Africa ama

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Voto:

Film documentaristico.

LA RECE

Perse fra scene d'impatto fortissimo, a tratti insostenibile, qualcosa si salva ed eleva Africa ama una spanna sopra molti altri mondos.

Molto violento ma non privo di sequenze interessanti, Africa ama è uno dei tanti mondos che percorre le "vergini" strade dell'Africa in cerca di costumi tribali strani e curiosi. Le zone visitate sono, si dice, quelle toccate dai primi esploratori i quali sarebbero entrati in contatto con tribù dai più diversi usi e costumi. È molto probabile che il materiale utilizzato per questo film sia stato girato contemporaneamente a quello utilizzato per Africa segreta (1969) e per i successivi Magia nuda (1975), Addio ultimo uomo (1978) e Africa dolce e selvaggia (1982). I mondos dei Castiglioni sono, in linea di massima, prodotti interessanti ma, a differenza delle pellicole di Jacopetti e Prosperi (Africa addio, 1966; Addio zio Tom, 1971), sono prive di ironia. Se questa attitudine alla mera documentaristica etnologica dà ai loro lavori una certa parvenza di serietà, va anche rilevato che le numerosissime sequenze crude che vengono mostrate arrivano agli occhi dello spettatore con un'inusitata ferocia. Non c'è quindi nessuna leggerezza a mediare i toni di ciò che, in effetti, sarebbe comunque difficile attenuare. Africa ama rientra perfettamente in quella cerchia di mondos ben realizzati e curiosi rispetto ai contenuti ma con un'attitudine allo shock exploitation non indifferente, non molto dissimile da ciò che verrà poi reso consueto da le Facce della morte (1978). Africa ama segue la vita dei popoli africani meno sviluppati riprendendo le usanze legate alla nascita, all'alimentazione, alla sessualità e alla morte in un inscindibile e circolare legame con la natura. Viene mostrata l'inumazione dei morti, i riti d'iniziazione dalla circoncisione alla clitoridectomia, la prostituzione, l'uso di droghe e altro ancora. Alcune sequenze, come lo strangolamento del proprio cane attuato come sacrificio di passaggio fra l'infanzia all'età adulta, sono segmenti che è difficile affrontare senza girare la testa dall'altra parte ma anche la lunghissima sequenza relativa alla clitoridectomia e all'infibulazione è altrettanto forte. Alcuni momenti, ben diversi da quelli mirati all'exploitation, sembrano in effetti capaci di catturare un'Africa quasi primitiva che difficilmente le nuove generazioni avranno la possibilità di vedere dal vero. Perse fra scene d'impatto fortissimo, a tratti insostenibile, qualcosa si salva ed eleva Africa ama una spanna sopra i molti mondos costruiti con interminabili visite in locali fasulli nei quali danzano spogliarelliste abborracciate. Interessante ma assolutamente non per tutti. 

TRIVIA

Angelo Castiglioni (1937) dixit: “Noi abbiamo sempre avvicinato le popolazioni cosiddette primitive, che primitivo non è un termine esatto dal punto di vista etnologico, perché si parla di popolazioni tecnologicamente arretrate perché anche i primitivi hanno qualcosa da insegnarci. Abbiamo sempre voluto fissare la realtà di rituali, usi, costumi. Non siamo mai, e questo ci tengo a dirlo, entrati nel merito come giudici; non abbiamo voluto giudicare la cultura di queste popolazioni perché sarebbe stato assurdo: avrebbe voluto dire che la nostra cultura è migliore. E non è vero” (YouTube; ch: Cortisonici Film Festival Varese; vid: Angelo Castiglioni presenta Africa dolce e selvaggia).

Citazione dal film abbastanza delirante: "La circoncisione, insomma, mette un po' d'ordine nelle ingarbugliate faccende del sesso risolvendo alla maniera forte il dualismo maschio-femmina che è in ciascuno di noi. Elimina anche ogni causa d'instabilità emotiva e di disordini psichici assai frequenti nei non circoncisi; e anche in questo la scienza sembra essere d'accordo."

Regista:

Alfredo Castiglioni, Angelo Castiglioni, Guido Guerrasio

Durata, fotografia

104', colore

Paese:

Italia

Anno

1971

Scritto da Exxagon nell'anno 2006; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0

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