Santa sangre

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In un flashback, vediamo la vita di Fenix (Axel Jodorowsky), ora paziente psichiatrico, che da piccolo (Adan Jodorowsky) aveva visto suo padre tagliare le braccia alla madre (Bianca Guerra), una fanatica alla guida della Chiesa eretica di Santa Sangre. Fenix riuscirà a scappare dall'ospedale per riunirsi alla madre che pare miracolosamente sopravvissuta. Contro il volere della donna, l'uomo diventa "le braccia della madre" e i due danno il via a una serie di crimini brutali.

LA RECE

Combo di eccesso carnevalesco e indagine psicologica sul trauma infantile: il corpo femminile mutilato diventa metafora della castrazione; un corpo perennemente in lotta con i propri confini, estesi e violati dal fantasma materno, figura, quest'ultima che contemporaneamente attrae e repelle in una dimensione di sublime mostruoso.

Fra i tre film più noti di Jodorowsky insieme a el Topo (1970) e la Montagna sacra (1974), questo è il più coeso a livello narrativo e, quindi, il più accessibile al mainstream. Nonostante ciò, Santa sangre rimane una pellicola con un forte impatto weird dal momento che i nuclei tematici di Jodorowsky rimangono inalterati, così come le suggestioni che richiamano Fellini, il surrealismo di Buñuel e rimandi a film horror quali il Mistero delle cinque dita (1946), le Mani dell'altro (1960), Psyco (1960) e l'Uomo invisibile (1933), quest'ultimo palesemente omaggiato. È Fenix l'uomo invisibile poiché vive all'ombra o, meglio, dietro le spalle di una madre padrona che gli fa da guida in tutto e per tutto. Fenix non ha un'identità, è un uomo che vive ossessionato dai suoi feticci, tema caro anche a Buñuel nei suoi film girati durante l'esilio messicano. Santa sangre è fondamentalmente diviso in due blocchi distinti: il primo, più esuberante, relativo a un circo di gusto felliniano con il memorabile funerale dell'elefante, a metà fra il comico e l'orrorifico quando i poveri assaltano la gigantesca bara in cui è contenuto l'animale per accaparrarsi pezzi di carne. Ironicamente macabra la sorte di Concha, predicatrice di un culto che santifica una ragazza a cui furono tagliate le braccia e che, a propria volta, subirà lo stesso destino. Le suggestioni sessuali, così care a Jodorowsky, sono ben presenti: una su tutte, la vasca colma di sangue nel tempio di Santa Sangre, chiara allusione al sangue mestruale, tenendo anche conto del nome "Concha", termine volgare con cui in Messico si indica la vagina. La seconda parte del film è più cupa, più vicina all'horror e, per quanto ricca di elementi bizzarri, ha una struttura maggiormente lineare, andandosi a rifugiare nelle tematiche edipiche che richiamano Psyco. La forza immaginativa del regista supera di gran lunga il soggetto del film, di per sé non così originale; chi conosce già i lavori di Jodorowsky avvertirà come ridondanti alcuni temi e concetti, così che forse la durata del film pare un po' eccessiva, e quello che poteva essere detto in 90 minuti viene dilatato in 120 con diversi momenti di stanca. Per quanto più accessibile, Santa sangre rimane ricolmo di un simbolismo non sempre comprensibile. In ciò, Jodorowsky si riconferma un regista indipendente che non si piega alle esigenze del mercato e del pubblico, anche se dubito che fra le finalità di Claudio Argento, produttore fratello di Dario, non ci fosse quella di smerciare a un più ampio pubblico il genio maledetto del regista cileno. Tecnicamente, il film rimane un prodotto di grande fascino che riesce a massimizzare location e fotografia nonostante il budget non elevato. Memorabili le interpretazioni di Axel Jodorowsky e la Guerra quando recitano attaccati e il giovane muove le braccia come appartenessero alla donna. A livello horror, Santa sangre non è così riuscito; la vera forza della pellicola s'appoggia più sul versante del dramma e sulle caratteristiche surreali dell'opera. La nomea di cult è scattata da tempo ma, dovendo scegliere fra i lavori di Jodorowsky, meglio dirigere l'attenzione verso la Montagna sacra, più ostico ma più fascinoso e maggiormente paradigmatico della poetica del regista.

TRIVIA

Il produttore esecutivo Angelo lacono racconta: "lo partii per Santa Sangre quando Jodorowsky non poteva entrare in Messico per problemi con la Chiesa. Ottenni un permesso per tre mesi, riuscii ad accordarmi con l'Ambasciata messicana per altri sei mesi. Alejandro, un genio ma non sapeva appiccicare i quadri che faceva, e mi portai Daniele Nannuzzi, un bravo direttore di fotografia e bravo montatore. Jodorowsky sapeva creare scene bellissime ma non sapeva costruire la storia, voleva un direttore della fotografia messicano, gli imposi Nannuzzi. Per la costruzione delle scene era come Fellini, ma Fellini sapeva montare il film" (lachetti, 2017).

⟡ Come tributo agli horror messicani, il film include una scena con un lottatore mascherato e una superdonna chiamata la Santa.

⟡ Il progetto ebbe inizio quando a Jodorowsky fu commissionato di scrivere e dirigere un film basato sulla vita del criminale messicano Gregorio Càrdenas.

⟡ Il protagonista Fenix è stato interpretato dai due figli di Jodorowsky, Adan e Axel.

Titolo originale

Santa Sangre

Regista:

Alejandro Jodorowsky

Durata, fotografia

123', colore

Paese:

Italia, Messico

Anno

1989

Scritto da Exxagon nell'anno 2011 + TR; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0

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