Mirror - Chi vive in quello specchio?

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Voto:

I piccoli Lacey e Willy crescono in una famiglia disfunzionale, e Willy finirà per uccide il padre. Vent'anni dopo, Lacey (Suzanna Love) e Willy (Nicholas Love), con la psiche ancora turbata, recuperano uno specchio presente nella loro vecchia casa. Quell’oggetto sembra avere catturato la malvagità di ciò che un tempo si era riflesso in esso, e ora è pronto a restituirla.

LA RECE

Accoglienza tiepida per questo lavoro di Lommel, tedesco che lavorò con Fassbinder prima di trasferirsi negli Stati Uniti. Horror ibrido tra lo psicologico europeo e lo slasher americano emergente dei primi anni '80 ma con forti tocchi demonologici.

Horror non eccelso del non eccelso Lommel che prende qualcosa dal dramma russelliano Tommy (1975) e altre cose da Halloween (1978) per la scena iniziale e da Amityville horror (1979) per la parte finale, con tripudio di elementi paranormali che si scatenano in una casa colonica che tanto sembra quella del film del ‘79. Se Mirror ha qualche merito è aver avuto il coraggio di portare avanti uno stile più psicologico che visivo, quando, nelle sale di tutto il mondo, lo slasher e i suoi eccessi stavano diventando lo standard. Il malsano inizio della storia, con una coppia perversa e sadica che lega al letto i propri figli per fare sesso senza essere disturbata, è di un certo effetto, così come lo è l'omicidio riflesso nello specchio mentre la sorellina Lacey è passiva e sconvolta spettatrice. Tuttavia, dopo un inizio vigoroso, il film si assesta su una dimensione verbosa e inconcludente, fino alla svolta del recupero dello specchio che avviene pretestuosamente dietro consiglio dello psichiatra Warren (John Carradine). Seguiranno malefici influssi paranormali che porteranno scompiglio nella famiglia rurale affiancata da un prete che va lì a scroccare qualche cena. Chiaro che, presto o tardi, si assisterà alla scacciata dei demoni da parte del prelato con spolverata di possession-movie rigorosamente all’ombra de l'Esorcista (1973). Al di là di una certa pretenziosità che vorrebbe fare di questa pellicola un horror psicologico ma ci riesce poco, Mirror ha, comunque, qualche elemento per intrattenere: gli omicidi sono interessanti, anche se privi di una costruzione che avrebbe potuto renderli più spaventosi, e il plot non del tutto prevedibile regge. Più interessante ancora, l'uso di filtri colorati in stile Suspiria (1977) (sebbene parecchio meno efficace), e flashback distorti che riecheggiano il cinema espressionista tedesco, con una tensione costante tra realtà e allucinazione che anticipa alcuni temi che vedremo poi in Candyman (1992). Fra il sonnolento cast si distingue Suzanne Love, non tanto per bravura ma per essere stata la moglie del regista Lommel. L'atto di nepotismo aveva il suo perché: la Love era un'erede della fortuna Dupont e finanziava i progetti del marito firmando assegni direttamente sul set; nel 1987. I due hanno divorziato ma la fortuna cinematografica del regista non sembra essere del tutto terminata: Lommel ha generato una sequela di pellicole horror di serie-B. Seguìto da Revenge of the Boogeyman (1983), Return of the Boogeyman (1994) e Boogeyman: Reincarnation (2015), sempre a firma Lommel; in quest'ultimo è presente l'inquietante Laurence R. Harvey, il protagonista di he Human centipede II - Full Sequence (2011). Il film Boogeyman - l'uomo nero (2005), invece, non è connesso a questa saga.

TRIVIA

Ulli Lommel (1944-2017) dixit: “Be’, di solito gli haters passano la maggior parte del loro tempo a fare "valutazioni". Quindi non mi interessa proprio. […] Considero "i pochi preziosi" molto più importanti della massa, soprattutto perché è a causa della massa e degli haters che il nostro pianeta è messo così male. Ma è tempo che quelli quieti e i lovers alzino la voce” (halloweenlove.com).

⟡ Nessun dato, per ora.

Titolo originale

The Boogeyman

Regista:

Ulli Lommel

Durata, fotografia

82', colore

Paese:

USA

Anno

1980

Scritto da Exxagon nell'anno 2012; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0

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