la Bara del dottor Sangue
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Voto:
Il brillante chirurgo Peter Roberts (Kieron Moore), figlio di un rispettabile medico (Ian Holmes) di paese, torna a casa in Cornovaglia dopo gli studi di specializzazione. Nessuno sospetta Peter che sia un folle che compie esperimenti segreti per allungare la vita alle persone sottraendo organi ad altre. L’infermiera Linda (Hazel Court), dopo essersi invaghita dell'uomo, scoprirà, suo malgrado, che Peter è pericoloso.
LA RECE
Il regista Furie, creativo, qui non è creativo e sforna un banalotto horror con mad doctor che dovrebbe correre dietro ai prodotti Hammer.
Sidney J. Furie fu uno dei registi canadesi emigrati in UK fra il '50 e il '60; come lui Alvin Rakoff (la Nave fantasma, 1980), Alan Gibson (1972: Dracula colpisce ancora, 1972) e Lindsay Shonteff (the Million eyes of Su Muru, 1967). Furie è il più noto del gruppo, grazie a pellicole quali Ipcress (1965), A sud-ovest di Sonora (1966) e Colpo su colpo (1967) che dimostravano un utilizzo della macchina da presa particolarmente creativo fatto di strane angolazioni e composizioni. Tale originalità non è rilevabile ne la Bara del dottor Sangue, film per il quale il regista ha usato un approccio molto più modesto. La pellicola è la prima di due basate in Cornovaglia (l’altra è la Figlia del serpente, 1960), dirette da Furie per il produttore indipendente George Fowler e distribuite nel '61 in risposta al successo che stava ottenendo la Hammer; in effetti, non è difficile notare l'influenza che può avere avuto la Maschera di Frankenstein (1957) di Terence Fisher. Il soggetto del film, adattamento di una storia scritta da Nathan Juran, vede come protagonista un mad doctor fascistoide interpretato da Moore (l'Invasione dei mostri verdi, 1962) che estremizza un ideale di per sé anche condivisibile: allungare la vita. Il dottor Roberts, che nella versione originale si chiama Peter Blood, il che dà un senso al titolo, sembra aver sviluppato la sua ossessione a partire dalla visione della morte della madre quando era bambino; quindi, ora, in un delirio d’onnipotenza, cerca di porre rimedio. Questa tematica non superficiale avrebbe dato un certo spessore alla pellicolase sfruttata a dovere; punto, però, mancato preferendo cedere spazio a situazioni exploitation. Altra cosa interessante sarebbe stata approfondire il razionalismo di Roberts che coccia contro il fatalismo religioso con cui si protegge Linda, la Hazel Court di Sepolto vivo (1962); anche in questo caso, il tutto si limita a due chiacchiere e un "ma tu sei pazzo!". Da un punto di vista tecnico, il film, privo della creatività di Furie, può muovere a noia. Inizia come un mystery ma anche lo spettatore più assonnato può anticipare il fatto che il piacione Roberts e il misterioso figuro che fa esperimenti inumani siano la stessa persona. Circa il sangue, nonostante si tratti di un mad doctor trapiantista, ci è dato di vedere solo un cuore ma si tratta di una sequenza che potrebbe sopportare anche un’educanda. Fra i pochi elementi positivi vale la pena citare la location, quella Cornovaglia fatta di coste frastagliate, spiagge e grotte. Non male neppure lo score musicale di Buxton Orr che aiuta alcune scene a risultare più drammatiche di quanto, in effetti, siano. Nel complesso non da evitare ma non è un film Hammer, e si vede.
TRIVIA
⟡ Il paese in cui si svolgono i fatti, ovvero Porthcarron, è in realtà Zennor che si trova in Cornovaglia. Non esiste nessun paese che si chiami Porthcarron sull’intero globo terracqueo.
Titolo originale
Doctor Blood's Coffin
Regista:
Sidney J. Furie
Durata, fotografia
92', colore
Paese:
UK
1960
Scritto da Exxagon nell'anno 2011; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0
