Tombe dei resuscitati ciechi
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Voto:
Virginia (Maria E. Arpon) viene invitata da Roger (Cesar Burner) e Betty (Lone Fleming) a partecipare a un viaggio in treno. Virginia salterà giù dal mezzo quando si accorgerà che i due, ognuno a proprio modo, ci stanno provando con lei. In mezzo al nulla, Virginia si rifugia fra le rovine del monastero di Bouzano ma, lì, sarà uccisa da alcuni zombi incappucciati. Roger e Betty tornano sul luogo del delitto per scoprire che il posto è infestato da cavalieri templari morti-viventi, e ciechi.
LA RECE
De Ossorio inaugura la saga dei Templari ciechi con un medieval-horror gotico a metà fra gusto hammeriano ed eurosleaze, dati gli spunti di erotismo. La fotografia suggestiva, il rallenty e la colonna sonora ossessiva compensano un budget limitato e alcune ingenuità narrative. Piccolo cult che, però, può anche essere non visto.
Lo spagnolo Amando De Ossorio, classe 1918, si presentò all'attenzione del pubblico nei primi anni '60 con una serie di western e fece la sua prima incursione nell'horror con Malenka, la nipote del vampiro (1968). Tuttavia, è con i templari de le Tombe dei resuscitati ciechi che Ossorio si farà un nome fra i fan del genere. In coda a la Notte dei morti viventi (1968) di Romero mescolati alle suggestioni letterarie di Gustavo Bécquer coi monaci maledetti, e scegliendo locations galiziane per aggirare preventivamente la censura spagnola, Ossorio diede vita ad una sua peculiare visione dell’orrore che mescolava zombesco (ma qui si tratta in realtà di mummie) e vampiresco, con templari mortiferi che qualcuno, forzando la mano, ha voluto leggere come metafora delle istituzioni spagnole più reazionarie, quindi esercito e Chiesa. La scusa con la quale si fa arrivare Virginia alle rovine di Berzano è un po' debole ma l'atmosfera che si viene a creare non è malfatta: i morti escono dalle loro tombe accompagnati da uno score musicale d'effetto, le mani dei cadaveri emergono dalle porte e dai muri, il lento incedere dei cavalieri zombi, le cavalcate al rallentatore dei templari in sella ai destrieri. Insomma, il genere zombi-horror appena nato incontrava il gotico con questo manipolo di adoratori del demonio che, per ottenere l'immortalità, devono bere sangue ogni tot. Con più moderazione rispetto al connazionale Jesus Franco, anche Ossorio presenta qualche stuzzicante scena exploitation: nell'incipit, una trasognata scena saffica molto molto soft; successivamente, la tortura di una bellissima donna legata al palo, tagliuzzata e poi bevuta dai templari in una sequenza che inserisce nel film dei sottesi vampireschi. Le Tombe dei resuscitati ciechi è, quindi, un mélange eterogeneo di cose diverse ma orchestrate in modo da essere almeno piacevoli. Nella parte finale del film, interessante soprattutto la scena nella quale Betty cerca di evitare i morti ciechi rimanendo immobile, mentre quelli ne avvertono la presenza tramite l'amplificazione del suo battito cardiaco accelerato. Finalissimo shock, o così vorrebbe essere, con fermo-immagine e urla delle persone su una carrozza del treno. Il film ha la sua età e si vede, però rimane un pezzo di horror iberico originale e d’intrattenimento abitato da belle protagoniste. I seguiti, che bene o male ripropongono lo stesso plot, sono: la Cavalcata dei resuscitati ciechi (1973), la Nave maledetta (1973), la Notte dei resuscitati ciechi (1975).
TRIVIA
Amando De Ossorio Rodriguez (1918-2001) dixit: “L’horror è stato la mia preferenza a motivo dei corti che avevo realizzato, i quali erano horror. Quelli venivano da idee che avevo quando ero giovane. […] Da bambino ci raccontavano un sacco di favole. Dicono che le madri galiziane raccontano storie di paura ai loro bambini così a quelli verranno gli occhi grandi” (Rue Morgue Magazine).
⟡ Nella versione originale del film, i morti ciechi non sono mai definiti Cavalieri Templari, piuttosto Guerrieri d'Oriente.
⟡ I costumi e l'aspetto dei templari verranno ripresi da Jess Franco nel film la Mansión de los muertos vivientes (1982) da alcuni ritenuto impropriamente un remake del film di Ossorio.
⟡ Alcuni distributori USA rimontarono il film e lo vendettero con il titolo Revenge from planet Ape tentando di capitalizzare sul successo del film il Pianeta delle scimmie (1968). Fu aggiunto un prologo per cercare di creare una pazzesca connessione fra i due film. Tale prologo spiega che, 3000 anni fa, una civiltà di scimmie antropomorfe super-intelligenti ha combattuto contro gli esseri umani per il controllo della Terra. Gli umani hanno vinto e hanno torturato le scimmie rimanenti bruciando loro gli occhi. Una delle scimmie prigioniere, il capo del gruppo, promette di tornare dalla morte per vendicarsi della brutalità umana poco prima che l'uomo stesso distrugga la Terra col suo fare aggressivo.
⟡ Un quinto film dal titolo el Cementerio de las poseidas era stato programmato ma sfumò per i contrasti fra Ossorio e Paul Naschy che avrebbe dovuto avere il ruolo di protagonista; pare che quest’ultimo non sopportasse più il regista.
Titolo originale
La notte del terrore cieco
Regista:
Amando de Ossorio
Durata, fotografia
101', colore
Paese:
Spagna, Portogallo
1970
Scritto da Exxagon nell'anno 2004 + TR; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0
