il Gatto dagli occhi di giada
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Voto:
La ballerina Mara (Paola Tedesco) scopre l'omicidio di un farmacista; il killer inizia a perseguitarla pensando che lei possa riconoscerlo. In aiuto della donna accorre il suo fidanzato Luca (Corrado Pani), tecnico del suono, che aiuta anche Giovanni Bozzi (F. Cerulli) a comprendere cosa si celi dietro le misteriose chiamate telefoniche che riceve.
LA RECE
Decisamente derivativo e in grande debito con lo stile argentiano, nondimeno la pellicola funziona e somministra i suoi momenti di tensione. Da riscoprire senza sbracciare.
Interessante giallo che fa spudorata mostra d’innumerevoli somiglianze con Profondo rosso (1975) e con lo stile della Trilogia degli Animali di Argento, a partire dal titolo. In realtà, l’esordiente Bido aveva scritto un soggetto, Commissione omicidio, non adeso al giallo più in voga ma, dopo una riscrittura voluta dalla distribuzione, dell’originalità del soggetto primigenio rimase il movente legato all’Olocausto per lasciare posto ad una smaccata derivatività rispetto al film del ‘75: i protagonisti vivono un rapporto simile a quello che avevano Hemmings e la Nicolodi; abbiamo le voci contraffatte al telefono e una scena a teatro con drappi rossi e colorati che rammenta la scena iniziale in cui la medium tiene un incontro pubblico; Bido mima le riprese argentiane con fluidità di movimenti di macchina e interesse morboso per gli oggetti d’uso quotidiano; non sfugge neppure lo score musicale, composto dalla misteriosa Trans Europe Express, evocativo delle musiche di Profondo rosso e anche un po' di Suspiria (1977). Non pago dello stile argentiano, Bido rifà il verso anche a Bava (Sei donne per l’assassino, 1964) per una scena che vede Mara inseguita dal killer e circondata dai manichini. Nella seconda parte del film, che si svolge a Padova terra natia del regista, sembra che si recuperino pure le atmosfere rurali di Avati (la Casa dalle finestre che ridono, 1976). Pur non riuscendo a guadagnarsi un parimerito con i propri modelli, il Gatto dagli occhi di giada è, nondimeno, un giallo decoroso che vede un buon lavoro attoriale e una riuscita costruzione delle scene di tensione con omicidi ben realizzati, soprattutto quello di Bozzi strangolato con il tubo della doccetta mentre è immerso in una vasca da bagno colma di acqua di un azzurro innaturale, il tutto accompagnato dall'imperioso “Dies Irae” di Verdi. Anche Bianca Toccafondi, però, non se la passa bene: le viene infilata la testa nel forno per ustionarla con la teglia delle patate, cosa che, nei risultati, ricorda l'omicidio nell'acqua bollente della pellicola argentiana del '75; la stessa scena verrà ripresa ed espansa da Joe D'amato in Rosso sangue (1981). La soluzione dell'enigma è abbastanza insolita ma il motivo per cui si vedono gli occhi di un gatto ogni volta che entra in azione il killer non è per nulla chiaro (o magari mi sono distratto io!). Film da riscoprire.
TRIVIA
Antonio Bido (1949) dixit: “Il fermento degli anni Settanta era dovuto al fatto che ancora esistevano produttori “veri”. Persone che rischiavano i propri soldi per realizzare un progetto in cui credevano, tanto da arrivare ad ipotecarsi la casa. […] Ora, al contrario, i film sono prodotti a tavolino. I produttori sono più simili a ragionieri, tutti intenti a mettere insieme sponsor e soldi prestati da istituti di credito. […] Il coinvolgimento emotivo dei produttori degli anni Settanta, invece, si riverberava sui film di quel periodo. […] Ed eravamo talmente bravi nel produrre film di genere che buona parte del grande pubblico preferiva i film nostrani a quelli americani” (cinemadegenere.com).
⟡ Bido compare nel film nei panni del direttore del cabaret.
Regista:
Antonio Bido
Durata, fotografia
95', colore
Paese:
Italia
1977
Scritto da Exxagon nell'anno 2008; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0
