Donnie Darko
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Voto:
2 Ottobre 1988. Donnie Darko (Jake Gyllenhaal) è giovane e intelligente ma soffre di allucinazioni. Come amico immaginario ha un enorme coniglio nero di nome Frank che gli predice la fine del mondo entro 28 giorni. Armato dell’arcano testo "La filosofia dei viaggi nel tempo", Donnie scopre la propria capacità di dipanare i fili che tengono assieme l'universo, oltre a essere tentato di alterare tempo e destino. E se fosse solo frutto della sua immaginazione?
LA RECE
Uno dei primi film esplosi col passaparola web e in era pre-social. Un tempo cult, ora meno. Il tema del paradosso temporale, però, piace sempre e anche il teen-movie intelligente.
Fenomeno cinematografico d'inizio millennio o, piuttosto, fenomeno mediatico, visto che Donnie Darko fu uno dei primi film a essere consacrato a cult in seguito al tam-tam virtuale nei forum e tramite peer-to-peer negli anni pre-social. Alla sua uscita nelle sale, nessuno si scompose ma, grazie al passaparola degli appassionati e dei curiosi, la pellicola divenne un caso. In Italia, poi, il film fu sdoganato dalla critica ortodossa al LXI Festival di Venezia. Ora, dopo anni dalla sua realizzazione e dopo che il fenomeno s’è decisamente sgonfiato, tanto che di cult non parla più nessuno, in pochi rimangono persuasi che Donnie Darko sia, come un tempo si strombazzava, “uno tra i 100 film più belli nella storia del cinema”. Indiscutibilmente bravi gli attori a partire dal protagonista Jake Gyllenhaal, pre-stardom, nella parte del giovane intelligente ma sotto effetto di psicofarmaci. Soprattutto brava Drew Barrymore che fiutò l'affare e cacciò i soldi per produrre, nonché Patrick Swayze, ai tempi il volto più noto che si prestò a coprire un ruolo ambiguo. Piacevole, soprattutto, vedere un film americano che non sia ipercinetico e che, pur college-movie, eviti tante facilonerie tipiche del genere. Poi, diciamolo, l’arzigogolo fantascientifico non è neppure così originale benché parlare di spazio-tempo e paradossi associati svegli sempre l’interesse degli spettatori. L’impostazione giovanilistica e alcune trovate iconiche quali l’orrorifico uomo-coniglio, però, sono state capaci di conquistare la simpatia di un pubblico anche un filo deluso alla fine, come sempre accade con opere cinematografiche incensate verso le quali si nutrono enormi aspettative. Donnie Darko rimane un buon prodotto fantascientifico con dialoghi simpaticamente intelligenti, pezzi musicali ben scelti e, soprattutto, intriganti spunti di critica sociale che rendono il paesino americano dove si svolgono i fatti una sorta di Peyton Place moderna con i suoi abitanti peccatori dal volto pulito, riflesso della crisi del sogno Americano, tra l’altro alle porte dei tragici fatti dell’11 settembre e della crisi economica. States, a propria volta, riflesso di una società più ampia in cui gli individui lucidi e onesti rischiano di essere i meno integrati. Ecco, forse è questo il vero valore aggiunto: aver istruito un fantascientifico in un setting inusuale per quel genere, con tanto di storia d'amore fra due incompresi. Donnie Darko, tuttavia, non è uno dei cento film più belli della storia del cinema; è, semmai, un piccolo capolavoro di buona volontà, un film girato da un ventisettenne per un pubblico giovane e non sciocco e passibile di piacere a un pubblico di tutte le età. Merita la visione. Chi sia rimasto stregato dai paradossi spazio-temporali proposti da Donnie Darko, guardi anche Timecrimes (2007), Triangle (2009) e Predestination (2013).
