Non aprite quella porta - l'Inizio

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Voto:

Dean (Taylor Handley) ed Eric (Mattew Bomer), prossimi a partire per la guerra in Vietnam, decidono di concedersi una vacanza con le loro belle. In seguito a un incidente stradale, il gruppo finisce nelle grinfie della famiglia Hewitt composta dal sadico Charlie (R. Lee Ermey), il vecchio Monty (Terrence Evans), la scombinata Luda (Marietta Marich) e il demente futuro Leatherface che ha nome Thomas (Andrew Bryniarski).

LA RECE

Esordi del cinema italiano: il genere storico in costume, l'esaltazione delxxxxxxxxxxxxxdità. Più di un secolo fa, più creatività e cazzimma di oggi.

Dopo il ritorno della famiglia cannibale con il remake Non aprite quella porta (2003) apprezzato da pubblico e critica, Hollywood non perse l’occasione di infilare un capitolo successivo, nella fattispecie un prequel, che andasse ad indagare le origini del folle clan e la nascita del "mentally impaired" Leatherface, l'inizio dell'incubo. Peccato che il flashback che va a spiegare tale inizio, datato 1939, duri una decina di minuti per poi abbandonare la pellicola all’avventura del solito gruppo di giovani che incappa nella famiglia Hewitt, anche se, in questo caso, si tratterebbe del primo manipolo di sfortunati. Liebesman (Al calar delle tenebre, 2003) ripropone lo stile del remake di Marcus Nispel, ovvero colori desaturati e atmosfera vintage con un approccio che sembra richiamare i lavori di Rob Zombie (la Casa dei 1000 corpi, 2003; la Casa del diavolo, 2005), cioè sadismo, dinamismi di ripresa, splatter e qualche momento ironico, il tutto combinato in modo che i maniaci diventino una sorta di anti-eroi. Leatherface, interpretato dal bodybuilder Andrew Bryniarski, è il solito omaccione demente e spietato, non più tormentato dalla disforia di genere ma, qui, col cruccio di essere brutto; il farsi la maschera di pelle umana è un modo come un altro per ottenere il bel viso di uno dei protagonisti. Chi esce vincitore dalla pellicola è Lee Ermey (1944-2018) nei panni del capo famiglia Hewitt, autoelettosi sceriffo Hoyt. Posto eccessivamente in primo piano, Ermey, senza motosega né maschera, interpreta un redneck sadico e cannibale che, fra dialoghi deliranti e immagini truci, tiene banco. I puristi che si lamentarono poiché nel remake del 2003 non compariva la scena della cena di famiglia, qui vengono accontentati con un convivio che, manco a dirlo, non stimola per niente l'appetito. Un film capace di intrattenere, fermo restando la pecca non indifferente di essere un prequel ma non riuscire a offrire nulla che, in sostanza, non avessero mostrato i predecessori.

TRIVIA

⟡ Il DVD contiene tre finali alternativi: ⦁ Chrissie entra nella macchina dopo essere scappata dal mattatoio, Leatherface sfonda il finestrino con la motosega e uccide la ragazza. ⦁ Leatherface, nascosto sul sedile posteriore, infilza con un coltello la ragazza trapassando il sedile... molto Jason Voorhees style. ⦁ Il finale è uguale a quello proposto al cinema, tranne per il fatto che non si sente la voce fuoricampo ma appare una scritta. 

⟡ Il film si svolge nel 1969 ma si sentono canzoni che compariranno sul mercato solo dopo quell'anno. Ad esempio, "Alright Now" dei Free che si sente alla radio sarà distribuita solo nell'estate del 1970. 

⟡ Il modello di motosega che si vede nel film non era diffuso nel 1969 ma apparve solo negli anni '80. 

⟡ La New Line dovette sborsare 3 milioni di dollari in più del preventivato per assicurarsi i diritti per realizzare il film, visto che la Dimension Film aveva fatto un'allettante offerta ai tre detentori dei diritti originali, ovvero: Tobe Hooper, Kim Henkel e Robert Kuhn. 

⟡ È stato il primo film che in Islanda ha ricevuto il divieto ai minori di 18 anni.

Titolo originale

The Texas Chainsaw Massacre: the beginning

Regista:

Jonathan Liebesman

Durata, fotografia

96', colore

Paese:

USA

Anno

2006

Scritto da Exxagon nell'anno 2010; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0

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