Urban Legends 3
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Voto:
La storia di Bloody Mary, una ragazza uccisa nel 1969 da un suo coetaneo perché non si era concessa, funge da spauracchio fra i giovani del posto. Come racconta Samantha (Kate Mara) a due amiche, basta dire tre volte il nome Bloody Mary allo specchio che il fantasma appare. Le tre lo fanno e svaniscono. Verranno ritrovate drogate e in stato confusionale.
LA RECE
La trilogia della leggenda urbana, al suo secondo sequel, si snatura e si va ad appoggiare al J-horror che, in quegli anni, faceva faville. A parte una sequenza e la presenza di una acerba - professionalmente - Eva Mendes, il film non ha grosse carte da giocare. Teen horror evitabile.
Nel 1998, Urban legend aveva cercato di dire la sua all’interno del genere slasher innestando in esso la ricca e spesso sinistra aneddotica legata alle leggende urbane; il risultato fu fiacco ma gli incassi discreti. Due anni dopo il primo sequel, operazione modestissima, arrivò il direct-to-video Urban legend 3 che cercò di ridare vigore a un tema che, già da un pezzo, aveva dimostrato i propri limiti ma, per non sbagliarsi, tagliò i ponti con i film precedenti, benché si possa supporre che il personaggio Grace fosse stato pensato per Loretta Divine che era il soggetto di collegamento nelle precedenti pellicole. Alla regia Mary Lambert, una delle poche donne cimentatesi con l'horror (Cimitero vivente, 1989) che poi, però, troverà maggior fortuna in campo televisivo e con i video musicali. Qui, la strada imboccata è quella paranormale, mischiando cose già viste in Candyman (1992) e suggestioni da J-horror, con lo spirito di Bloody Mary che striscia fuori dal letto con il capello lungo, per poi approdare nel finale a soluzioni effettistiche che ricordano l'Esorcista (1973). L'impianto da ghost-story snatura il paradigma slasher e ci lascia eredi di una sola sequenza mirabile che vede una scosciata Audra Lea Keener che si sveglia e si va a schiacciare un brufolo allo specchio: il brufolo si rivelerà una sacca di uova di ragni che inizieranno ad uscirle dalla guancia per diffondersi su tutto il corpo; schifoso a dirsi e a vedersi. Il resto è svago disimpegnato e palestra per giovani attrici poi diventate qualcuno, come Eva Mendes.
TRIVIA
⟡ Nel film si fa riferimento al Rohypnol come droga dello stupro. Giusto. Quello che non è corretto è che lo si citi nel 1969. Il Rohypnol fu sviluppato negli anni '70 ed entrò in commercio negli USA negli anni '80.
⟡ Il film erotico che Buck Jacoby, nel film Michael Coe, guarda nel motel contiene una sequenza presa da Urban legend - final cut (2000) nella quale Amy sognava di fare sesso con Trevor.
Titolo originale
Urban Legends: Bloody Mary
Regista:
Mary Lambert
Durata, fotografia
93', colore
Paese:
USA
2005
Scritto da Exxagon nell'anno 2008 + TR; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0
