Chi c'e' in fondo a quella scala...
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Voto:
Il timido Leon (David Hewlett) e sua sorella Ursula (Cyndy Preston) vengono intrattenuti ed educati dal padre medico (Terry O'Quinn) tramite l'uso di un manichino anatomico, chiamato Pin, che l'uomo fa parlare grazie al ventriloquio. Leon crescerà represso, bigotto e morbosamente attaccato a Pin che lui sente parlare anche in assenza del padre, mentre Ursula affronta un'adolescenza reattivamente ribelle che Leon vuole tenere a freno. Alla tragica e improvvisa morte dei genitori, il disagio psichico di Leon ha il sopravvento.
LA RECE
Distribuito in italia con un titolo irrispettoso. Non si tratta di un capolavoro ma è finito in un immeritevole dimenticatoio. Da riscoprire.
Horror psicologico di una certa caratura psicopatologica date le pulsioni incestuose, edipiche e la schizofrenia paranoide messe sul piatto. Ad intrattenerci con del materiale tanto morbosetto ci prova il televisivo Sandor Stern, le cui doti di scrittura (Amityville horror, 1979) vengono messe al servizio di un soggetto tratto dal romanzo "Pin" di Andrew Neiderman. A Stern scappa il microfono nell'inquadratura e l'atmosfera del tutto patisce il basso profilo di una produzione che avrebbe meritato più soldi e, tramite essi, più finezza, dato il tema centrale per nulla malvagio, benché si respiri chiaramente aria di Psycho (1960) e altre suggestioni prese dagli horror con pupazzi e affini, uno su tutti Magic (1978) di Attenborough. Mentre in Canada e in USA il film gode di un certo culto, tanto che Stern, nel 2011, promise un remake poi mai realizzato, qui in Italia una distribuzione scriteriata appioppò un titolo irrispettoso, e anche sì dannoso, dato che deve aver fatto desistere dalla visione un tot di persone comprensibilmente portate fuori strada. Il poco visto Chi c'e' in fondo a quella scala... riesce a dipingere efficacemente, ma non senza qualche tediosità, la caduta di un efebico e castrato Leon nella schizofrenia indotta da un'educazione paterna che, in buona fede, cercava di conciliare modernismi scientifici e una certa repressione strisciante da pedagogia vecchio stampo. Qualche situazione sinistra non manca, col manichino Pin che, sulle prime, chissà, magari è davvero vivo, in quanto umano imbalsamato dal mad doctor di turno. Poi si capisce che non c'è nulla di paranormale in fondo a quella scala, e siamo di fronte una borghese famiglia disfunzionale con una sessualità che viene declinata in maniera questionabile (l'infermiera che si masturba col manichino) o in modo ribellistico e immaturo dalla giovane Ursula che rimane incinta a 15 anni. Ne esita il dramma umano di due giovani, divenuti adulti, che si barcamenano male provando a gestire una psicopatologia transgenerazionale, fino a un tragico finale di buona efficacia. La storia, che si svolge fra le proverbiali quattro mura di casa, patisce il basso profilo dell'operazione ma il cast si impegna con professionalità e si distingue O'Quinn solo un anno prima patrigno in Stepfather e poi carismatico John Locke in Lost (2004-2010). Molto graziosa e in parte anche la Preston con un futuro attoriale non particolarmente brillante. Horror forse non cult ma sicuramente da rivalutare.
TRIVIA
- Il film che Leon e Marcia guardano durante il loro appuntamento è Scanners (1981). L'attore Hewlett parteciperà a Scanners 2 - il nuovo ordine (1991).
Titolo originale
Pin
Regista:
Sandor Stern
Durata, fotografia
103', colore
Paese:
Canada
1988
Scritto da Exxagon nell'anno 2013; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0
