Murder-Set-Pieces

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Voto:

Un serial killer conosciuto come il Fotografo (Sven Garrett) passa il tempo ad abbordare prostitute che poi stupra e sevizia brutalmente. Il protagonista ha anche una relazione con una giovane parrucchiera la cui sorella minore, Jade (Jade Risser), dopo aver trovato una foto che dimostra il passato nazista della famiglia del fotografo, sospetta che l'uomo possa essere pericoloso.

LA RECE

Quando uscìì, grande clamore e indignazione. Poi, si sa, ciò che è insuperabile viene superato e l'iperviolento lavoro di Palumbo finisce nel dimenticatoio, così come Palumbo stesso.

Palumbo, classe 1970, sembra essere molto affascinato dal personaggio cinematografico del serial killer, protagonista anche del suo primo lungometraggio. Due milioni e passa miladollari contro i 50.000 spesi per Nutbag (2000) fanno, però, una bella differenza quando si parla di resa finale. A voler essere lusinghieri, Murder-set-pieces ricorda in qualcosa American psycho (2000), e questo qualcosa è sicuramente connesso al killer narcisista, palestrato, violento, delirante e con il non piccolo difetto di vedere nelle donne solamente degli oggetti di uso e consumo sessuale. Il parallelo finisce qui e sarebbe stato un bene che Palumbo rimanesse più colpito dalla pellicola di Mary Harron, cercando, magari, di copiarne la caratterizzazione e i toni, invece di lasciarsi irretire dal richiamo del gorehound. La pellicola, che non mostra pietà per nessuno, si è beccata una fiumana di critiche: razzismo, antisemitismo, misoginia, sfruttamento di una tragedia nazionale (l’11 settembre) e, mancava solo questo, pedosadismo. In effetti, il film è a dir poco violento e inanella una brutalità dietro l'altra, quasi che Palumbo non volesse perdersi nessuna possibilità di offendere il buon gusto. È un film razzista? Il protagonista è un neonazista ma questo vuol dire poco, anche se i credit finali fanno venire dei dubbi. È misogino? Come lo potrebbe essere qualsiasi film in cui la figura della donna viene ridotta a mero oggetto sessuale; molte trasmissioni della nostra ineffabile tivù fanno di peggio. Tratta l'attentato alle Torri Gemelle in maniera exploitation? Assolutamente sì, senza possibilità di scuse. Riguardo la pedofilia o il pedosadismo c'è ben poco. Più che altro, Murder-set-pieces si permette di fare una cosa mal tollerata anche dal più inveterato patito di horror: mostrare l'uccisione di bambine e in maniera non ellittica. Murder-set-pieces affonda il coltello nel limite e fa parlare di sé, e questa è tutta la verità che sta dietro agli eccessi di tale film. La cosa davvero sconsiderata non sono né le svastiche, né i nudi, né gli omicidi ai danni delle giovani ma solo e soltanto una scena nella quale, non riesco a capire per quale insano motivo, viene utilizzato un bambino piccolo e lo si fa tenere in mano dal protagonista tutto sporco di sangue in volto per poi farlo camminare verso la madre morta riversa a terra; il piccolo, ovviamente, piange disperato e si guarda intorno cercando lo sguardo dei genitori degeneri che hanno accettato di piazzarlo davanti alla macchina da presa a "recitare" una scena così drammatica. Dietro un'apparenza patinata e agli effetti speciali curati dalla Toe Tag Pictures di Vogel (August underground, 2001), Murder-set-pieces nasconde un'anima eccessivamente exploitation fatta di sesso e violenza combinati nel modo più rude possibile. Alla riuscita della pellicola, tuttavia, non si può dire che concorrano le performances degli attori, soprattutto quella di Sven "monoblocco" Garrett, ma gli appassionati di horror saranno felici di vedere il faccione di Tony Todd (Candyman, 1992) nel ruolo del commesso. cammeo anche per Gunnar Hansen e Edwin Neal, rispettivamente Leatherface e l'autostoppista di Non aprite quella porta (1979), il primo nei panni di un meccanico neonazista e il secondo in quelli del Buon Samaritano. Più dedito allo shock exploitation che alla qualità narrativa, Murder-set-pieces è, ribadisco, uno dei film più violenti in circolazione che potrebbe ringalluzzire i cultori del cinema estremo a motivo del fatto che, caso raro, si troverebbero di fronte un film ben realizzato e non la solita bruttura amatoriale. Palumbo, tra l’altro, paga caro il fatto di aver creato una pellicola di tale infamità; dal 2004, Palumbo non combina praticamente più nulla, mentre il cinema e il pubblico proseguono il proprio cammino senza la percezione di aver perso un genio artistico.

TRIVIA

Nick Palumbo (1970) dixit: “Molti anni fa ho letto che Thomas Jefferson disse: "Più lavoro sodo, più sono fortunato". Questo è il modo in cui ho vissuto la mia vita” (IMDb.com).

⟡ Palumbo era amico del regista William Lustig (Maniac, 1980) finché quest'ultimo non ha recuperato una copia di Muder-set-pieces nel quartiere Village di New York City. Sconvolto dalla visione, Lustig chiamò Palumbo e gli disse che con questo film si era spinto troppo oltre. Da allora Lustig e Palumbo non si sono più parlati. 

⟡ Nel 2008, la BBFC britannica si è rifiutata di assegnare un rating al film, anche quello vietato ai minori. Murder-set-pieces, quindi, è sostanzialmente bandito in UK. Incredibilmente, il film non si è beccato l'NC-17 dall'MPAA americana ma questo perché la versione distribuita dalla Lion's Gate il 9 gennaio 2007 ha tagli per la bellezza di 23 minuti. Nessun altro film nella storia del cinema ha subito tagli così estesi per evitare l’NC-17. 

⟡ Uno dei rapinatori che fa irruzione nel sexy shop è Fred Vogel; nei titoli di coda è accreditato come Masked Psycho. 

⟡ Nei credits, fra i produttori, viene elencato Herman Goering, gerarca nazista. 

⟡ Il film è dedicato a Neal Fredericks (1964-2004) direttore della fotografia di alcuni film horror. 

⟡ I ringraziamenti elencati nei credit finali sono molto particolari. Si ringrazia: Jim Morrison, e un tale Don che ha prestato l’automobile Plymouth Hemi Cudà 1971. Extra ringraziamenti vanno a: Roman Polanski, Werner Herzog, Tobe Hooper, Dario Argento, Tony DiDio (un produttore) e Leni Riefenstahl, la regista del Terzo Reich che girò il noto Trionfo della volontà (1935). 

⟡ Nel director's cut, il film si apre con il filmato in 35 mm dell'attacco terroristico dell'11 settebre 2001 alle Tori Gemelle. Improvvisamente si sente la voce di una bambina che canta "Just you wait a little while, the nasty man in black will come. With his little chopper, he will chop you up", aspetta solo un attimo in più, l'uomo cattivo vestito di nero arriverà. Con la sua piccola mannaia, ti taglierà a pezzi. Questa canzoncina, in tedesco, viene cantata da una ragazzina all'inizio di M - il mostro di Düsseldorf (1931).

Titolo originale

Id.

Regista:

Nick Palumbo

Durata, fotografia

105', colore

Paese:

USA

Anno

2004

Scritto da Exxagon nell'anno 2008; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0

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