Shock (Transfert-Suspence-Hypnos)

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Voto:

Dora (Daria Nicolodi) e il suo nuovo marito Bruno (John Steiner) vanno a vivere in una casa nuova con il bambino di lei, Marco (David Colin Jr.), avuto da un rapporto precedente. Strani fatti, che hanno come protagonista Marco, iniziano ad accadere quasi subito. A casa da sola per impegni lavorativi del marito, Dora, che già in passato aveva avuto problemi psicologici, perde la serenità ora che crede che il figlio sia posseduto dallo spirito dell'ex marito, un tossicomane morto suicida in mare.

LA RECE

Un thriller-horror da appartamento che segue il delirio di una donna girato in una casa che diventa protagonista viva. Il film garantisce tensione continua e momenti di paura riusciti grazie all'ambiguità tra paranoia e paranormale. Perfetto per una visione notturna in solitudine.

Il film più puramente spaventoso di Mario Bava, nonché il suo ultimo per il grande schermo, nacque da un soggetto ("il Padrone di casa") che Dardano Sacchetti aveva scritto contemporaneamente a "Così imparano a fare i cattivi" che poi esiterà in Ecologia del delitto (1971). Da tempo, Bava caldeggiava l'idea di ridurre cinematograficamente una storia nella quale una casa divenisse protagonista viva tanto quanto un attore e, infatti, anche grazie alle suggestioni moderniste del figlio Lamberto secondo in regia, Mario abbandonò i lazzi gotico-romantici o le suggestioni pop-art e costruì un thriller-horror da appartamento. Shock è il viaggio nel delirio di una donna, una pellicola compressa con tre interpreti e, in pratica, una sola location. Poco sangue, qualche citazione dotta (il rasoio elettrico in bagno viene da Così dolce... così perversa, 1969), uno score dal successo collaudato composto da I Libra (gruppo formato da due transfughi dei Goblin), e una casa che nasconde qualcosa dietro un muro come Sette note in nero (1977). Tutto si regge sulla performance della Nicolodi (1949-2020), qui più bella e brava del solito, la quale passa dall'essere una dolce mamma e moglie al divenire un'isterica con il sistema nervoso a pezzi. Il piccolo Colin Jr. non sempre riesce a trasmettere le emozioni e la tensione; così, per lo spettatore, l'inquietudine rimane più legata al suo aspetto infantile con un vago rimando a Profondo rosso (1975), visti anche i disegni. Bravo, invece, John Steiner che, in ruolo di supporto, recita in modo sciolto. Il prodotto finito non sarebbe mai stato tale senza la presenza di Lamberto Bava che, in diverse interviste, ha variabilmente sottolineato il suo apporto finale alla pellicola: "Si può dire che Shock sia più un film mio che di mio padre. C'era senz'altro molto di mio padre, in quel film, ma l'idea di base e la sceneggiatura corrispondevano più al mio stile che al suo. Era una storia di oggi, moderna, mentre mio padre si sentiva più portato per le storie romantiche, ottocentesche. Ad esempio l'idea della mano di marmo che si muove da sola, o quella della mano che esce da sottoterra sono tipicamente sue" (Giusti, 2004). Non così incredibilmente spaventoso come alcuni dicono, e con dialoghi non memorabili, Shock garantisce, comunque, una tensione continua e ben dosata con alcuni momenti di paura davvero riusciti, nonostante la pellicola stenti po' a decollare e dia l'impressione di dilungarsi. Buona l'idea di non voler chiarire tutti i punti (paranoia o paranormale?) così come la decisione di dipingere alcuni personaggi in modo ambiguo al fine di portare lo spettatore fuori strada. Affascinante la componente onirica e allucinata nonché edipica. Un buonissimo film italiano di paura che funziona a menadito in seconda serata e a casa da soli. Provateci.

TRIVIA

⟡ Daria Nicolodi e John Steiner si rincontreranno di nuovo in Tenebre (1982).

⟡ Grazie al cielo, la produzione ha cambiato il pazzesco titolo che inizialmente doveva essere attribuito al film: Al 33 di Via Orologio fa sempre freddo.

Regista:

Mario Bava

Durata, fotografia

97', colore

Paese:

Italia

Anno

1977

Scritto da Exxagon nell'anno 2012 + TR; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0

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