the Mist

Voto:

David Drayton (Thomas Jane), un pittore di Castle Rock, si reca al supermarket col figlioletto Billy (Nathan Gam-ble) e con il vicino di casa Brent (Andre Braugher). Arrivati a destinazione, dopo pochi minuti un enorme banco di nebbia ingoia l'intera cittadina. Le persone nel supermarket si barricano poiché qualcuno, che ha trovato rifugio tra loro, sostiene che nella nebbia si nascondano strane creature. La gente del supermarket si organizzerà per affrontarle ma senza allontanarsi dal luogo. Il problema, però, non è solo ciò che c'è fuori dal market: l’invasata Mrs Carmody (Marcia Gay Harden) crede sia giunto il giorno del giudizio e molte persone finiscono per crederle.

LA RECE

Fantahorror potente allegoria sociale e analisi della psicologia di massa sotto pressione. La paura dell'ignoto diventa catalizzatore per l'emergere dei nostri demoni interiori e, in tempo di crisi (11 settembre 2001), la retorica apocalittica e folle si fa verità. In chiusa, uno dei finali più nichilisti nella storia del mainstream USA, più prossimo a Lovecraft che a King.

Tratto da una novella di Stephen King contenuta nella raccolta "Skeleton Crew" (1985), the Mist è un horror fantascientifico d'impianto classico ma riletto in chiave post-moderna per dirci diverse cose sulla natura umana piuttosto che su quella dei mostri. Frank Darabont, non particolarmente prolifico come regista, ha da tempo stretto un'alleanza informale con King e le riduzioni cinematografiche dei romanzi di quest’ultimo realizzate dal regista sono ormai dei classici riconosciuti (le Ali della libertà, 1994; il Miglio verde, 1999) senza dimenticare che Darabont nasce come sceneggiatore e il suo primo lungometraggio è un horror: Strategia di una vendetta (1990). King, che non le manda a dire se non è soddisfatto dei film tratti dai suoi libri, sembra essere rimasto folgorato dal lavoro compiuto da Darabont soprattutto dal finale del film, diverso da quanto scritto da lui ma da lui stesso definito migliore del suo operato. Darabont, dal canto suo, di the Mist ha detto che rappresenta il momento più felice della propria carriera. Entusiasmi giustificati. Pur essendo un fantahorror non privo di elementi che rimandano al cinema del ’50, the Mist sovverte il modello classico facendo dei militari la causa e non la soluzione del problema e, cosa più importante, privando il racconto del sollievo di una figura femminile davvero positiva; la principale donna del film, Mrs Carmody, è un personaggio spaventoso quanto i mostri nascosti nella nebbia. La classicità d'impianto s'innesta sulla corrente post-moderna di pellicole che hanno voluto interpretare le paure conseguenti agli atti terroristici dell'11 settembre 2001, come fu per: Signs (2002), la Guerra dei mondi (2005), Io sono leggenda (2007), Cloverfield (2007) e Ultimatum alla terra (2008). Prima dell'attentato alle Torri Gemelle, il genere fantahorror era impegnato a creare simpatiche distruzioni di massa impersonali realizzate per il puro piacere degli occhi; si vedano, ad esempio, Godzilla (1998) o Indipendence day (1996). In seguito alla tragedia del 2001, il cinema si è mostrato più attento all’emotività delle vittime e ai tentativi della gente comune di affrontare un disastro. In the Mist ci si spinge oltre e, con il personaggio di Mrs Carmody, si mette in scena il risorto spirito fondamentalista di tanta America che, dopo il 2001, ha inneggiato alla vendetta e al “Got mit Uns”, ben poco diversamente da ciò che affermava la controparte islamica fondamentalista. Il regista interpreta i timori dell'uomo comune alle prese con un dramma enorme che deve condividere con i suoi (dis)simili. Si sovvertono le classiche aspettative del pubblico, lasciando che una donna, che deve tornare a casa dai figli, lasci il supermarket senza che nessuno abbia il coraggio di accompagnarla; in un film classico il protagonista maschile si sarebbe gettato in prima fila con spirito di cavalleria ma, qui, David Drayton si fa indietro. Quando la donna si avventurerà sola nella nebbia non le accadrà nulla benché tutti, da cliché, si aspettino di sentire grida disperate. Fin da subito, risulta chiaro che Darabont e King abbiano creato qualcosa di distante dalle note ovvietà del genere e dalle comode certezze della moralità eroica. Il film costruisce tensione per parecchi minuti lasciando in sospeso sia protagonisti sia spettatori riguardo la vera natura della minaccia che si nasconde nella nebbia, quindi spalanca un mondo lovecraftiano di creature bizzarre quanto letali venute da un'altra dimensione; una delle scene finali che mostra un'immensa creatura tentacolare a sei zampe che sovrasta i protagonisti è di grande impatto visivo ed emotivo. Il film, perciò, passa da una fase preparatoria e suggestiva nella quale non viene mostrato molto, a una seconda parte più movimentata e, in qualche modo, più canonica, con gli umani che lottano scopettoni alla mano, dato che non ci sono armi a parte una pistola coi proiettili contati. Il nucleo del film, però, rimane sempre la dinamica umana, il modo in cui la gente affronta la crisi. La nebbia, che altro non sarebbe se non la metafora delle odierne difficoltà sociali, eclissa il sole e la ragione generando mostri: superstizione, ignoranza, egoismo e paura. È altresì interessante il fatto che Mrs. Carmody sia ritenuta, sulle prime, l’innocua matta del paese ma, nel prosieguo, essendo l'unica ad avere risposte, per quanto insensate e folli, riesca a capitalizzare sulle paure della gente e a formare una vera e propria setta; i suoi sproloqui da delirio mistico sono la cosa in assoluto più disturbante di tutta la pellicola. La conclusione del film, distante dai finali concilianti di tanto cinema buonista, riporta l'horror alla sua essenza disperata. Affinché i personaggi del film risultassero più comuni possibile, Darabont ingaggiò attori non troppo noti che, però, si fanno valere; si distinguono le caratterizzazioni di Toby Jones (Ollie) e di William Saddler (Jim); valido il protagonista Jane e superba Marcia Harden. A livello effettistico, il film è più che discreto soprattutto quando gli esseri agiscono nella nebbia; l'assalto al supermarket perpetrato da quelli che sembrano insetti giganti palesa i limiti della computer grafica ma, come detto, questo film con mostri non è esattamente un film di mostri e i limitati difetti effettistici non disturbano. Il regista avrebbe voluto girare the Mist in bianco e nero, e consiglia di vederlo in monocromatico: sperimentato il suggerimento, ne confermo il potenziale. Nel 2017 esce la serie tv la Nebbia trasmessa su Netflix.

