Silent Hill - Revelation

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Voto:

La diciottenne Heather Mason (Adelaide Clemens) non ha vita facile: è turbata da incubi ricorrenti e, con il padre Harry (Sean Bean), ha vagato qua e là cambiando identità. Seguiti dal detective Douglas Candrell (Martin Donovan), viene rivelato che il vero nome della ragazzina è Sharon Da Silva e che la maledetta gente di Silent Hill vuole che lei torni al paesello natio. Morto il detective e rapito il padre, Heather/Sharon deve tornare a Silent Hill; lo farà con il compagno di scuola Vincent Cooper (Kit Harrington). In quel luogo, la giovane si troverà davanti ad Alessa, ostacolo da superare per riabbracciare il genitore.

LA RECE

L'intrattenimento c'è anche ma si abbandona l'atmosfera sinistra e i lampi artistici del predecessore per puntare su 3D e effetti speciali, risultando in dialoghi scarsi, ritmo legnoso e attori importanti relegati a particine. Visione non necessaria che spreca l'iconica presenza di Red Pyramid.

Pur essendo tratto da un videogioco e diretto alla audience più ampia, Silent Hill (2006) riuscì a convincere anche gli horror fans per l'atmosfera generale e alcune sequenze efficaci che davano prova di come lo spunto commerciale potesse dar vita a certi lampi artistici. Del sequel se ne parlò subito, non appena apparve chiaro l'apprezzamento delle platee, benché, poi, il progetto subì una brusca frenata dato che il regista designato Roger Avary, cosceneggiatore del primo film (e soggettista di Pulp fiction, 1994), nel 2008 venne arrestato per omicidio colposo avendo causato un incidente stradale in stato di alterazione da alcol o droga. Il film venne affidato alla britannica Bassett che si era fatta un nome con Deathwatch (2002), Wilderness (2006) e il più accessibile Salomon Kane (2009). Basset, che sceneggia anche, prende spunto abbastanza fedele dal terzo capitolo della saga videoludica con una storia che vede un'inversione rispetto al precedente film in cui la madre cercava la figlia. Qui è Sharon a cercare il genitore e, per arrivare al babbo, l'eroina deve attraversare la selva delle creature immonde e deformate dal Male, un Male subìto dalla povera Alessa che, per osmosi, viene da esso contaminata trasformandola in satanico strumento. Questo il tema vincente e portante del primo film che, al netto dell'effettistica, ne ha fatto un horror interessante. Al lordo, ne ha fatto un bell'horror da guardare, immerso in un'atmosfera sinistra. Silent Hill - Revelation, invece di giocarsi sapide variazioni, preferisce piegarsi a due fattori d'intrattenimento, il 3D e gli SFX. Chi non può godersi lo sfondamento della quarta parete, si dovrà accontentare di dialoghi scarsi, ritmo legnoso e attori demansionati quali la Moss e Malcolm McDowell, relegati a particine. Se la prima parte del film sembra proporsi come Nightmare (1984) ma con i Cenobiti di Hellraiser (1987) al posto di Freddy Krueger, la seconda parte si riduce all'esposizione improvvisa di elementi orrorifici alla ricerca dello spooky fest. Silent Hill immergeva lo spettatore in un mondo alternativo che aveva l'impreciso e inquietante tratteggio del brutto sogno; Silent Hill: Revelation, invece, punta sul jump scares con qualche trovata niente male (il ragno manichino) impegnandosi scarsamente nella creazione di un'atmosfera malsana, con il risultato che certi estetismi, piatto forte del precedente capitolo, risultano ora stucchevoli. Unica nota lieta: Red Pyramid, icona horror davvero niente male, trova più ampia esposizione, benché lo scontro finale contro il demone The Missionary suoni come il sogno bagnato di un adolescente appassionato di carte Magic. Visione non necessaria. Da sapere il fatto che la regista non fu contenta del risultato finale del film.

TRIVIA

⟡ La strada che porta a Silent Hill è la 1119 Sewells Road di Toronto, mentre le strade di Silent Hill sono quelle della cittadina Cambridge (Ontario, Canada).

⟡ Al Jack's Inn si può vedere una scarpa da donna rossa col tacco alto. Nel videogioco Silent Hill 3, Heather usa un oggetto simile per risolvere un quesito nel parco dei divertimenti. Il camionista Travis, visibile alla fine del film, è una citazione del gioco "Silent Hill: Origin", mentre il finale con due macchine della polizia che scortano l'autobus è un tributo a "Silent Hill: Downpour".

⟡ La relazione professionale fra Carrie-Anne Moss e Adelaide Clemens fu particolare e dominata dalla maggior esperienza della prima. Sulle prime, la Moss aveva una relazione cortese e parlava cordialmente con la Clemens, ma quando le attrici arrivarono sul set, la Moss cambiò del tutto atteggiamento. Così descrive le cose l'attrice più giovane: "Lei (Moss) interruppe ogni contatto con me e mi stette sempre ad almeno due metri di distanza. Non realizzai pienamente la cosa finché non iniziammo a girare; lei mi venne vicino e mise la sua mano sulla mia guancia e io non ho mai sentito una più intensa invasione del mio spazio corporeo. Rimasi proprio scossa. Era una cosa affascinante e forte".

⟡ Il costume di Red Pyramid richiedeva "solo" 25 minuti per essere indossato; un passo avanti rispetto al costume del film precedente che necessitava di tre ore.

⟡ Solo il Ragno Manichino è un effetto digitale, gli altri sono effetti vecchio stile per quanto ritoccati col digitale in post produzione.

⟡ Dopo i credits finali si vede Red Pyramid che trascina stancamente lo sciabolone.

Titolo originale

Id.

Regista:

Michael J. Bassett

Durata, fotografia

94', colore

Paese:

USA, Francia, Canada

Anno

2012

Scritto da Exxagon nell'anno 2015 + TR; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0

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