un Sussurro nel buio
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Voto:
Martino (Alessandro Poggi) ha un amico immaginario di nome Luca e, quando le cose non vanno come vuole Luca, si scatena la sua collera. I genitori, preoccupati, assumono uno psichiatra (]oseph Cotten) il quale scopre che Luca era morto alla nascita.
LA RECE
Horror dai toni sommessi che privilegia l'atmosfera psicologica al gore, costruendo suspense attraverso presenze invisibili e il dramma familiare di un bambino fantasma in cerca d'amore. Nonostante alcuni rallentamenti narrativi e sub-plot dispersivi, il film mantiene una certa finezza nell'approccio al genere, con una fotografia curata e una colonna sonora inquietante di Donaggio.
Unico horror per Aliprandi che iniziò la sua carriera come assistente di Luchino Visconti per le opere teatrali; film prodotto, se dobbiamo credere ad Olga Bisera, per motivi molto personali. Si dirà nei trivia. Un Sussurro nel buio è un horror dalle sfumature drammatiche e dai toni sommessi che evita scene di sangue per costruire suspence, sulla falsariga di pellicole quali A Venezia... un dicembre rosso shocking (1973). La prima mezz'ora è molto buona e vede l'introduzione dei personaggi, le relazioni fra essi, e come Martino e il suo amico immaginario influenzino la vita della famiglia. Diversi sub-plot, però, fiaccano e rallentano la storia; anche l'apparizione dello psichiatra si risolve in un arrivo e in una dipartita immediata, riducendo la presenza sullo schermo di Cotten a poco altro che un cammeo dilatato. In ogni caso, il film ha i suoi momenti: il palloncino che vola da solo, Luca che "gioca" a calcio, un'altalena che si muove senza che nessuno la spinga e la scena d'amore davanti al caminetto che, appunto, ricorda il film del '73 di Roeg ma con una certa gravità per i toni drammatici della faccenda. Il fine di Luca non è la vendetta ma la ricerca dell'amore di due genitori che non ha avuto e il bisogno della vicinanza di un fratello-amico; perdere queste cose scatena la sua ira. Il film, tuttavia, non sempre riesce a tenere alto l'interesse dello spettatore e, fra siparietti non indispensabili e alcune verbosità, c'è il rischio di perdersi. Comunque, bravi gli attori, seppur non professionisti di prima fila: Alessandro Poggi (Tentacoli, 1977) mescola bene innocenza e malvagità; John Phillip Law (l'Occhio dietro la parete, 1977; un'Ombra nell'ombra, 1979), nei panni del padre, parte come personaggio monodimensionale e poco empatico per poi preoccuparsi della sorte del figlio in modo più attivo. Curata la fotografia di Claudio Cirillo che mette in luce la location principale (Villa Condulmer a Mogliano Veneto) e lo score musicale di Pino Donaggio che compone un tema sinistro con coretto infantile, anche in questo caso riecheggiando il succitato film del '73. Benché non sia un horror che miri all'effetto facile e allo spavento, e forse proprio per questo, un Sussurro nel buio risulta essere una pellicola di una certa finezza, nonostante non risulti totalmente riuscita. Per gli amanti delle ghost story.
TRIVIA
Olga Bisera, nel film Françoise, ha tutta una sua teoria riguardo la nascita di un Sussurro nel buio: "Enzo Gallo, il mio ex marito che avevo abbandonato [...] volle vendicarsi di me e diventò produttore per attrarre la mia attenzione. [...] Creò questo film ad hoc; però, per punirmi, la parte della protagonista la diede a Nathalie Delon che era un cane come attrice. Mentre a me diede un ruolo da antagonista [...] Nathalie era molto sleale nei confronti di Alain Delon, non mi piacque come persona, mentre io ero legata per ricordi a un Delon stupendo e umano e carinissimo nei miei confronti. Perciò con lei non ebbi un buon rapporto e non le permisi mai di parlare male di Alain, con il quale si era lasciata" (Nocturno dossier 36, 2005).
⟡ Nessun dato, per ora.
Regista:
Marcello Aliprandi
Durata, fotografia
100', colore
Paese:
Italia
1976
Scritto da Exxagon nell'anno 2011 + TR; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0