TRIVIA

Ferenc “Frank” Árpád Darabont (1959) dixit: “Se si guarda un horror classico come l'Esorcista, parte di ciò che lo rende così spaventoso è che sembra dannatamente reale. Se si aggiunge al racconto una dimensione troppo isterica, troppo cinematografica, il pubblico prenderà il film meno sul serio. Ma se lo si interpreta secondo un principio di realtà assoluta, allora il senso di minaccia e l'orrore che, in primo luogo, sono il motivo per cui si va al cinema a vedere un horror, si rafforzano” (IMDb.com).

⟡ Per salvare tempo produttivo, il regista ingaggiò i cameramen che lavoravano per la serie tv the Shield (2002-08) abituati a tempi realizzativi ristretti. 

⟡ All'inizio del film si vede David che dipinge in camera sua. Il quadro, preso dalla serie "Dark Tower" scritta da King che ha come protagonista il pistolero Roland, fu in realtà realizzato dall'artista Drew Struzan che ha anche creato i poster di Guerre stellari, Indiana Jones, Harry Potter, la Cosa, Blade runner e altri. Anche il poster di the Mist è stato creato da Struzan. 

⟡ Nella camera di David si può vedere il poster de la Cosa (1982) di Carpenter, il quale, fra l'altro, ha diretto the Fog (1980) che trattava di una nebbia maledetta. 

⟡ Tutti i tomi esposti in un portalibri girevole all'interno del supermarket sono stati scritti da Stephen King. 

⟡ Quando un gruppo di protagonisti va nella farmacia accanto al supermarket, David prende per suo figlio un fumetto della serie "Hellboy". Nel 2009, Thomas Jane girò come regista e attore the Dark country, riduzione cinematografica di un fumetto, e scelse come protagonista Ron Perlman, star del film Hellboy (2004). In origine, Darabont aveva proposto all'attore che il fumetto da prendere per il figlio fosse "The Punisher: war journal", anche perché l'attore aveva vestito i panni del Punisher nell'omonimo film del 2004. Però, siccome Thomas Jane aveva litigato coi produttori di quel film, decise di usare Hellboy. Nello stesso espositore di fumetti, si può notare "The Goon", un comic inventato da Eric Powell, amico di Darabont e spesso presente durante le riprese di the Mist

⟡ Darabont accettò di fare il film con la Dimension solo e soltanto se i produttori non gli avessero chiesto di cambiare il finale. Non lo fecero. 

⟡ La farmacia accanto al super si chiama "King's Pharmacy", un chiaro omaggio allo scrittore che, oltretutto, nel film l'Occhio del male (1996) vestiva i panni di un farmacista. 

⟡ I militari vestiti di bianco indossano la maschera antigas PGM di fabbricazione ucraina che si usava alla fine degli anni '70. Questo dispositivo non è mai stato utilizzata negli USA e, sicuramente, non come si vede nel film in cui si nota che i filtri sono ancora sigillati, cosa che impedirebbe a chi la indossa di respirare. 

⟡ Un personaggio del film viene colpito da un proiettile che ha prima attraversato una bottiglia di latte, un omaggio a una scena simile visibile nel film the Manchurian candidate (1962). 

⟡ Il regista avrebbe voluto far recitare in una particina anche King ma lo scrittore rifiutò. La parte andò a Brian Libby, il motociclista. 

⟡ È il primo film, fra quelli realizzati da Darabont fino al 2007, che si svolge nel presente. È anche quello di minor durata. 

⟡ Norm indossa una maglietta della radio WKIT di Bangor, Maine. Si tratta della stazione radio di proprietà di Stephen King. 

⟡ La scena finale con il mostro enorme che sovrasta alcuni protagonisti era stata depennata dallo script dallo stesso Darabont, poi convinto a reinserirla dagli effettisti della CafeFX. 

⟡ La morte di Cornell è sottolineata da un Wilhelm Scream. 

⟡ Il tentacolo reciso di un mostro si scioglie in una melma informe e quasi trasparente. È la stessa cosa che accadeva alle bizzarre creature provenienti da un'altra dimensione descritte nella novella "Buik 8" di King.

Titolo originale

Id.

Regista:

Frank Darabont

Durata, fotografia

126', colore

Paese:

USA

Anno

2007

Scritto da Exxagon nell'anno 2011; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0

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