la Morte dall'occhio di cristallo
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Voto:
L'americano Stephen Rheinhart (Nick Adams) va ad Arkham a trovare l'amica universitaria Susan Witley (Suzan Farmer). In paese, tutti si rifiutano di accompagnarlo all'isolata casa degli Witley. Il padre, Nahum Witley (Boris Karloff), vorrebbe scacciare il giovane ma lui rimane, ben accolto da Susan e dalla madre di lei che versa in cattive condizioni di salute. Nahum, in effetti, sta compiendo esperimenti con un meteorite radioattivo che causa danni agli abitanti della casa, e non solo.
LA RECE
Ibrido non avvincente tra il technicolor psichedelico americano e le atmosfere claustrofobiche del gotico britannico, e, ancora, tra il soprannaturale gotico e la paranoia atomica da guerra fredda.
Tentativo della AIP di Arkoff e Nicholson di fare il verso ai film della Hammer, al punto di trasferire la città letteraria di Arkham del New England in terra d'Albione, per l'esattezza nella villa Oakley Court, la medesima utilizzata nel film la Maledizione (1973). Nonostante il film sia una rielaborazione del breve racconto "Il Colore venuto dallo spazio" scritto da Lovecraft nel 1927, qui, più che attenersi al racconto del Triste di Providence, si recupera il Lovecraft filtrato da Corman ne la Città dei mostri (1963), ovvero imbastardito con Edgar Allan Poe e le atmosfere più classicamente gotiche. Die, monster, die! ricorda, in effetti, un'altra produzione di Corman ispirata a Poe: i Vivi e i morti (1960). Alla regia esordisce un ex scenografo di Corman. Il bagaglio visivo accumulato in quegli anni si fanno notare per la cura espressa da Haller negli arredamenti di villa Witley e la resa delle atmosfere sia in ambienti chiusi, sia aperti, ma molto fa la fotografia di Paul Beason. La regia di Haller è abbastanza canonica e non va in cerca di soluzioni particolarmente originali. Il film, dopo una prima parte che costruisce progressivamente tensione e curiosità fino all'arrivo del legnoso protagonista in casa Witley, perde progressivamente nerbo e si mostra per il semplice monster-movie che è, non prima, tuttavia, di aver regalato qualche piccolo balzo sulla sedia. Il fanta-gotico di Haller un po' tedia, un po' frastorna con musiche che vogliono sottolineare qualsiasi refolo di vento, con un Karloff in leggero overacting. Però, Karloff, che nel finale diventa fluorescente per le radiazioni e, avvolto nel Domopack, spacca tutto, ripaga decisamente la pazienza dello spettatore. Chi ama l'horror stagionato offrirà indulgenza a questo film che di lovecraftiano ha giusto lo sfondo sui titoli di testa. Ma il titolo italiano che diavolo c’entra?
TRIVIA
Daniel Haller (1926) dixit: “Benché io sia un grande ammiratore di Freud, non uso consciamente dei simbolismi freudiani o di altro tipo. Ciò detto, la Morte dall’occhio di cristallo ha il suo sottotesto, così come ogni film dovrebbe avere” (Facebook - Drawbridge Of The Castle, 15 agosto 2019).
⟡ Il regista Haller girò un altro adattamento da Lovecraft: the Dunwich horror (1969).
⟡ La Fattoria maledetta (1986), Colour from the dark (2008) e il tedesco die Farbe (2010) sono pellicole basate sullo stesso racconto di Lovecraft che ispira questo film.
⟡ La Morte dall’occhio di cristallo fu distribuito in double-bill con Terrore nello spazio (1965) di Mario Bava.
⟡ Circa la triste sorte di Nick Adams, si rimanda ad una pagina a lui dedicata nella sezione Falling Stars.
Titolo originale
Die, Monster, Die!
Regista:
Daniel Haller
Durata, fotografia
80', colore
Paese:
USA, UK
1965
Scritto da Exxagon nell'anno 2009; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0
