno scavatore. In effetti, è proprio l’appaiarsi di compostezze narrative ed esplosioni di violenza a rendere Mio caro assassino un giallo fra i più interessanti nella sua categoria. Scena culto, a questo proposito, l’omicidio di Patty Shepard (nel film la maestra Paola) aggredita con una sega circolare. Pur divergente nelle intenzioni, il dazio argentiano viene pagato con l’inserimento del disegno della bambina, del pezzo mancante, dell'identità del colpevole nascosta in un particolare che sfugge; tipica del genere, anche la ridda di personaggi tutti potenziali colpevoli. La presenza di un pittore-scultore pedofilo darà l'occasione di mostrare una bambina nuda, elemento exploitation forse evitabile. Attori validi capeggiati dal veterano Hilton (lo Strano vizio della signora Wardh, 1971; la Coda dello scorpione, 1971; Tutti i colori del buio, 1972; Perché quelle strane gocce di sangue sul corpo di Jennifer? 1972) reggono la lunghezza della pellicola “arricchita” da approfondimenti abbastanza inutili sulla vita privata del commissario Peretti. Accompagnamento dal vocale sinistro nello score di Morricone in dirittura di un finale-movente un po' blando visto il circo che l’omicida aveva imbastito. Plauso della critica ma il pubblico, ai tempi, apprezzò meno la natura non canonica dell’operazione; con gli anni, il film ha goduto di un completo e meritato recupero.
TRIVIA
Tonino Valerii (1934-2016) dixit: “Non vedo più cinema. Vedo altre cose che non sono cinema. Se mi arrivassero proposte interessanti tornerei dietro la macchina. Intanto mi è arrivata la richiesta di un remake de i Giorni dell’ira da parte del regista Carlo Carlei. A lui glielo farei fare molto volentieri. La colonna sonora del film, firmata da Riz Ortolani, è stata ripresa da Tarantino in Kill Bill. È un contaminatore straordinario, maneggia le citazioni fino a renderle quasi irriconoscibili” (recensito.net).
⟡ Nessun dato, per ora.
Regista:
Tonino Valerii
Durata, fotografia
100', colore
Paese:
Italia, Spagna
1972
Scritto da Exxagon nell'anno 2012; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0
