Treevenge
-
Voto:
Natale. Alcuni abeti sradicati con violenza dalla propria terra, per essere venduti a famiglie inconsapevoli e insensibili verso il dolore delle piante, non hanno più intenzione di tollerare questo stato di cose.
LA RECE
Corto che alberi che si ribellano agli aguzzini umani. Con un budget minimo, si dà vita a qualcosa di divertente e, al contempo, brutale. Un quarto d'ora speso bene.
Corto girato da Jason Eisener, regista dell’apprezzato Hobo with a shotgun (2011), e presentato a diversi festival nei quali ha meritatamente razziato premi e consensi. Con pochissimi spiccioli e un'originale idea, Eisener realizza un divertissement horror che racconta della violenza mai detta dietro la mietitura degli abeti rossi per rallegrare il Natale di noi umani. Treevenge, però, non va preso assolutamente come un film denuncia scritto da qualche ambientalista che abbia dimenticato di prendere le pastiglie; piuttosto, il corto è un'opera fresca e guascona che rilegge in chiave sarcastica e orrorifica un fenomeno abitudinario. Che c'è di male nell'acquistare un abete per addobbarlo al dì di festa? Niente, sempre che gli alberi non abbiano un'anima e intenzioni come gli Ent descritti da Tolkien. Eisener fa del fenomeno "albero natalizio" un universo brutale abitato da mostruosi e spietati boscaioli che, come nazisti, sradicano gli alberi dalla propria casa, il bosco, uccidono i più deboli e, quindi, infilano i prigionieri in mezzi di trasporto che li portino ai campi di concentramento, i negozi, nei quali becere famiglie potranno portarseli a casa per torturarli con piedistalli e umiliarli con decorazioni e musiche fastidiose. Gli alberi, pazienti fino a un certo punto, si vendicano. Il giorno di Natale si trasforma in un massacro, violento e splatter, ai danni, soprattutto, di giovani e giovanissimi; perché, a loro tempo, gli uomini non avevano mostrato nessuna pietà per gli alberelli né per quei giovani alberi che, rami intrecciati, s’amavano. Le piante, infuriate e spietate, faranno del piccolo angolo cittadino un corner apocalittico in cui gli umani vengono massacrati e smembrati con la vivace brutalità propria di un'orda zombi. Scene culto: il neonato dalla testa fracassata e la coppietta deorbitata e fatta baciare da un ramo che passa da bocca a occhi, più facile a vedersi che a spiegarsi. Non si va per il sottile, tuttavia lo si fa con il sorriso sulle labbra come fu per Staplerfahrer Klaus (2000) ma con più crudeltà e con una strana empatia verso le piante e la loro sofferenza. Ottima prova per Eisener che sta trovando produttivamente uno spazio sempre più meritato. Film weird e orrorifico di solo 15 minuti che non potete mancare; non preoccupatevi degli eventuali limiti linguistici. Dello stesso regista, oltre al sopracitato film del 2011, guardatevi anche Turbo Kid (2015).
TRIVIA
⟡ Il tema musicale presentato all’inizio è quello compost da Riz Ortolani per Cannibal holocaust (1980).
Titolo originale
Id.
Regista:
Jason Eisener
Durata, fotografia
16', colore
Paese:
Canada
2008
Scritto da Exxagon nell'anno 2012 + TR; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0
