Feast
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Voto:
A tarda notte, al Beer Trap, il Barista (Clu Gulager) serve da bere a una clientela di sbandati e trafficoni fra i quali Bozo (Balthazar Getty), la cameriera Tuffy (Kristina Allen) e il Motivatore (Henry Rollins). La solita routine viene rotta dall'entrata nel locale di un uomo che porta con sé la testa di un essere mostruoso. Le creature raggiungono il bar e tutti quelli all'interno si trovano a combattere contro una minaccia tanto inaspettata quanto bizzarra.
LA RECE
Scanzonato splatterone con creature mostruose. A sapere quello che si sta per guardare, ci si può davvero divertire. Buon B-movie da seconda serata.
Spudoratamente ispirato a pellicole quali Splatters - gli schizzacervelli (1992), la Casa (1981), la Notte dei morti viventi (1968) e Dal tramonto all'alba (1995), Feast è un vero banchetto di sangue che ha una ragion d’essere solo per l'appassionato di splatter. Feast è un low-budget onesto che non promette null'altro che budella e qualche situazione comica, e questo mantiene. Già dall'inizio si comprende di essere di fronte a un film che non si prende troppo sul serio: i personaggi, senza nome, vengono presentati con un fermo immagine e con una breve scheda che ne illustra, in modo irriverente, le caratteristiche salienti. Seguiranno scene fracassone e comicità grossolana ma divertente. Gulager sembra abbastanza portato per lo splatterstick nonostante il film rappresenti il suo primo lavoro come regista. La pellicola ha anche i suoi punti deboli: i dialoghi sono volontariamente banali o stupidi, le luci sono troppo basse e l'utilizzo della macchina da presa nelle scene in cui sono presenti i mostri è troppo dinamico, pur comprendendo che il ritmo elevato sia utile a nascondere i limiti effettistici. Da segnalare la presenza di Henry Rollins, leggenda punk e frontman dei Black Flag, il quale veste i panni del Motivatore e finirà per affrontare i mostri con una tutina rosa. Feast è, nel complesso, uno splatter tenuto insieme da personaggi bidimensionali e da dialoghi adolescenziali ma può anche rivelarsi un horror piacevole proprio per la sua programmatica leggerezza. Seguiranno Feast II: sloppy seconds (2008) e Feast III: the happy finish (2008).
TRIVIA
John Thompson Gulager (1957) dixit: “In questa fase della mia carriera, non sono il tipo che non vuole o può permettersi di non leggere le recensioni. Leggo tutto. È angosciante e fa male. Si ricevono complimenti per ciò che funziona e la colpa per ciò che non funziona. Questa è la natura del lavoro. Quindi, puoi aspettartelo. Io leggo tutto... Stronzo!” (comingsoon.net).
⟡ Clu Gulager, l'attore nei panni del barista, è il padre del regista. Diane Goldner, nel film Harley Mama, è la moglie del regista.
⟡ Il film è stato realizzato come parte del "Project Greenlight 3", trasmissione patrocinata, fra gli altri, da Matt Damon, Ben Affleck e Wes Craven.
⟡ Il regista avrebbe voluto nella parte dei fratelli i due suoi amici Vincent Gallo e Sage Stallone ma la produzione non l'ha permesso.
⟡ Lo script originale prevedeva molti più momenti comici ma i produttori, per non far lievitare i costi, hanno imposto dei tagli.
⟡ I personaggi non hanno nome, si sa solo che il bambino si chiama Cody. Durante lo svolgimento, comunque, Bozo, parlando con la vecchia beona, le dice "Not now, Flo"; è l'unico momento in cui un altro personaggio del film, a parte Cody, viene chiamato con il proprio nome.
Titolo originale
Id.
Regista:
John Gulager
Durata, fotografia
95', colore
Paese:
USA
2005
Scritto da Exxagon nell'anno 2008; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0
