il Libro segreto delle streghe: Blair Witch 2
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Voto:
Sei giovani si accampano presso le rovine della casa di Rustin Parr, fanno bagordi e si svegliano dopo cinque ore scoprendo che tutto il loro materiale è stato distrutto. La loro presenza in quel bosco ha risvegliato l'antica maledizione che ora sembra seguirli ovunque.
LA RECE
Seguito necessario dopo il grande successo del primo film. Qui, però, tutto poggia nell'alveo di una certa banalità. Dimenticato quasi da tutti; io per primo che, a distanza di anni, non ne rammento nemmeno una sequenza... Mi fido (con riserva) del mio giudizio espresso al tempo.
Impossibile che il primo film, dato il successo, non godesse di un seguito, peraltro prevedibilmente inferiore all’originale. Tra le altre cose, la casa di produzione Artisan non fu contenta del taglio dato da Berlinger e decise di rigirare alcune scene e di aggiungere altri elementi horror per renderlo un po' più commerciale. Il regista, a propria volta, non apprezzò le ingerenze dei produttori e le modifiche poste che, a suo dire, hanno rovinato il tono ambiguo della trama da lui pensata. Ad ogni modo, siamo lontani miglia dal terrore poveristico e genuino di the Blair witch project (1999). Molti i cliché del genere, tra i quali la musica di Marilyn Manson che dovrebbe aumentare il tasso satanico del tutto, le donne coi capelli rossi che vatti a fidare, i giovani e la droga in una versione moderna del sabba, la sensitiva darkettona già portata nel bosco atro in the Last broadcast (1998) fonte d’ispirazione del “originale” film del ’99, e via dicendo. Le apparizioni degli spettri che si muovono a scatti riescono a procurare qualche brivido ma il soggetto del film è debole, così come la realizzazione e, dato il titolo di cui si ammanta, BW2 non può sfuggire a un confronto che perde di ampia misura anche per la pretestuosità per la quale è stato realizzato.
TRIVIA
Joe Berlinger (1961) dixit: “Alla fine, anche con i soggetti più oscuri, bisogna comunque essere un narratore coinvolgente. Devi trovare il modo di penetrare nel tuo argomento, sia attraverso un personaggio affascinante, un luogo affascinante o qualche esempio individuale che esprima un tema universale” (IMDb.com).
⟡ Diversi i riferimenti ad altri film: la ripresa in volo all'inizio del film è un riferimento a Paradise lost: the child murders at Robin Hood Hills (1996) documentario dello stesso regista Berlinger, tra l’altro ben più meritevole di visione di BW2; il dottore nel manicomio che fuma e nutre col catetere il ragazzo è preso dal documentario Titicut follies (1967); il nastro girato al contrario viene da l'Esorcista (1973); i cani che abbaiano da il Presagio (1976), Erica che, nuda, gira intorno all'albero cita la Casa 2 (1981).
⟡ Uno dei simboli scritti sui muri delle rovine di Rustin Parr è il Thorn celtico, ovvero il simbolo di “Colui che porta la Morte”.
⟡ Il regista Joe Berlinger appare come Joe a Burkitsville durante le interviste documentaristiche.
⟡ Quando Jeffery è seduto a un tavolo nel manicomio si può vedere attaccata al muro una vecchia foto di Kyle Brody. Quest'ultimo non è altro che l'ottavo bambino vittima di Rustin Parr che, però, è riuscito a salvarsi e a raccontare ciò che faceva l'assatanato. Il ragazzino passò la sua vita nel manicomio, lo stesso dove si trovava Jeffrey.
⟡ In uno store dove va la darkettona, c'è un tecnico che ripara il frigo: gli attrezzi del tecnico sono posizionati in modo da formare il noto simbolo del film fatto con i legni.
Titolo originale
Book of Shadows: Blair Witch 2
Regista:
Joe Berlinger
Durata, fotografia
90', colore
Paese:
USA
2000
Scritto da Exxagon nell'anno 2005; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0
