America così nuda così violenta

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Voto:

Film documentaristico.

LA RECE

Sergio Martino suona parecchio reazionario, tranne quando deve fare dei gran primi piani ai capezzoli di questa o quella donna discinta. Piace così.

Mondo-movie a firma Sergio Martino, il secondo dopo Mille peccati… Nessuna virtù (1969), altro documentario che aveva rappresentato l’esordio alla regia per Martino pochi anni prima dello spaghetti giallo con il quale il regista farà decisamente meglio: lo Strano vizio della signora Wardh (1971), la Coda dello scorpione (1971), Tutti i colori del buio (1972), il Tuo vizio è una stanza chiusa e solo io ne ho la chiave (1972), i Corpi presentano tracce di violenza carnale (1973). Gli americani sono andati sulla Luna ma sulla Terra cosa lasciano? Per Martino, gli statunitensi hanno una serie di drammatiche questioni aperte che vale la pena filmare con dovizia di particolari. Ecco, quindi, gli hobos di Bowery street, gli hippy a Woodstock (tranchant: “mezzo milione di drogati”), l’eroina come esito ovvio di chi è saturo di marijuana (sic), topless bar in cui l’umanità tocca il fondo, la negritudine di Harlem, le conigliette di Playboy, un bigio uomo fantozziano che gonfia la sua bambola, la solita Las Vegas con luci e donnine, l’America bianca contro quella nera e viceversa, gli anziani in Flo-rida, la Grande Marcia del 1963 a Washington, body painting, modelle che truccano i cadaveri per il funerale, hippy che si mangiano gli scarafaggi con tanto di effetti sonori aumentati, tre bellone che si fanno un freakettone non prima di averlo lavato e avergli spruzzato in bocca del mentolo che forse è meglio, e la vita spericolata dei soliti biker kerouachiani sulla strada che se ne fregano di tutto sì. America così nuda, così violenta rispetta ciò che promette il titolo, seppure non ecceda in crudezza, e propina anche la visione di alcuni conigli appesi che vengono presi a gratuite fucilate da alcuni zotici, un rito di magia nera che vorrebbe riecheggiare la Manson Family con tanto di gallina decapitata che gronda sangue sul corpo di una tettona che fa da altarino satanico, un suicida nel deserto del Nevada nei pressi della città del gioco d’azzardo e un giovane che si fa mozzare le dita per non dover partire per il Vietnam. Filmati perlopiù ricostruiti, musica di bruno Nicolai, voce di Giorgio Albertazzi e, a sprazzi, di Ferruccio Amendola a narrare il punto di vista di Sergio Martino che suona parecchio reazionario, tranne quando deve fare dei gran primi piani ai capezzoli di questa o quella donna discinta. Piace così. Il film si chiude dolorosamente con il filmato di un villaggio in cui diversi bambini con ritardo mentale e/o fisico vengono accuditi e, francamente, questa breve sezione è la più disturbante di tutte, rincarata dalla definizione “inutile” a qualificare la vita di queste povere creature. L’ultima sequenza mostra lo skyline di Manhattan in cui non appaiono, perché non ancora costruite, le due Torri Gemelle del World Trade Center evidenziando un panorama così imprevedibilmente simile a quello odierno. Mondo-movie non fondamentale ma le cui immagini, anche senza sonoro, valgono come delle strane cartoline di un passato che sembra ormai remotissimo.

TRIVIA

Sergio Martino (1938) dixit: “Ho sentito sui miei film cose veramente offensive. Per partito preso tutto quel cinema andava disprezzato perché il cinema doveva essere solo artistico e non doveva essere un cinema che riempiva la sala e producesse utili ai produttori. È stata una miopia abbastanza violenta dalla critica. Mi fa ridere che oggi ci sia una rivalutazione e molti giovani esaltino quel cinema di allora. Ho una visione abbastanza critica, perché i film erano tutti compromessi, dovevano costare poco, ci doveva essere il seno scoperto della donna e, nei gialli, anche una compiacenza morbosa dettata dai mercati esteri. A questo punto della mia esistenza guardo questo con molta ironia, è divertente vedere come i pareri cambino a distanza di anni” (Iachetti, 2017).

Regista:

Sergio Martino

Durata, fotografia

104', colore

Paese:

Italia

Anno

1970

Scritto da Exxagon nell'anno 2007; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0

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