Basket case 3: the Progeny

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Voto:

Ruth (Annie Ross) decide di portare il gruppo di freaks a Peachtree Valley per fare visita a zio Hal (Dan Biggers) che potrà aiutare Eve a partorire i figli di Belial. Nasceranno dodici mostriciattoli "tutti suo padre" che diverranno oggetto del contendere fra i freaks e i poliziotti del luogo.

LA RECE

Virata decisa verso la dark comedy abbandonando, per motivi di budget, l'atmosfera quasi hard boiled di una NYC squallida. Peccato. Rimane lo spasso effettistico.

Il più che discreto successo di Basket case (1981), piccolo cult fra gli appassionati di horror, portò finanziamenti al regista Henenlotter. I soldi furono investiti in Brain damage - la maledizione di Elmer (1987), altro successo di pubblico e critica. Seguirono Frankenhooker (1990), Basket case 2 (1990) e questo terzo capitolo, tutti e tre meno originali rispetto ai suoi film degli anni '80, meno seriosi ma anche più ricchi di effetti speciali bizzarri. Una strizzatina d'occhio al più ampio pubblico dovuta alla collaborazione fra Henenlotter e Bob Martin, al tempo editore della rivista Fangoria, con cui il regista scrisse Frankenhooker e Basket case 3: the progeny. Ma anche una conseguenza della crisi del mercato indie horror del tempo che causò impreviste restrizioni al budget e, per Henenlotter, un cambio di paradigma: dai toni cupi e "hard boiled" del primo film alla commedia dark finanziariamente meno esosa, spinta dell’effettistica fino a rendere la pellicola stessa simile a un cartone animato. Si perde qualsiasi contegno a discapito di una certa attenzione artistica; la descrizione di una New York City tossica e decadente del primo film è lontana, ora che i nostri eroi sono in villeggiatura, ed è proprio questo che scontentò il regista stesso che riferisce di odiare Basket case 3. Più rutilante del secondo episodio della serie che cercava ancora di conciliare bizzarrie e dramma del protagonista, quest’ultima istallazione della trilogia mira unicamente all'accumulo e alle soluzioni folli: vedi Belial che pilota un esoscheletro tipo Sigourney Weaver in Aliens - scontro finale (1986). Uno spassoso diversivo e poco altro, rovinato nelle intenzioni dalle difficoltà produttive.

TRIVIA

⟡ Alla fine dei credits si vede Belial che sfumacchia una sigaretta in compagnia di due belle ragazze a petto nudo. 

⟡ Il film è dedicato alla memoria di Jan Saint, attore secondario che ha partecipato a Basket case 2.

Titolo originale

Id.

Regista:

Frank Henenlotter

Durata, fotografia

90', colore

Paese:

USA

Anno

1991

Scritto da Exxagon nell'anno 2011; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0

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