Killer condom

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Voto:

Il detective Luigi Mackeroni (Udo Samel) indaga in uno squallido motel in cui ad alcuni clienti è stato misteriosamente reciso il pene. Mentre è in camera con un giovane gay e si appresta ad avere un rapporto sessuale, a Mackeroni viene morsicato il testicolo destro da un preservativo. Il detective non viene creduto e, così, inizia una personale crociata contro i killer condom che si diffondono in città, scoprendo che questi hanno un'origine artificiale.

LA RECE

Sulla base di un plot folle, un bizzarro noir con tema omosessuale in primo piano. Divertente e ben realizzato. Certo, è comunque un B-movie.

Distribuito da diverse case ma reso famoso dalla Troma, Killer condom è una pellicola tedesca dalla quale, letto il titolo, ci si aspetterebbe poco altro se non una commedia horror scollacciata e demenziale, cosa che il film è solo in parte. Killer condom è, soprattutto, un lavoro competente e intelligente oltre le aspettative, e anche socialmente coraggioso. Piuttosto che proporre situazioni becere o scene di cattivo gusto, il film si potrebbe descrivere come una parodia horror particolarmente inventiva, soprattutto sul piano tecnico. Le atmosfere del film e diversi ambienti ricordano alcune scelte stilistiche ricorrenti nei film di Jeunet e Caro, così come il personaggio del detective deve il suo modo trasandato, consunto e depresso all'iconografia noir. Non mancano personaggi eccentrici e malinconici, come il giovane gay di cui s'innamora Mackeroni o l'ex amante travestito Babette; soprattutto la presenza sullo schermo di quest'ultimo, interpretato da un bravo Leonard Lansink, presta il destro a gustose trovate comiche. Il film, che prende per i fondelli mostri classici quali Psyco (1960) o lo Squalo (1975), non si limita, però, alla parodia e non va confuso con una wacky comedy come Scary movie (2000). In effetti, Killer condom si regge su un plot ben saldo di stampo thriller che vede una persona utilizzare preservativi creati in laboratorio come mezzo per epurare il mondo dalla feccia e, fra essa, gli omosessuali. Ecco dove s'inserisce la critica sociale. Si tratta di una pellicola che parla di omosessualità, la descrive in maniera scherzosa ma sa anche prendersi alcuni momenti per far trasparire un serio desiderio della comunità gay, rappresentata dallo stesso protagonista, di essere accettata esattamente per ciò che è. Sfortunatamente, il film fallisce nel dare un quadro dell'omosessualità come una scelta normale e, invece, fissa il focus sul comportamento gay agito fra soggetti particolari, sbandati, transessuali e sadomasochisti, facendo di diversi indirizzi sessuali un unico fascio e descrivendo una subcultura omosessuale ficcata in uno squallido motel infestato da preservativi eviranti. Nonostante tale contraddizione, ha quasi del miracoloso scovare un film prodotto dalla Troma che abbia un tale spessore. La verve comica del film, derivata in buona parte dal fumetto da cui la pellicola ha preso ispirazione, è ben dosata e s'amalgama perfettamente ad un moderato tenore horror che evita di far leva sulla paura o sull'effettaccio: nonostante si tratti di preservativi e peni recisi, ben poco è dato di vedere se non la spassosissima ombra del pene di ben 32 cm di Mackeroni che oscura il volto del giovane amante. Da segnalare il fatto che gli effetti speciali sono stati curati niente di meno che da Jorg Buttgereit (Nekromantik, 1987; der Todesking, 1989; Schramm, 1993), mentre l'aspetto dei preservativi dentati si deve alla consulenza dell'artista H.R. Giger, lo stesso che ha disegnato lo xenomorfo di Alien (1979). Un valido B-movie che potrebbe piacere anche al mainstreamer più smaliziato.

TRIVIA

⟡ Nessun dato, per ora.

Titolo originale

Condom Des Grauens

Regista:

Martin Walz

Durata, fotografia

107', colore

Paese:

Germania, Svizzera

Anno

1996

Scritto da Exxagon nell'anno 2006; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0

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