TRIVIA
James Richard Kelly (1975) dixit: “Stavo letteralmente perdendo cinque chili a settimana sul set di Donnie Darko. Mi stavo trasformando in uno scheletro ambulante. Stavo diventando come Donnie Darko! Ho iniziato a canalizzare Donnie, e Jake Gyllenhaal, interpretando Donnie, ha iniziato a canalizzare me. Quindi era una specie di cosa subconscia tra regista e attore che non riesco nemmeno a spiegare” (IMDb.com).
⟡ Il film ebbe non poche difficoltà a trovare un distributore poiché incorporava troppi generi ed era difficilmente definibile. Poco prima che la Newmarket Film lo distribuisse al cinema, ci si era arresi e si pensava di metterlo in onda sulla rete tivù Starz.
⟡ Il film costò 5 milioni di dollari e fu girato in 28 giorni, esattamente la durata degli eventi narrati nella pellicola.
⟡ All'inizio del film si vede che la madre di Donnie sta leggendo “It” di Stephen King, romanzo che narra di un'entità malvagia che assume l’aspetto di un clown. Alla fine di Donnie Darko da una macchina esce un clown.
⟡ Nel film, Donnie fa riferimento al serial tv Sposati...con figli (1986-1997) e, in modo più specifico, a Christina Applegate. Inizialmente, il regista aveva pensato di farlo parlare di Alyssa Milano ma si dovette apportare una modifica perché fu negato il diritto legale di riferirsi alla Milano nel modo che si sente nel film.
⟡ Nella scena al cinema, il regista avrebbe voluto usare il film C.H.U.D. (1984) ma non si riuscì a stabilire chi fosse il proprietario dei diritti. Alla fine, il buon vecchio Sam Raimi concesse la Casa (1981) e non chiese neppure un compenso.
⟡ Il balletto delle bambine era stato coreografato sulla base di “West End Girls” dei Pet Shop Boys. Per ragioni economiche, la canzone venne rimpiazzata in post-produzione da “Notorius” dei Duran Duran.
⟡ Quando il regista stava cercando un'attrice per il ruolo della sorella di Donnie, gli fu proposta dal suo manager proprio Meggie Gyllenhaal, sorella di Jake, la quale, ai tempi, non aveva un grande curriculum. L'agente ricordò al regista la scena che l’attrice sostenne nel film A morte Hollywood (2000), ovvero quando si beve dell'urina. Nonostante Kelly fosse inizialmente poco convinto dell'idea, gli piacque il modo in cui l’attrice aveva rappresentato l’ingestione di urina. In più, Kelly sapeva che non sarebbe stato un duro lavoro creare una rivalità fra fratelli con due attori legati da relazione di parentela.
⟡ Il poster originale del film aveva la scritta in arabic-style font. Si decise, dopo l'11 settembre 2001 e il dilagante anti-islamismo, di cambiare font e usare il Times New Roman bold. Nel film, però, il font del titolo è rimasto quello arabeggiante.
⟡ Il costume da scheletro che Donnie indossa alla fine del film è lo stesso indossato da Jonny e la sua gang durante la festa in costume nel film Karate Kid (1984).
⟡ Elizabeth Darko, alla festa di Halloween, è vestita come Vivian Darkbloom nel film Lolita (1962).
⟡ Durante le prime immagini del party di Halloween alla fine del film, si può sentire in sottofondo il suono di un ululato. Si tratta dell'ululato di un Lupo mannaro americano a Londra (1981).
⟡ Quando la mamma di Donnie chiama al telefono per avvertire del ritorno in aereo, si sente un annuncio che dice che il volo 2806 imbarca al gate 42 e parte alle 12:00. Si suppone che sia il volo che deve prendere la donna con le bambine anche perché fa riferimento al conto alla rovescia preannunciato a Donnie: 28:06:42:12.
Titolo originale
Id.
Regista:
Richard Kelly
Durata, fotografia
113', colore
Paese:
USA
2001
Scritto da Exxagon nell'anno 2005; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0
