Non aprite quella porta 3D

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Voto:

Heather Miller (Alexandra Daddario) eredita inaspettatamente dalla nonna. I suoi genitori adottivi non vorrebbero che lei accettasse il misterioso lascito; tuttavia, Heather parte con tre amici, più un autostoppista, in direzione Newt, cittadina rurale texana, nella quale avrà modo di scoprire che l'eredità in questione è un'enorme magione. L'autostoppista si rivela un balordo ed esplorando la casa col fine di sgraffignare il più possibile, scopre dietro la porta della cantina - quella da non aprire - Jedidiah “Leatherface” Sawyer (Dan Yeager), un gigante col cervello da bambino, tuttavia abilissimo nell'usare una micidiale motosega e altri armi bianche che rivolgerà contro gli amici della giovane Miller.

LA RECE

Figlio della temporanea moda del 3D, tecnologia che, tuttavia, mal si accorda a quelle che erano le atmosfere grezze e ruvide del modello originale. Popcorn movie per le nuove generazioni.

Family is a messy business. Quando, nel 1974, uscì the Texas chainsaw massacre, rititolato dall’ineffabile distribuzione italiana come l’avviso di un bagno pubblico non igienizzato, la società rimase a corto di fiato per il pugno nella bocca dello stomaco. Il Southern Gothic al posto del Southern Comfort, una famiglia di redneck ultraconservatori sconvolti da lustri di endogamia abitanti un territorio in cui il cittadino è preda da cacciare, frollare e mangiare. In campagna, si sa, non si butta via nulla. Il franchise nato con il lavoro di Hooper risultò negli anni tanto più deludente quanto più la sua anima anarchica e brutale di pellicola qua e là bandita risultò masticata e omogeneizzata dalle logiche dell'incasso. Ora, diciamocelo, il 3D sta a Leatherface come Robert Pattinson sta a Dracula. Ma facciamo un po’ di storia. Nel 2007, la Platinum Dunes, che aveva prodotto il remake Non aprite quella port (2003) e il prequel Non aprite quella porta - l'Inizio (2006), annunciò l'abbandono della serie. La Twisted Pictures accorse a negoziare la cessione dei diritti di utilizzo tornati nelle mani di Bob Kuhn e Kim Henkel. Il franchise, però, venne acquisito dalla Lionsgate che avrebbe voluto realizzare una trilogia complessa sia cronologicamente che produttivamente; un’idea poi ritenuta a rischio di limitati incassi. Si decise, perciò, per un sequel da agganciarsi direttamente al film del ‘74. Non tutto filò liscio: si girò fra il luglio e l'agosto 2011, ma il film arrivò nelle sale solo nel gennaio 2013. Non fu l'unico inciampo. La foga di scrivere un nuovo soggetto e unirlo al primo film della serie innescò dei paradossi spazio-tempo non da poco: Non aprite quella porta 3D si svolge nel 2012, prova la lapide con l'anno di morte della nonna della protagonista. Ciò significa che dagli eventi del '74 (riproposti in originale e rielaborati in 3D) sono passati 38 anni, cosa incoerente rispetto all'età della protagonista che si vuole sottratta dal luogo del massacro in fasce, ma che ora ha chiaramente meno di 38 anni; l'attrice Daddario ne aveva 25 nel 2011. Svarione di Stephen Susco, Adam Marcus e Debra Sullivan, terzetto al soggetto, di rimpetto a un altro terzetto deputato alla sceneggiatura. Lavoro di scrittura a 12 mani completato in regia dal poco noto John Luessenhop (Lockdown, 2000; Takers, 2010). Nonostante il taglio netto rispetto ai precedenti film del franchise e i vari gap contenutistici, Texas Chainsaw 3D regala ai fan diverse chicche. All'inizio compare l'attore Gunnar Hansen, l'originale Leatherface, nei panni del capo famiglia Sawyer; Bill Moseley, che in Non aprite quella porta - parte 2 (1986) impersonava “Chop-Top” Sawyer, qui è il cuoco Drayton. La protagonista del film del '74, Marilyn Burns, veste i panni del-la nonna di Heather, e John Dugan, il Nonno dell'74, riprende il suo vecchio ruolo nel prologo. Non manca neppure Tobe Hooper che, romantico ma guaribile, s'intasca la sua parte come produttore esecutivo. Tolto lo spunto ricreativo di trovare i riferimenti all'originale, lì piazzati per placare gli implacabili fan, rimane un film che tradisce quasi totalmente lo spirito dell'originale. Gli ambienti descritti con ruvido realismo da Hopper, sporchi, desolati, trasandati, lasciano il posto a un ambiente canonico e affine a qualsiasi altro slasher, a non voler disturbare troppo gli occhi dei giovani spettatori ai quali, d’altro canto, viene riservata la prevedibile dose di splatter. Il grezzo backwood brutality delle origini che non ostentava splatter, deve ora passare sotto le forche caudine delle logiche d'incasso che vogliono i giovani protagonisti a torso nudo, il cantante Trey Songz che strizza l'occhio al pubblico afroamericano, una bellissima final-girl che deve insozzarsi il meno possibile stando attenta a mostrare-non-mostrare, e uno “sfolgorante" 3D con gli immancabili schizzi di sangue dritti negli occhi dello spettatore. E così, Non aprite quella porta 3D finisce per tradire ogni fibra del muscolare Leatherface delle origini. Buchi nella sceneggiatura, poi, implicano la perdita di personaggi (che fine fa il figlio di Hartman?) e, soprattutto, l'impressione che nella piccola città di Newt tutto possa accadere impunemente. Per gli implacabili che resistono fino al termine dei credits, si ha anche una scenetta terminale dalla quale si capisce che si avrà un seguito, che poi sarà: Leatherface - il massacro ha inizio (2017).

TRIVIA

John Luessenhop dixit: “Nessun film è un gioco da ragazzi. Io non ne sapevo molto del mondo dell'horror, quindi è stato un grande viaggio. In effetti ho imparato molto. Ho guardato diverse registrazioni di registi horror che parlavano di film. Ho guardato molti film di quelli che definiresti il gotha dell'orrore e li ho accolti in me. […] Ma volevo anche portare una mia nuova prospettiva e penso che questo sia arrivato al film” (comingsoon.net).

⟡ Girato a Shavenport (Texas), la crew si trovò a dover sopportare un'ondata di caldo durata 47 giorni con temperature sopra i 37°. 

⟡ La location del mattatoio fu ricavata da uno dei capannoni interni al Camp Minden, riserva militare che ospitava un deposito di proiettili e armi ormai dismesso. Anche l'entrata nei possedimenti Sawyer faceva parte del campo. 

⟡ L’originale casa del film del 1974 esiste ancora, anche se non nel luogo originario: fu spostata e trasformata in un ristorante. Questo fu utile per cercare di ricostruire una copia della casa per questa nuova versione cinematografica.

Titolo originale

Texas Chainsaw 3D

Regista:

John Luessenhop

Durata, fotografia

92', colore

Paese:

USA

Anno

2012

Scritto da Exxagon nell'anno 2015 + TR; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0

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