Scary stories to tell in the dark
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Voto:
Basato sull'omonimo libro di Alvin Schwartz illustrato da Stephen Gammell e pubblicato negli anni '80, Scary stories to tell in the dark è, per soggetto, un semplice horror con un manipolo di ragazzi che trova nella casa degli orrori un libro maledetto che autonomamente scrive sotto gli occhi dei protagonisti alcuni racconti che li vedranno vittime di un triste destino. Non meno di cinque sceneggiatori, fra i quali Guillermo del Toro, ci si mettono di buzzo buono e, anche grazie alla confezione del talentuoso 0vredal (Troll hunter, 2010; Autopsy, 2016), cavano un horror che non dice nulla di particolarmente originale, né si rivolge a un pubblico che non sia quello dei più giovani, ma sa trasmettere una gradevole quota d'inquietudine, se non di paura e spaventi, anche grazie a due o tre soluzioni visive, leggi mostri, davvero interessanti, oltre alla scena principe del bubbone pieno di ragni, un topos horror, quest'ultimo, che garantisce da sempre un ribrezzo assoluto. Seppure gli ingranaggi siano piccoli e risaputi, compresa la reiterazione dello schema che richiama i meccanismi dei portmanteau horror (fiaba che esordisce, morte di qualcuno, ... ) tutto fila liscio e risulta meno fanciullesco del previsto. Impacchettato piacevolmente negli USA fine anni Sessanta, tutto rimanda con decoro a Creepshow (1982), It (1990) e Death note (2006).

Titolo originale
Id.
Regista:
André 0vredal
Durata, fotografia
108', colore
Paese:
USA, Canada, Hong Kong
2019
Scritto da Exxagon nell'anno 2021; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0