il Medaglione insanguinato

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Dopo aver perso la moglie in un incendio, l'inglese Michael Williams (Richard Johnson) si reca a Spoleto con la figlia Emily (Nicoletta El-mi) e la tata Jill (Ida Galli) per realizzare un documentario sull’occulto nell'arte per conto della BBC. Giunto in Italia, Williams trova un misterioso quadro e, contemporaneamente, la figlia inizia a comportarsi come fosse posseduta. Sarà colpa del medaglione che porta al collo? E qual è il ruolo della produttrice Joanna Morgan (Joanna Cassidy) e della sensitiva Contessa Cappelli (Lila Kedrova)?

LA RECE

Nel genere giallo all'italiana, uno dei più interessanti. Il mestiere degli attori e del regista c'è, e piace il mood misto fra gotico, satanico e mystery.

Come noto, l'Esorcista (1973) fu una pellicola parecchio seminale e diede il via a una serie di cloni più o meno riusciti. Meno che più. Questo film di Dallamano (Cosa avete fatto a Solange? 1972) cerca di non essere un mero clone del film di Friedkin, e tenta la conciliazione di atmosfere gotiche, gialle e soprannaturali. Com'era stato per il film del ’72, e come sarà per Enigma rosso (1978) che Dallamano scrisse ma non poté dirigere perché morto nel ‘76, anche il Medaglione insanguinato può essere ricondotto alla dimensione dell'adolescenza problematica e, nel caso specifico, le tematiche psicanalitiche dell'Edipo si vanno a legare al soprannaturale e al demoniaco. Dallamano sceglie bene location e attori, e riesce dove molti del cinema di casa nostra fallirono, ovvero realizzare un horror che facesse paura. Azzeccate le atmosfere e il montaggio che riescono a cogliere impreparato lo spettatore; la storia del particolare nel dipinto, poi, un po' alla Profondo rosso (1975), funziona sempre. Si comprende da subito che dietro il mistero satanico si nasconda qualcosa di relativo al legame fra i protagonisti, per una volta non macchiette bidimensionali, partecipi di una dinamica affettiva molto umana. La tata Jill che ama in silenzio il proprio datore di lavoro e sopporta di vederlo amare la produttrice dà uno spessore al personaggio della governante, là dove altri film gialli l’avrebbero relegato a mera carne da macello o a qualche scena di nudo. Il Medaglione insanguinato non è privo di scene di sesso ma queste non sono grossolane, anzi, risultano decisamente romantiche. Gli attori fanno tutti un buon lavoro: le capacità di Michael Williams (gli Invasati, 1963; la Tomba di Ligeia, 1964; Chi sei? 1974) sono indubbie vista anche la sua interminabile carriera; brave, però, anche Ida Galli e Joanna Cassidy che prosegue tuttora il suo lavoro divisa fra tv e cinema (dato 2025). Fra le donne della pellicola, il premio carisma va a Lila Kedrova (le Orme, 1975) nel ruolo della nobile sensitiva, attrice che ha marcato le scene fin dal lontano 1938, poi deceduta nel 2000. Plauso alla piccola Nicoletta Elmi, scream princesse del cinema italiano dei bei tempi, la quale ha tempo e spazio per recitare. Il regista è supportato dallo score musicale di Stelvio Cipriani, più giallo che horror, e dalla curata fotografia di Franco Delli Colli. Meno riusciti alcuni effetti visivi di sovrapposizione ma ben riusciti gli inserti "subliminali" del diavolo, un po' come accadeva nel film di Friedkin del '73'. Non tutto è rose e fiori, naturalmente: oltre ai soliti J&B e acqua Pejo, la sceneggiatura non brilla e, per buona parte della pellicola, si ha l'impressione che la storia non decolli mai. Poco logica, poi, la sostanziale indifferenza dei protagonisti dopo la morte di alcuni comprimari. La citazione finale di Paolo VI che ci ricorda che il Diavolo esiste davvero era evitabile; in effetti, tutta l'atmosfera satanica nel film ha meno mordente della tragedia familiare che si conclude magistralmente stile dramma shakespeariano.

TRIVIA

Nicoletta Elmi, ai tempi di soli 10 anni, ricorda: “Il Medaglione insanguinato è stato veramente uno dei film in cui il mio ruolo era centrale. Molto importante. Un bel film che ho vissuto tanto… Ho fumato anche la mia prima sigaretta lì, perché c’era una scena in cui dovevo provare a fumare. Ovviamente non aspiravo ed era strano vedere che mia madre accettasse questa cosa (ride). […] Ricordo che avevo anche un insegnante al seguito per non rimanere indietro a scuola” (Nocturno 203, 2019).

⟡ Nessun dato, per ora.

Regista:

Massimo Dallamano

Durata, fotografia

95', colore

Paese:

Italia

Anno

1974

Scritto da Exxagon nell'anno 2012; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0

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