Attack of the 50 Foot Woman
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Voto:
L'ereditiera Nancy Archer (Allison Hayes) viaggia in macchina, quando trova la strada sbarrata da un UFO dal quale esce un gigante. Tornata sconvolta in città, e creduta ubriaca anche perché psichicamente instabile, Nancy viene tenuta distante dal marito parassita (William Hudson) che, nel frattempo, si sta intrattenendo con la spregiudicata amante Honey (Yvette Vickers) la quale, oltretutto, instilla l’ipotesi di disfarsi della riccona così da poter fare la bella vita. Il piano salta quando Nancy viene rapita una seconda volta dall'alieno e, da esso, restituita in condizioni comatose che, però, subito si complicano: le radiazioni portano Nancy a crescere notevolmente di dimensioni.
LA RECE
Cult movie del gigantismo anni Cinquanta divenuto icona pop grazie alla locandina feticista e a una lettura (forse) femminista: una donna fisicamente imponente ma abbattuta dalla propria ossessione amorosa. Tecnicamente goffo ma quintessenza del so bad so good. In casa exxagon piace.
Uno dei film più popolari fra i vecchi fantascientifici a tema gigantismo (I giganti invadono la Terra, 1957), benché non particolarmente raffinato; d’altra parte, era un'opera confezionata da Bernard Woolner, proprietario del primo drive-in di Memphis e produttore seriale di pellicole low-budget insieme al fratello David; i Woolner Bros rappresentavano uno dei cardini del cinema exploitation dell'epoca, collaborando spesso con Roger Corman e la sua New World Pictures. Insieme a loro, il direttore della fotografia Jacques R. Marquette, qui al quarto dei cinque film da lui coprodotti. Il successo pop di Attack of the 50 Foot Woman (1958), a dirla tutta, è soprattutto legato alla locandina, non solo bella come oggetto d'arredo vintage, ma che si è trasformata nel tempo nella quintessenza erotica per tutti coloro che si riconoscono nel feticismo delle gigantesse, piccolo gruppo ma creativamente assai vivace. Chi voglia approfondire psicologicamente faccia un salto qui. Tolto l’hype sexy-privato, il film di Juran (il Mistero del castello nero, 1952; the Brain from planet Arous, 1957; la Mantide omicida, 1957; ) si presta a qualche lettura interessante circa la donna e la tossicità relazionale, dato il substrato noir e, soprattutto, le radiazioni aliene che catalizzano la vendetta femminile. C'è, in apparenza, qualcosa di proto-femminista nella scena che vede la gigantesca Allison sfondare il tetto della propria casa e andare a recuperare il marito infedele direttamente al bar, sotto gli occhi di tutti. Quindi, con ellissi, ma neppure troppo sottile, si ha questa donna fragile - che, quindi, sceglie l’uomo sbagliato o debole poiché fragilizzata dal partner? - non più prigioniera degli spazi domestici che la società le ha assegnato, con una crescita fisica che diventa allegoria di una ribellione. Nancy, forse, (ri)prende quota. Dico "forse" perché la sua trasformazione in gigante non la rende certo libera: anzi, la rende ancora più dipendente dall’uomo, che lei insegue con furore, ancora vittima della propria ossessione amorosa, benché, ora, nel ruolo di persecutrice. Perciò, il problema della violenza relazionale non si risolve, semplicemente si inverte. D’altra parte, tale potenzialità tematica si schianta contro una realizzazione tecnica di basso livello, con sovraesposizioni dozzinali, medesimi filmati riproposti e manone di cartapesta. Anche il cast non risulta di grande livello recitativo. Tuttavia, i protagonisti portano tre volti decisamente funzionali alla faccenda, oltre alle loro storie private (leggi sotto) che aumentano il triste mito di questa pellicola. Allison Hayes, (la Sopravvissuta, 1957), riesce a conferire a Nancy una dignità inaspettata e un indubbio fascino con quel suo “gran” corpo di 15 metri avvolto in un rudimentale bikini di stoffa. A lato, Yvette Vickers, celebre pin-up e futura Playmate, a rubare un po’ la scena in quanto efficacissima femme fatale anche un po’ lolitesca e balorda, capace di suggerire un omicidio fra un ballo scatenato e l’altro. Sgradevole quanto basta il ruolo del primario maschile, belloccio ed evidente parassita economico che tradisce la partner sotto i suoi occhi. The Attack of the 50 Foot Woman non è un buon film secondo i parametri tradizionali: è tecnicamente maldestro, narrativamente ingenuo, visivamente goffo, ma proprio in questa sua inadeguatezza risiede un fascino innegabile, quello del cosiddetto so bad so good, ovvero quel cinema che è così brutto da risultare irresistibile. E, in questo caso, il film di Juran ha un valore aggiunto: la sua protagonista femminile che ha acquisito col tempo un ruolo di icona pop e culturale. Il mito del donnone ha generato un immaginario che è sopravvissuto per decenni: dal remake televisivo del 1993 con Daryl Hannah diretto da Christopher Guest (Una donna in 'crescendo'), fino alle parodie come Attack of the 60ft Centerfold (1995) di Fred Olen Ray e Attack of the 50 Foot Cheerleader (2012) prodotto da Roger Corman; e, ancora, The 30 Foot Bride of Candy Rock (1959) o Mostri contro alieni (2009).
