Noroi - the Curse

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Voto:

Nella notte del 12 aprile 2004, la casa del giornalista Kobayashi Masafumi (Muraki Jin) viene distrutta da un incendio; muore sua moglie mentre l’uomo risulta scomparso. Alla redazione televisiva dove lavorava il giornalista viene recapitata una videocassetta dal titolo “Noroi”. In essa, l’indagine di Kobayashi sulla sparizione di Kana (Rio Kanno), una bambina con poteri psichici, e sulla possessione di Junko Ishii (Tomono Kuga), una donna che pare mentalmente disturbata. Tutto sembra connesso agli strani avvenimenti del 1978 avvenuti nel villaggio di Shimokage.

LA RECE

Meno noto e meno epidermico dei più famosi j-horror, Noroi, folk horror che recupera il mito degli ushi-oni e i kannushi, ha, però, dalla sua una struttura narrativa complessa che lo fa sviluppare attraverso la composizione di frammenti di telegiornali, show televisivi paranormali, video amatoriali e documentari.

Buon esercizio di mockumentary horror realizzato dal nipponico Shirashi (Grotesque, 2009) che innesta, sullo stranoto spunto offerto da the Blair witch project (1999), il folklore giapponese e dà vita ad un trittico mockumentary completato da Occult (Okaruto, 2009) e Shirome (2010) e del quale Noroi è di certo l’opera distintiva. Nonostante il lento e pacifico procedere della ricostruzione giornalistica compiuta dal protagonista, ritmo tipico del cinema di laggiù, la narrazione si fa interessante e mai tediosa per una somma di diversi contributi che sembrano trattare eventi disconnessi, i quali, poi, come previsto, porteranno ad un’inquietante convergenza. Rimangono le perplessità circa la verosimiglianza di chi deve sempre e comunque imbracciare la videocamera anche quando tutto consiglierebbe di abbandonarla e scappare a gambe levate; tuttavia, Noroi sa somministrare qualche immagine davvero inquietante (inutilmente sottolineata dalle zoomate) o lasciare appesi a una sinistra inquietudine. Funziona, ovviamente, l’inserimento dell’horror nella quotidianità di un Giappone, qui, particolarmente sopito, e i rimandi a un’iconografia poco chiara che richiama l’archetipo materno, in questo caso preso di mira dal demone Kagutaba il quale, nel passato del villaggio di Shimokage, veniva placato con sacrifici di cani e cuccioli di scimmia. La maschera del demone ha una più che discreta efficacia e trova la sua più terrificante espressione nel finale che chiude il racconto circolarmente da dove aveva avuto inizio, ovvero l’incendio della casa di Kobayashi. Arrivato in anticipo rispetto a Paranormal activity (2007) circa le riprese notturne a telecamera fissa, Noroi non è forse il J-horror da avere nella videoteca, nondimeno possiede quelle due o tre situazioni che rimangono in mente una volta spento lo schermo, e questo, per un low-budget, non è poco. Non è improbabile che, a persone a digiuno di horror, Noroi possa fare davvero molto paura, anche se è altrettanto probabile che quelle stesse persone difficilmente riescano a reggere le quasi due ore condotte a placido ritmo nipponico. Film non brillante ma, fra i mockumentary horror, uno dei migliori esempi.

TRIVIA

Kôji Shiraishi (1973) dixit: “Alla fine degli anni '90, la popolarità dell'esplorazione dei fantasmi sotto forma di donne è stata portata al livello successivo con la produzione del film Ringu, che ha contribuito a creare il boom del J-horror. Da quel momento in poi, il J-horror è diventato un genere chiave soprattutto quando è stata creata la serie di successo Ju-on. […] Ora, il J-horror è in declino in termini commerciali. Se le persone che sfidano l'horror con nuove idee continuano a farlo e il successo commerciale non continua, è probabile che si verifichi un ulteriore declino per il J-horror” (easternkicks.com).

⟡ Nessun dato, per ora.

Titolo originale

Noroi

Regista:

Kôji Shiraishi

Durata, fotografia

115', colore

Paese:

Giappone

Anno

2005

Scritto da Exxagon nell'anno 2015 + TR; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0

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