Urban legend

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Voto:

L'idillio in un campus, in cui l’unico problema è fare festa, è turbato dalla presenza di un serial killer che uccide i giovani usando metodi che ricalcano le più comuni leggende urbane. Natalie (Alicia Witt) sembra aver intuito prima degli altri il sadico piano dell'assassino.

LA RECE

Slasher collegiale post-Scream che siede sul mito delle leggende urbane. Classici stereotipi dei teen-movie horror. Nonostante momenti di tensione riusciti e un'idea originale, scade nel formulaico con dialoghi trascurati e psicologie superficiali.

Dimmi in che stanza sei... la tua! La storia dell’anziana che asciuga il cane nel microonde. Il pazzo che si siede sul sedile posteriore della tua macchina e te ne accorgi troppo tardi. Lo sceneggiatore Silvio Horta, più famoso e più ricco per aver prestato, anni dopo, la sua penna al serial Ugly Betty (2006-2010), sfrutta la notorietà delle storie accadute all’amico di un amico di un amico, e dilata il tutto per un'ora e mezza, confezionando la pellicola come un slasher adolescenziale. Il regista Blank, che aveva già girato qualcosa di simile con il corto Silent number (1993), che vedeva una babysitter ricevere telefonate anonime durante un inquietante temporale, riesce con mestiere a far sollevare la testa ad Urban legend fra la miriade di pellicole slasher di stampo collegiale che, post Scream (1996), hanno adottato una cifra metacinematografica. Fa da specchietto per le allodole Robert Englund, nei panni del professor William Wexler, che pare non essere mai riuscito a scollarsi dal volto la maschera di Freddy Krueger e, ridotto a meritevole icona, gira da una produzione horror all'altra in cerca d’identità artistica. Il limite di Urban legend, tuttavia, è il medesimo di tanti slasher: qualche riuscito momento di tensione a monte di una sostanziale incoerenza dei fatti e di una trascuratezza sia dei dialoghi, sia dell’approfondimento psicologico dei protagonisti. Le situazioni nelle quali è messa in primo piano la gioiosa vita del campus studentesco sono risapute, così come lo sono i suoi interpreti: il guascone, il bello, l’amica disinibita e la final-girl verginale. Dopo un incipit ben riuscito, il racconto, di base originale, si assesta sul formulaico andante. Cast utile alla bisogna: si segnala un giovane Jared Leto destinato allo stardom. Il pubblico, ai tempi, apprezzò parecchio, dato che un budget di 12 milioni di dollari ne fruttò più di 70; quindi, immancabili i sequel ma buoni solo se ci inciampate in mezzo: Urban legend - final cut (2000) e Urban legend 3 (2005).

TRIVIA

James “Jamie” Blanks (1961) dixit: “Quando avevo circa 12 anni, sono stato trascinato al Mentone Lifesaving Club [sud di Melbourne] per una serata di cinema, e stavano proiettando Fog di John Carpenter. Non avevo mai visto un film horror. Ricordo solo che ero inchiodato alla sedia e mi tremavano le ginocchia. […] Sono stato contagiato molto presto. Era l'epoca in cui molte persone avevano dei registratori VHS ma non la mia famiglia, quindi dovevo andare a casa di mio cugino e dei miei vicini per affittare le cassette. Alla fine abbiamo comprato un videoregistratore e il mio destino è stato segnato” (diaboliquemagazine.com).

⟡ Quando Paul e Natalie vanno nello stanzino segreto del prof William Wexler, si può notare che, appeso al muro, c'è un pupazzo di Freddy Krueger, ovvio riferimento all’icona horror interpretata dall'attore Englund in Nightmare - dal profondo della notte (1984).

⟡ Alla fine del film, alcuni collegiali rievocano i fatti e mettono in dubbio la validità del racconto; un giovane scommette che Brenda fosse la ragazza che faceva gli spot della Noxzema. L'attrice Rebecca Gayheart (Brenda) ha, in effetti, fatto parecchie pubblicità per la Noxzema.

⟡ Brad Dourif, che qui compare come garzone della pompa di benzina, aveva già recitato nel ruolo di una persona con problemi di balbuzie quando vestì i panni di Bibbit in Qualcuno volò sul nido del cuculo (1975).

⟡ Il film guardato dall’addetta alla sicurezza è Coffy (1973), un notissimo blaxploitation.

⟡ L'autore del libro "The Encyclopedia of Urban Legends" è Charles Breen, e il nome del dottore sulla boccetta di litio prescritto a Tosh è Charles Breen; il production designer del film ha lo stesso nome.

⟡ La macchina che si sarebbe dovuta usare all'inizio del film era una Land Rover ma poi si optò per una Ford Expedition, il più grande 4x4 accessibile ai tempi, perché ci si era accorti che all'interno di una Land Rover non si poteva roteare un'ascia.

Titolo originale

Id.

Regista:

Jamie Blanks

Durata, fotografia

99', colore

Paese:

USA, Francia

Anno

1998

Scritto da Exxagon nell'anno 2005 + TR; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0

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