Wild Zero

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Voto:

Ace (Masashi Endô), fissato per lo stile Rock anni '60, si reca al concerto dei Guitar Wolf e interviene per sedare lo scontro fra il leader del gruppo e il loro manager Captain (Makoto Inamiya); per ringraziarlo, il primo donerà ad Ace un magico fischietto. Intanto, la Terra viene visitata da alieni che usano gli zombi per i loro piani d'invasione. Ace si troverà incastrato in storie di crimine, amore e morte finché, per districarsi, non sarà obbligato a utilizzare il fischietto.

LA RECE

Film demenziale ma divertente e originale, richiama il cinema Troma ma con maggior buon gusto, puntando su energia e citazioni piuttosto che sullo splatter o sul terrore tipico dei J-horror. Difficile, però, che possa essere apprezzato dal pubblico mainstream.

Primo e, per ora, unico lungometraggio di un regista pratico di scalmanati video musicali dei quali trasporta qui sia la cifra dinamica, sia i Guitar Wolf, noto gruppo rock di laggiù, miscelando tutto con il ben collaudato mito dei morti viventi. Le premesse sono quelle di una pellicola demenziale, cosa che Wild zero, in effetti, è, pur essendo, però, anche molto divertente e originale; un valido paragone potrebbe essere posto immaginando una pellicola Troma ma realizzata con maggior buon gusto e con più verve di quanto, in genere, faccia il produttore Kaufman. Takeuchi decide per un pastiche di alieni che invadono la Terra, di morti viventi da quelli comandati, di capelli pettinati con la brillantina, musica, amore, comicità spicciola e sangue, tanto sangue. L'entusiasmo del regista che cita a destra e a manca, dimostrando ai fan del genere che la sua preparazione non è improvvisata, fa il paio con l'energia degli attori non eccelsi ma notevolmente coinvolti. Ci sono momenti in cui il filo della narrazione si perde, la recitazione suona particolarmente atroce e le trovate comiche risultano ben poco comiche; tuttavia, il film, nonostante gli innegabili problemi, non deraglia o, perlomeno, lo spettatore non giunge mai alla noia. In maniera del tutto diversa dallo stile di buona parte dei J-horror che hanno invaso l'Occidente, Wild zero non mira a terrorizzare lo spettatore né presenta le solite donne capellute che gracchiano e si trascinano scattose; i modelli di Takeuchi richiamano maggiormente il cinema anni '80, anche se poi si fa ricorso diverse volte a una grafica digitale non eccelsa. Gli eccessi splatter sono moderati dallo spirito giocoso e cartoonesco del film che, di necessità virtù, sa prendersi non troppo sul serio. L'idea della rock-band dotata di poteri sovrumani, con capelli laccati e pose idiote, che combatte la minaccia aliena lanciando un messaggio d’amore senza frontiere al povero Ace, è la trovata davvero originale di Wild zero che, però, qui in Italia, non può arrivare con la stessa forza con la quale ha impattato in Giappone, nazione nella quale i Guitar Wolf sono un gruppo musicale ben noto. Film decisamente curioso e non sgradevole, tuttavia difficilmente apprezzabile dallo spettatore medio.

TRIVIA

⟡ L’album dei Guitar Wolf che contiene la canzone “Wild Zero” che dà il titolo al film è “Planet of the Wolves”; la canzone che dà il titolo all'album, invece, fa parte della colonna sonora di Men in black II (2002). La band ha trasferito nel film alcune sue vere caratteristiche, come le pettinature e le gran bevute di birra che fa il cantante.

⟡ Il film cita: Plan 9 from outer space (1959) per il fatto gli alieni creino gli zombi; Psyco (1960) per la scena della doccia; la Notte dei morti viventi (1968) e Zombi (1978) per l'aspetto dei morti e per il fatto che il titolo del film viene citato nella pellicola; Rock 'n' Roll High School (1979) dato che i Guitar Wolf "copiano" i Ramones; the Toxic avenger (1985) per una scena nella quale Ace si batte con gli zombi a colpi di scopettone; la Moglie del soldato (1992) visto che un personaggio femminile si rivela essere un uomo ma continua a essere amato dal suo ragazzo.

Fast rating

etichetta di valutazione veloce del sito exxagon per i film giudicati di buon livello

Titolo originale

Id.

Regista:

Tetsuro Takeuchi

Durata, fotografia

98', colore

Paese:

Giappone

Anno

1999

Scritto da Exxagon nell'anno 2012 + TR; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0

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