7 Hyden Park - la casa maledetta

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Voto:

Joanna (Christina Nagy) è una ricca ereditiera paralitica divenuta tale dopo che, da bambina, è stata aggredita da un pedofilo travestito da prete. La donna, assistita da Ruth (Carroll Blumenberg) e amata da Graig (David Warbeck), viene messa a dura prova dal riapparire di un maniaco che vuole farle rammentare a forza il tragico evento avvenuto anni prima.

LA RECE

Un giallo all'italiana che arriva in ritardo al party di Bava e Argento ma compensa con bambole decapitate e atmosfere da incubo domestico. Buono per amanti del nostro cinema BIS.

Rallenty. Un prete rincorre su una scalinata bianca una bambina che tiene fra le mani una bambola; raggiuntala, le strappa dalle mani il giocattolo e la testa della bambola si stacca, finendo per rotolare giù dalle scale. Titoli di testa. Vera delizia per l'appassionato di cinema di genere e, in special modo, per il fan del giallo all'italiana, anche se 7, Hyden Park arrivò in ritardo all'appuntamento con la fase più ricca inaugurata da Bava e Argento. Ispirato al romanzo "il Postino suona sempre due volte" di Cain, e girato da De Martino (l'Anticristo, 1974) in soli 18 giorni, 7, Hyden Park stupisce con l'incipit ma, poi, tende a rientrare molto velocemente sui binari del canonico mystery con l'aggravante che la soluzione dell'enigma viene svelata a metà film. Disgregato il whodunnit, il regista vira la narrazione sui lidi di una suspense persecutoria con logiche d'assedio domestico che vedono la povera Joanna impegnata a evitare colpi e fendenti. De Martino, dietro pseudonimo, si tiene ben adeso alle suggestioni argentiane: la bambola sempre ottima icona orrorifica, il rasoio, la nenia infantile, i primi piani maniacali. La trama, non sempre logica e con una seconda metà tirata per le lunghe, è inframezzata da situazioni di una certa forza, quale l'aggressione del killer ai danni di un prete percosso brutalmente con un oggetto contundente. La piacevolezza di vedere un giallo Seventy ricollocato negli anni '80 porta ad accettare come quasi necessarie le molteplici citazioni: la musica e la scena sul ferry boat vengono dritti da lo Squartatore di New York (1982), così come l'apparente elemento anticlericale ha precedenti in la Morte negli occhi del gatto (1973), Chi l'ha vista morire (1972) e Non si sevizia un paperino(1972). La prova attoriale è abbastanza solida, soprattutto da parte dell'attrice Christina Nagy la cui carriera è però terminata solo due anni dopo. Titolo sfortunato o, se non altro, inappropriato per questo film ma, ai tempi, dopo l'uscita de la Casa (1982) di Raimi, produttori e distributori cercarono dissennatamente di sfruttare il lemma "casa" per trascinare gente nelle sale.

TRIVIA

Alberto De Martino (1929-2015) dixit: "Guarda, ti dirò che per me il genere è secondario. Il presupposto con cui mi affacciavo ad un nuovo film, quello che cercavo di fare, era dare allo spettatore le emozioni che sentivo io, o che io avrei voluto provare da spettatore. Cercavo di dare al pubblico quello che voleva ma partendo dalla storia e dai personaggi. Il genere, in questo senso, cadeva in secondo piano." (it.paperblog.com).

⟡ I distributori, per aumentare la vendibilità all'estero, bloccarono la volontà di De Martino di avere le esordienti Valeria Golino e Nancy Brilly per due ruoli femminili, spingendo, invece, per l'ingaggio di straniere o volti non riconoscibili come italiani.

Regista:

Martin Herbert [Alberto De Martino]

Durata, fotografia

91', colore

Paese:

Italia

Anno

1985

Scritto da Exxagon nell'anno 2009 + TR; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0

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