TRIVIA
Yvette Iola Vedder “Vickers” (1928-2010) dixit: “Ho sempre saputo di voler fare carriera nel cinema, così ho studiato recitazione e lavorato in piccoli teatri. Ma ero impaziente che un talent scout mi scoprisse. Quando avevo 16 anni mi decoloravo i capelli per attirare l'attenzione. Non sapevo come affrontare la cosa e ho commesso molti errori. Invece di farlo una volta a settimana, ho applicato perossido e ammoniaca tre volte in sette giorni e i miei capelli sono diventati come paglia. Il mio cuoio capelluto aveva punti doloranti ovunque. Anche il colore era orribile: un arancione artificiale improponibile. Trovo interessante quanto i capelli influenzino la tua personalità. Gli uomini si aspettano che una bionda sia più frivola e meno intelligente.” (IMDB.com)
⟡ C'è una tristezza sottile che aleggia attorno a questa pellicola, legata alle vite dei suoi protagonisti. Di Allison Hayes, morta prematuramente nel 1977 a soli quarantasette anni, potete leggere nella pagina a lei dedicata. William Hudson è scomparso a soli 55 anni a causa della cirrosi epatica (etilismo?). Yvette Vickers, icona di bellezza degli anni Cinquanta, è stata ritrovata morta nella propria casa nel 2011, a 82 anni, ma si ritiene che fosse morta un anno prima, nel 2010, radicalmente sola, a causa di un arresto cardiaco.
⟡ Il poster del film è stato classificato all’ottavo posto nella lista "I 25 migliori poster di sempre" dalla rivista Premiere.
⟡ Il gigantesco alieno spaziale calvo è interpretato da Michael Ross che nel film fa anche il barista.
⟡ Il film è stato girato in otto giorni per 89.000 dollari, praticamente un milione di dollari del 2025.
⟡ Yvette Vickers ammise che la sua danza era ispirata dalla famosa scena di danza di Rita Hayworth in Gilda (1946).
⟡ Il titolo originale del film doveva essere The Astounding Giant Woman, la Stupefacente donna gigante.
⟡ Il regista Nathan Juran insistette per essere accreditato come "Nathan Hertz", apparentemente perché si vergognava del basso budget e della scarsa qualità di questo film.
⟡ Il film rese popolare Yvette Vickers che l'anno successivo posò per Playboy nel numero di luglio 1959. Il suo fotografo fu la futura leggenda del sexploitation Russ Meyer.
⟡ Diversi anni dopo la realizzazione di questo film, i fratelli Woolner pianificarono di realizzare un sequel con un budget più grande che sarebbe stato girato in CinemaScope e a colori. Fu scritto e stampato un copione finale, ma il film non entrò mai in produzione.
⟡ Il ballo che le coppie al Tony's Bar and Grill eseguono durante tutto il film è il "Carolina shag", un ballo di coppia eseguito principalmente al ritmo di musica da spiaggia. Lo shag è diventata la danza ufficiale dello Stato della Carolina del Sud dal 1984 e del Nord dal 2005.
⟡ A dispetto del titolo, il poster del film mostra la protagonista alta oltre 30 metri, a giudicare dall'auto che tiene in mano; nonostante l’immagine, nessuna scena simile avviene mai nel film, né si vede un’autostrada!
⟡ L'auto di Nancy Archer è una Chrysler Imperial cabriolet del 1958.
Fast rating

Titolo originale
Id.
Regista:
Nathan Juran
Durata, fotografia
66', b/n
Paese:
USA
1958
Scritto da Exxagon nel dicembre 2025 + TR; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0

