Chi l'ha vista morire?

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Voto:

Nel 1968, una bambina viene uccisa a Mogève, Francia. La scena si sposta nella Venezia del 1972. La piccola Roberta (Nicoletta Elmi) viene trovata morta nella laguna; suo padre Franco (George Lazenby), artista quotato, non si dà pace. Aiutato dalla ex-moglie Elizabeth (Anita Strindberg) e da alcuni amici, Franco si butta sulle tracce del killer; entrerà in contatto con un giro di ricconi dediti ai festini hard.

LA RECE

Buonissima prova di Lado in una Venezia laida, sinistra e pedosadica. Film a cui va anche riconosciuta una certa seminalità. Chi apprezza il genere apprezzerà.

Interessante giallo precursore di A Venezia... un dicembre rosso shocking (1973) di Roeg e Solamente nero (1978) di Bido, per una Venezia locus horribilis in cui alberga il Male. Lado, meno contestatore ed antiborghese rispetto al precedente la Corta notte delle bambole di vetro (1971) e del suo successivo capolavoro l'Ultimo treno della notte (1975) non rinuncia, comunque, alla denuncia: "Mi ricordo che quando avevamo 8-10 anni ci mandavano in parrocchia a fare i giovani esploratori, i lupetti, cose così; e si andava d'estate quindici giorni in campeggio coi preti che tutti i giorni ti mettevano le mani nel patellone e poi tu scappavi, vergognandoti come se fosse colpa tua. Queste cose qui, cazzo, poi te le porti dietro per il resto della vita e possono crearti certi problemi. Non fraintendermi, nel film non ho fatto un ragionamento sociologico sul clero e sulla pedofilia, però ho inserito degli spunti di riflessione e delle esperienze di cui sono stato testimone" (Nocturno dossier 30, 2005). Il regista istruisce una Venezia ben diversa dallo stereotipo turistico: grigia, nebbiosa, infida, nella quale precipitano parimenti Chiesa, Stato e la solita borghesia laida con i personaggi più influenti della città  implicati in un giro di pornografia e pedofilia pivot dell'intreccio. L'idea di un killer che si accanisce contro le bambine dai capelli rossi, spunto pedosadico, colpisce nel segno ma, ai tempi, colpì anche la censura che obbligò Lado a tagliuzzare il girato. Nei panni della ragazzina vittima delle malsane mire abbiamo Nicoletta Elmi, scream princess degli horror anni '70 (Profondo rosso, 1975; Reazione a catena, 1971; gli Orrori del castello di Norimberga, 1972). Al suo fianco George Lazenby, lo 007 del '69 che tutti abbiamo dimenticato, e Anita Strindberg, altra conoscenza del cinema bis. Gradevole la presenza di Adolfo Celi nei panni del mercante d'arte Serafian, e incisivo il giovane Alessandro Haber in quelli del prete da oratorio. L'impianto è quello argentiano che Lado percorre con competenza fino a inventarsi soluzioni (l'omicidio della Boschero/Storelli) che verranno recuperate dal vate Argento in Profondo Rosso (1975). Senza voler rivelare il finale, va segnalata che la soluzione porta all'emersione un tipo di villain che piacerà  tanto allo spaghetti giallo come genere, con tutta una serie di riproposizioni. La pellicola di Lado, che si rivelerà il suo miglior successo commerciale (209 milioni d'incasso nelle sale, circa 1,7 milioni di euro del 2020) funziona, e lo fa anche grazie alla sinistra composizione di Morricone che vede un coro di bambini dire cose macabre non sempre comprensibili e, a maggior ragione, inquietanti. Gli ingredienti ci sono tutti, bevendoci dietro, con moderazione, Stock 84.  

TRIVIA

Aldo Lado (1934 - 2023) dixit: "Trent'anni fa si realizzavano più di 200 film a stagione. I giovani registi apprendevano il mestiere con l'aiuto regia e, dopo la gavetta, potevano esordire facilmente,usufruendo di un budget di un certo livello. Erano artigiani che insistevano su un genere specifico e, in quel modo, potevano fare esperienza senza pensare all'autorialità e a quell'autocompiacimento che, invece, sembra affliggere i registi di oggi" (close-up.it)

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Regista:

Aldo Lado

Durata, fotografia

95', colore

Paese:

Italia, RFT

Anno

1972

Scritto da Exxagon nell'anno 2011; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0

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