Non aprite quel cancello

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Voto:

La buca nel giardino del giovane Glen (Stephen Dorff) risulta essere la porta verso una dimensione dominata da demoni; questi, ora, possono venire nel nostro mondo. Insieme a Terrence (Louis Tripp), amico occultista, Glen proverà a porre rimedio.

LA RECE

Horror che potrebbe valere come rito d'iniziazione all'horror per bimbi, sempre che si debba. Mostricini e black humor nelle dosi utili ad un pubblico molto giovane. Il corrispettivo degli attuali Piccoli Brividi.

Horror giovanilistico tipicamente anni '80 che vede due preadolescenti affrontare un tot di demoni sbucati dal giardino; il target del film ha chiaramente l'età dei suoi protagonisti. A vederlo in quegli anni, e soprattutto a quegli anni, il gioco poteva valere la candela; vista adesso, la pellicola mostra tutti i suoi limiti. Il titolo scelto dalla distribuzione italiana per attirare i fan dell’horror gioca con Non aprite quella porta uscito, però, undici anni prima; sarebbe bastata la mera traduzione del titolo originale: il Cancello o il Passaggio. Il film si rifà ai miti lovecraftiani, anche se poi, cinematograficamente, rimane adeso a pellicole quali Poltergeist (1982) e la Casa (1981) tentando quel mix di horror e black humor che così bene aveva funzionato nel film di Raimi. La cosa, però, non riesce a Takacs che, scritturando come protagonisti dei giovani attori, fa automaticamente pendere l'ago della bilancia verso il ridicolo più o meno involontario. Dato che si tratta fondamentalmente di bambini, va da sé che i mostri da affrontare non siano davvero spaventosi né crudeli ma, sostanzialmente, dei troll dispettosi che zampettano qua e là mossi in stop-motion, comunque ben realizzati. Verso la fine, salta fuori il demone quello grosso ma, anche qui, nulla di sconvolgente; la dice lunga il fatto che il cattivo venga sconfitto con un giocattolo il cui utilizzo era stato vietato a Glen dai genitori. Si potrebbe osare qualche lettura psicologica della cosa ma, forse, ci si spingerebbe troppo oltre. Il film tenta anche, per qualche minuto nella seconda parte, una variazione zombi-horror che però segue a ruota l'esito modesto di tutto il resto. Le cose migliori sono gli effetti speciali pre-digitali che, quando non magistralmente realizzati (vedere l'occhio nella mano), risultano comunque divertenti. Forse, Non aprite quel cancello potrebbe essere valido per iniziare qualche bambino all'horror senza che gli si turbi il sonno. Seguito da Non aprite quel cancello 2 (1990).

TRIVIA

Tibor Takàcs (1954) dixit: “Non aprite quel cancello è assolutamente vedibile dai bambini dagli undici anni in su… a seconda di quanto sono innocenti. I film dell'orrore rivolti ai bambini sono di sicuro diventati più difficili da realizzare. Oggi, la gente è più disposta ad accettare certe cose sotto la classificazione PG-13 che non era disposta ad accettare allora. Ai tempi, stavamo spingendo il limite un po’ più in là, lo sapevo per certo. Abbiamo anche dovuto tagliare alcune cose dal finale del film, alcuni fotogrammi qua e là che erano un po' troppo estremi. Ricordo una scena in particolare nella quale Terry si nascondeva nell'armadio e saltava fuori e si beccava una bambola Barbie nell'occhio. Era un po' troppo per il comitato di censura, così abbiamo dovuto tagliare alcuni fotogrammi di quella scena” (birthmoviesdeath.com).

⟡ Nessun dato, per ora.

Titolo originale

The Gate

Regista:

Tibor Takács

Durata, fotografia

85', colore

Paese:

USA, Canada

Anno

1982

Scritto da Exxagon nell'anno 2011; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0

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