the Call - Non rispondere
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Voto:
Yoko, l'amica di Yumi (Kou Shibasaki), precipita da un ponte su un treno in corsa, e muore. Due sere prima, Yoko aveva ricevuto un messaggio sulla segreteria telefonica del suo cellulare in cui si sentiva la sua stessa voce e, poi, un urlo di terrore: la data del messaggio era di due giorni dopo. Altre chiamate strane e altre morti si succedono, finché anche Yumi riceve una chiamata da se stessa prima di morire.
LA RECE
Miike addomestica la sua consueta brutalità per cavalcare l'onda post-Ringu, sostituendo le videocassette maledette con telefonate mortali in un esercizio di derivatività che tradisce il suo genio trasgressivo.
Solito titolo italiano messo da qualcuno che il film non l'ha visto, dato che non rispondere conta poco al fine di salvarsi la vita: il messaggio viene lasciato in segreteria, quindi non si scappa. Dirige Takashi Miike, regista nipponico che si è guadagnato una notevole fama con titoli quali Full metal Yakuza (1997), Audition (1999), Ichi the killer (2001), Visitor Q (2001), Three... Extremes (2004); un cinema che gli appassionati conoscono come visivamente violento. The Call, tuttavia, non è quel tipo di pellicola. Il regista sfrutta successo e stile di Ringu (1998) e questa derivatività delude sia gli appassionati di ]-horror sia gli estimatori di Miike che gli riconoscono, a ragione, la capacità di essere originale, cosa che qui non esprime al meglio. The Call sostituisce al video di Sadako le telefonate, e anche il plot è abbastanza simile: coloro che ricevono la chiamata sono uccisi dopo un lasso di tempo determinato, la protagonista si lancia in un'investigazione per risalire alla fonte dei problemi che vedrà la presenza di una ragazzina dai capelli corvini che ha patito un trauma da vendicare. Nonostante la limitata originalità, the Call non è un film scadente e non manca di spaventare il suo pubblico più di quanto fosse riuscito Ringu; a dispetto dei cliché, la scena nello studio televisivo e, soprattutto, quella in ospedale sono d'effetto. Se i brividi non mancano, il soggetto del film si va confondendo: senza voler fare spoiling, non si capisce se queste benedette telefonate che preannunciano la morte siano di tipo virale, cioè infettino a catena i cellulari di chi le riceve sfruttando la rubrica, oppure partano da un cellulare unico; non è chiara neppure la relazione fra le due bambine e la madre, e non è limpido cosa esse c'entrino con la protagonista. Soprattutto abbiamo un finale che lascia basiti. Tolti questi non indifferenti plot-hole, il film di Miike riesce a catturare l'essenza del genere e ad aggiungere quel pizzico in più: la sinistra suoneria del cellulare, la spettacolarizzazione della morte con tanto di reality-show, la commistione fra nuove tecnologie e nuovo terrore. Riusciti gli effetti speciali e convincente la prova attoriale. The Call non è né diverrà mai un cult ma riesce nel suo intento in maniera più che sufficiente. Seguito da The Call 2 (2005), The call - Final (2006) e End Call - The Call 4 (2008).
TRIVIA
⟡ Durante i credits iniziali, una delle suonerie dei cellulari è il tema musicale di un altro film di Miike: Gozu (2003).
Titolo originale
Chakushin ari
Regista:
Takashi Miike
Durata, fotografia
112', colore
Paese:
Giappone
2004
Scritto da Exxagon nell'anno 2007; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0
