Rage - furia primitiva

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Voto:

Il giovane giornalista universitario Frank Duffy (Mitch Watson) finisce morsicato da un babbuino usato per sperimentazioni neurologiche al quale è stata iniettata una sostanza che rende pericolosamente rabbiosi. Frank, contaminato, trasmetterà il patogeno alla bella Debbie (Sarah Buxton) che, subendo violenza sessuale da tre bruti, passerà loro il contagio. Il bel Nash (Patrick Lowe) e la sua nuova fidanzata Lauren (Cheryl Arutt) tentano di contenere il danno al campus.

LA RECE

Zombi virus di gente resa rabbiosa dal solito prodotto scientifico sperimentato da pazzerelli per rendere pazzerelli. Ci si mette la famiglia Rambaldi, al tempo top per gli SFX, ma qui a regimi davvero poco entusiasmanti.

Opera prima di Vittorio Rambaldi, figlio dello stranoto effettista Carlo, che volò in Florida con Umberto Lenzi per realizzare back-to-back questo film e Nightmare beach - la spiaggia del terrore (1988) finendo per condividere due attori, alcuni pezzi musicali, location e lo stesso Lenzi alla sceneggiatura con il nickname Harry Kirkpatrick. Nonostante l’altisonante pseudonimo da rivoluzionario dell’Irish National Liberation Army, Lenzi non rivoluziona alcunché e compone un soggetto sedato con un manipolo di giovani di belle speranze che finiscono per patire le torbide conseguenze di una sperimentazione medica ai danni della solita scimmia sfigata da laboratorio, in realtà un animatrone costruito da Rambaldi senior. Siamo dalle parti di Cronenberg (il Demone sotto la pelle, 1975) e Romero (la Città verrà distrutta all'alba, 1973) ma parecchio in periferia. Il poco dotato Vittorio, che non avrà comprensibilmente troppa fortuna dietro la macchina da presa, realizza senza guizzi, pilotando il cast, pur convinto nelle rispettive parti, verso il solito finale tipicamente ’80 nel quale dovrebbe scatenarsi la baraonda di effetti speciali e il caos nella festa del campus ma qui, ahimè, non si vede granché a parte una sfilata di maschere un po’ grottesche. La cosa più sballata di tutto il film è che la coppia davvero interessante della storia, e peraltro quella meglio resa dagli attori, finisce per essere vittimizzata mentre emergono come protagonisti gli scialbi Nash e Lauren resi maluccio da Lowe e Arutt. Molto meglio l’americanona Buxton che sfida lo stereotipo della bella e stupida: studia fisica nucleare con grande profitto (d’altronde ha un QI di 184!) e accetta di uscire con il giornalista wannabe Duffy che porta gli occhiali tenuti insieme con lo scotch e fuma come un dannato. Troppo bello per essere vero. E infatti, i due si godono giusto due bacetti a bordo piscina e, poi, danno di matto. Tutto molto poco ispirato, pure gli effetti del grande Carlo. Pessimo il trio di bulli capeggiato, ironia, da uno che si chiama Lovejoy interpretato da Doug Sloan che, altra ironia, avrà un futuro al cinema come “animal wrangler”, ovvero colui che si cura degli animali sul set. Filmetto decisamente piatto e dimenticato che avrebbe beneficiato di qualche nudo che, invece, ci viene negato. Non resta che bearsi guardando il look anni ’80 degli universitari. Musiche di Claudio Simonetti; il tema portante “Say The Word” è cantata dai The Facade Band. Male pure qui. Innegabile, però, che l’idea della scimmia liberata dal laboratorio abbia influenzato 28 giorni dopo (2002).

TRIVIA

⟡ Nessun dato, per ora.

Regista:

Vittorio Rambaldi

Durata, fotografia

91', colore

Paese:

Italia

Anno

1988

Scritto da Exxagon nell'anno 2009 + TR; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0

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