Fragile - a ghost story
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Voto:
Amy (Calista Flockhart), trovato lavoro come infermiera in un ospedale per orfani, crea un legame con la piccola Maggie (Yasmin Murphy) la quale le confida che nell'orfanotrofio si aggira una bambina meccanica. Dal momento che gli arti dei bambini si rompono con troppa facilità, Amy si mette in cerca della verità nascosta nel piano superiore dell'ospedale, abbandonato da anni.
LA RECE
Ghost-story che fa un certo tesoro della lezione orientale. Volendo cavalcare l'onda di una moda horror "stagionale" (e di una star stagionale pure lei), la pellicola finisce per essere presto dimenticata.
Lo spagnolo Balaguerò aveva positivamente attirato l'attenzione grazie a pellicole quali Nameless (1999) e Darkness (2002) e molti appassionati di horror avevano accolto con interesse questo nuovo Fragile che, però, è apparso da subito deludente per le sue similitudini con il film del 2002 addizionate con suggestioni provenienti dal J-horror ed altre dall’horror ospedaliero-manicomiale (Session 9, 2001; Saint-Ange, 2004). La prima mezz'ora del film è genuinamente inquietante: il regista riesce a sviluppare un'atmosfera oppressiva, livida e lenta, molto distante dallo stile di Darkness caratterizzato da trovate dinamiche di montaggio. Nel creare questa atmosfera, non è minimale l’apporto della fotografia desaturata di Xavi Giménez, uno stile ormai poco originale ma che ottiene i suoi massimi risultati in location dismesse e sobrie come quella ospedaliera. Nel prosieguo, tuttavia, il film inciampa in troppi cliché che sono passibili di regalare qualche tensione ma il déjà-vu è dietro l’angolo: scricchiolii, sguardi raggelati e qualche effetto digitale non chiariscono, fra l'altro, alcuni punti del plot. Complessivamente, ci si trova a guardare una ghost-story prevedibile che presenta delle risonanze con Ju-on (2002) ma che, nel finale, pretende di ribaltarne gli assunti. Balaguerò e il cosceneggiatore Jordi Galcerán dimostrano una certa furbizia nell'approfittare dei gusti del pubblico dei primi anni del nuovo millennio ma dimostrano anche poca originalità. La manchevolezza maggiore è connessa al fatto che la tematica fondamentale del film, ovvero la proverbiale seconda occasione, passi in sordina. La scelta dell'attrice protagonista ricade su un volto di richiamo ma è difficile non vedere nella Flockhart la novroticissima avvocatessa McBeal, al di là del fatto che la sua interpretazione non sembra così entusiasmante. Molto meglio incantarsi di fronte al viso della bellissima Elena Anaya (la vampiressa Aleera in Van Helsing, 2004) che veste i panni dell'infermierina e, in tal guisa, funziona come l’asso piglia-tutto. La più brava risulta, però, la piccola Yasmin Murphy. Vedibile e dimenticabile.
TRIVIA
⟡ L'idea del film deriva da un'esperienza vissuta dallo stesso regista. A nove anni, Balaguerò fu ricoverato per sei mesi a causa di una bronchite; in quel frangente strinse amicizia con gli altri bambini ricoverati che parlavano fra loro dei fantasmi che si sarebbero dovuti trovare in una camera abbandonata di quell'ospedale.
⟡ Nel film si vede in tv una pellicola di Buster Keaton: si tratta di Io... e il ciclone (Steamboat Bill, Jr., 1928).
Titolo originale
Fràgiles
Regista:
Jaume Balaguerò
Durata, fotografia
93', colore
Paese:
Spagna
2005
Scritto da Exxagon nell'anno 2009; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0
